Giorno uno subito ricco di protagonisti, con tanti giovani ma anche parecchie stelle già discretamente affermate. Una di queste è senza dubbio l’ucraino Mykhailo Romanchuk, che dopo l’argento mondiale e il testa a testa con Paltrinieri va a prendersi gloria in solitaria con la cavalcata vincente dei 400 stile, vinti in 3’45’’96, nuovo record delle Universiadi.
Per i colori azzurri restano fuori dalla finale sia Filippo Megli undicesimo che Fabio Lombini tredicesimo, ma una stretta al cuore mi arriva quando leggo il nome di Andrea Mitchell D’Arrigo chiudere in ultima posizione la finale (nuotando quasi dieci secondi in più della qualifica dove aveva chiuso quarto in 3’49’’84!), non tanto per la prestazione ma per la bandierina USA a fianco del suo nome!
Faccio un salto in avanti per andare a vedere invece quanto di bello c’è stato per l’Italia. I sogni di medaglia di questa prima giornata erano affidati ai velocisti della 4×100 stile maschile e i ragazzoni della next generation non hanno steccato. Solo gli Stati Uniti sono più forti di Lorenzo Zazzeri, Ivano Vendrame, Alex Di Giorgio e Alessandro Miressi che strappano l’argento in 3’15’’24.
Tornando indietro troviamo la buona finale conquistata da Elena Di Liddo nei 50 farfalla. La pugliese, vista in ottima forma all’Energy for Swim, trova un piazzamento tra le migliori otto con 26’’74, mentre l’altra azzurra in semi, Aglaia Pezzato, rinuncia a scendere in acqua in vista della finale della 4×100 stile.
Altra semi è quella dei 100 dorso uomini, priva di azzurri in acqua, tutti eliminati in mattinata con Matteo Milli 17° e Matteo Restivo 22° entrambi appena sotto al 56’’. Il primo tempo d’accesso lo ottiene l’americano Justin Ress con 53’’34 mentre tra i big spicca la qualifica di Kosuke Hagino, quinto al momento con 54’’57.
Tocca alla finale dei 400 misti donne, dove Carlotta Toni lotta ma chiude in ottava posizione con 4’47’’35 dopo il buon 4’43’’91 della mattina. Stravince la giapponese Yui Ohashi con il nuovo record Universitario di 4’34’’40.
Si torna alle semifinali con i ragazzi dei 100 rana. Un campione olimpico al via, è il kazako Dmitriy Balandin che si prende il primo posto parziale in 1’00’’27 di due decimi più veloce dell’australiano Wilson. Poca Italia, con Andrea Toniato ultimo e fuori in 1’01’’92, mentre Federico Poggio è rimasto il primo degli esclusi dopo le batterie con 1’01’’83.
Fatti di nuoto Weekly: notizie illustri
Di World Cup, e degli italiani impegnati nelle tre tappe di questo circuito di inizio stagione, parleremo approfonditamente nei prossimi giorni, al termine delle gare (intanto qui il recap di Shanghai e Incheon).
Oggi facciamo invece un giro di illustri notizie, talmente illustri da meritarsi l’attenzione di Fatti di nuoto weekly.
Che non è poco eh 😉
Illustri senatori
Negli States sembra ormai essere una regola non scritta, diciamo un’abitudine consolidata, quella che diversi atleti di ottimo livello diventino anche coach dai risultati perlomeno interessanti. L’ultimo, in ordine di tempo, era stato Anthony Nesty, oro Olimpico a Seoul 1988, che allena con discreti (!) successi Dressel, Ledecky e Finke, tra gli altri. Ora alla lista dei coach si aggiunge Brendan Hansen, ranista titolare della staffetta mista per almeno un decennio, che diventa direttore tecnico della Nazionale Junior USA, un ruolo a dir poco strategico per il futuro del nuoto stelle&strisce.
Oltre alle parole di rito, Hansen ha detto una cosa molto interessante: “La convocazione in nazionale giovanile, per un atleta e un allenatore, può davvero essere un momento che ti cambia la vita”. È la verità, sia se pensiamo a chi poi sfonda nel nuoto dei grandi, sia che invece rimanga solo un passaggio estemporaneo, una fase della vita di un giovane atleta. Affidare questa fase a un coach relativamente giovane (ha 43 anni) e con un’esperienza da tecnico non ancor affermato (allena da circa una decina d’anni e dal 2019 lavora per USA Swimming in diversi ruoli) è un azzardo, ma anche una mossa che può rivelarsi lungimirante. Puntare su idee nuove fresche: nel mondo si può fare.
Presidenti illustri
A proposito di ex atleti, nella prima assemblea dopo la rielezione di Paolo Barelli, Tania Cagnotto è stata eletta vicepresidente della Federazione Italiana Nuoto, affiancandosi così ai confermati Andrea Pieri (vicepresidente vicario) e Giuseppe Marotta (team leader del Settebello). La più forte tuffatrice italiana inizia la carriera nella politica del sport con il doppio incarico, visto che all’assemblea elettiva aveva ricevuto più di 1400 preferenze, la più votata per la rappresentanza atleti.
Come sopra, si spera che gli interventi e le idee di Tania Cagnotto, la cui carriera agonistica non è in discussione, portino una ventata di freschezza ad un ambiente che gode di buona salute ma che ha bisogno comunque di una spinta costante per confermarsi tra i top europei e mondiali.
Risultati illustri
Oltre alla World Cup, ci sono anche altri risultati.
Si è ributtato in acqua nello scorso weekend Federico Burdisso, ai Campionati Open Spagnoli in vasca da 25, ottenendo 1.47.18 nei 200 stile, 52.53 nei 100, 23.79 nei 50 e 1.54.94 nei 200 farfalla. Per Burdisso, tornato ad allenarsi con Simone Palombi, la stagione che inizia sembra poter essere quella del ritorno ai livelli che gli competono, e lo speriamo anche in prospettiva staffetta mista.ù
C’è stato del bel nuoto anche in Italia, con diversi reduci dalle Olimpiadi che hanno nuotato in attesa della 50ª edizione del Nico Sapio, in scena l’8 e 9 novembre a Genova.
A Riccione, Lorenzo Zazzeri ha vinto i 100 stile in 48.18, Megli e Ragaini si sono battuti nei 200 stile (1.45.39-1.45.51); a Rosà, Manuel Frigo ha vinto i 50 stile in 22.41; a Roma Simona Quadarella, alla prima uscita con il nuovo coach Gianluca Belfiore, si è cimentata nei 200 misti, 2.15.59 e nei 200 dorso, 2.13.15.
Chiudiamo con la World Cup di fondo, che alla tappa di Hong Kong ha visto vincitori Moesha Johnson tra le donne (Taddeucci seconda) e Dario Verani tra gli uomini (Marcello Guidi secondo). Vale quanto detto per la World Cup di nuoto: tanto potenziale, poco sfruttato.
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Foto: Fabio Cetti | Corsia4
World Cup 2024 | Incheon ancora due record del Mondo
Il tempo di un respiro e si è già di nuovo in acqua!
Incheon, Corea del Sud per la seconda tappa di World Aquatics Swimming World Cup 2024!
Tre giorni coreani da urlo, che seguono quanto di buono visto già in Cina solo qualche giorno prima. Il bello dalla vasca di Incheon arriva specialmente grazie alle ragazze, che stampano ben due record mondiali!
Non solo tempi degni di nota, anche la lotta al titolo si fa interessante e combattuta, sia al maschile che al femminile e si deciderà tutto nella tappa finale di Singapore.
Sotto con i record!
Non capita tutti i giorni di vedere un primato mondiale, due è ancora più una rarità, specialmente se non siamo ad un campionato del mondo od a un Olimpiade. Ma è pur sempre la Coppa del Mondo e le ragazze a stelle e strisce sembrano averla presa davvero sul serio.
Kate Douglass, leader dopo la prima giornata riparte con forza, ritoccando un record mondiale che durava da ben quindici anni. Per la precisione è quello dei 200 rana, grazie al crono di 2’14’’16 che cancella il 2’14’’57 di Rebecca Soni datato 2009. Stesso anno in cui si registrava anche il primato di Coppa, strappato nell’occasione a Leisel Jones che nell’anno gommato nuotava in 2’15’’42.
Parla sempre statunitense il secondo record del mondo di tappa, terzo stagionale considerando quello di Ponti di Shanghai. Nei 100 dorso Regan Smith nuota 54’’41 prendendosi il primato che Kaylee McKeown deteneva da meno di un mese in 54’’54. Crono che le vale anche il nuovo record di Coppa, migliorato il suo 54’’89 nuotato solo pochi giorni prima in Cina.
L’ultimo nuovo primato di World Cup porta la firma un po’ a sorpresa di Pan Zhale. No, non nei 100 stile, dove è recordman mondiale in lunga ma bensì negli 800! Clamoroso quanto nuotato dal cinese, che con 7’35’’30 cancella il nostro Gabriele Detti del 2017, quando vinceva con 7’35’’58. Da notare quanto Pan si sia ben espresso più sul lungo, vincendo anche i 400 in 3’36’’43 rispetto alla gara regina chiusa solo al quarto posto. Novità in vista per gli anni a venire?
Da segnalare anche un nuovo primato asiatico, grazie al coreano Ji Yuchan, a cui l’aria di casa fa bene dato che timbra un poderoso 20’’80 nei 50 stile cancellando il 20’’95 di Kosuke Matsui del 2019.
Caccia alla Coppa
Entra nel vivo la lotta alla conquista delle corone (qui le classifiche). Regan Smith passa in testa, chiudendo dopo due tappe a 118.4 punti, conquistati grazie ai 59 di Shanghai e ai 59.4 coreani frutto di tre vittorie (oltre ai 100 dorso anche i 50 in 25’’71 e i 200 in 1’59’’60 a tre decimi circa dal WC record), ma anche al secondo posto nei 200 farfalla con 2’03’’21. Per lei altri 12 mila dollari conquistati, più i diecimila vinti per il primato mondiale.
Un solo decimo di punto distanzia Kate Douglass, ferma si fa per dire al 118.3, grazie ai 59.2 raccolti in questa seconda tappa. Tris di vittorie iniziato con i 200 rana da mondiale (e diecimila dollari nel portafoglio) e proseguito con l’oro nei 100 misti con 56’’97 e 50 farfalla con 24’’73.
Ancora aperta anche la battaglia in campo maschile: c’è più luce tra Léon Marchand e Noè Ponti, circa un punto e mezzo con lo svizzero che ha recuperato solamente un decimo di punto al transalpino proprio in questa tappa. Al momento Marchand guida con 116.4 seguito da Ponti a 115.
I due si spartiscono i 100 misti, vinti ad ex-aequo in 51’’00 per poi chiudere il cerchio dei quattro stili Marchand, oro anche nei 200 e 400 (1’50’’91 e 3’58’’30) mentre Ponti infila la doppietta 50 e 100 farfalla (21’’76 e 48’’81).
Azzurro, ma non troppo
Ancora Italia presente anche in Corea, anche se rispetto alla tre giorni cinese manca l’acuto azzurro. Tanti piazzamenti a podio, Ceccon e Pilato su tutti ma anche Razzetti, mentre Mora si ritaglia un posto in finale e Martinenghi fatica. Di seguito tempi e risultati:
⇒ Ceccon: terzo nei 100 misti (51’’15), terzo nei 100 dorso (50’’41 nella gara vinta da Coetze in 49’’93), quinto nei 50 farfalla (22’’35). Out nelle batterie dei 100 stile.
⇒ Razzetti: terzo nei 200 farfalla (1’52’’23 dove a vincere è Julian in 1’51’’00), terzo nei 400 misti (4’02’’37), quarto nei 200 misti (1’53’’48), fuori nelle qualifiche dei 100 farfalla.
⇒ Mora: sesto nei 100 dorso (51’’15), sesto nei 200 dorso (1’53’’94), fuori nelle batterie dei 50 dorso.
⇒ Pilato: seconda nei 50 rana (29’’48), quarta nei 100 (1’05’’44 entrambe le gare vinte a Tang Qianting in 29’’03 e 1’02’’82).
⇒ Martinenghi: quinto nei 50 rana (26’’68 dove vince Shymanovich con un secondo netto meno), out invece nei 100 rana, dove ancora il bielorusso che gareggia sotto lo stendardo degli atleti indipendenti vince in 56’’10.
Fatti di nuoto Weekly: Si può dare di più
Oggi prendiamo in prestito un modo di dire tutto italiano – che per i boomers è anche il titolo di una famosa canzone – che però si sposa benissimo con la situazione del nuoto mondiale.
Nella Fatti di nuoto weekly di oggi si parla di faide, sportive e non, e di prestazioni, stavolta solo sportive, che hanno fatto da grande intro per la stagione 24-25. Ready?
Swimming Australia vs World Aquatics
C’è una nuova faida, nel mondo del nuoto, ed è quella tra la Federazione mondiale e quella australiana. Si tratta in realtà di questioni tecniche e governative: ad inizio 2024, Swimming Australia aveva promesso e concordato con World Aquatics una serie di miglioramenti interni, tra i quali espandere i suoi membri votanti da nove a ventuno, includere più donne nelle posizioni di vertice e dare posizioni di consiglio garantite a un rappresentante del comitato di nuoto indipendente. Tuttavia, alla data attuale questi cambiamenti non sono ancora stati apportati nonostante i ripetuti avvertimenti dell’organismo mondiale.
Il problema è che la sanzione per quanto non attuato potrebbe tradursi in qualcosa di più che una semplice ammonizione: i nuotatori australiani potrebbero trovarsi a dover competere sotto una bandiera neutrale e senza inni, in una situazione simile a quella di russi e bielorussi.
Il CEO di Swimming Australia Rob Woodhouse si è impegnato pubblicamente a implementare il cambiamento, ma chiederà più tempo all’organo di governo. Se le due parti non riuscissero a raggiungere un accordo, il risultato potrebbe essere una sospensione all’Australia, con conseguente nomina di un comitato di stabilizzazione per gestire efficacemente lo sport e persino congelare i conti e i finanziamenti governativi. Sembra che un pre accordo sia stato siglato, in attesa del buon esito che calmi definitivamente le acque.
World Records
Dalle faide amministrative a quelle sportive, in questo primo scorcio di stagione sono già stati migliorati ben quattro record del mondo in vasca corta, due femminili e uno maschile.
Partiamo dal 18 ottobre quando, al meeting universitario che vedeva opposte Virginia e Floirida, Gretchen Walsh ha migliorato il record dei 100 misti, abbassandolo a 55.98. Tutto bene per la più piccola delle sorelle Walsh, che a Parigi sembrava dover spaccare il mondo e invece ha deluso un pochino le aspettative (altissime) che c’erano su di lei. La sensazione è che sia un’atleta dalle potenzialità enormi che, tuttavia, si trova molto più a suo agio nel confort delle gare scolastiche. Per il passo successivo c’è ancora tempo.
Poi c’è stato Noè Ponti, che alla prima tappa di World Cup (il 20 ottobre) ha nuotato 21.67 nei 50 farfalla, per poi ben figurare anche nelle gare successive, in evidente stato di forma prossimo alla grazia. Peccato anche per lui, che a Parigi non ha raccolto quanto avrebbe forse potuto, ma che rimane comunque uno dei migliori delfinisti sulla piazza, e anche dei più belli a vedersi.
E la World Cup di ieri ha regalato anche il primato di Kate Douglass, che batte il record dei 200 rana portandolo a 2.14.16 (e finalmente, direi, visto che era del 2009 di Rebecca Soni), mentre oggi fresco fresco arriva il 54.41 di Regan Smith che migliora il 54.46 nuotato da Kaylee McKeown ottenuto ai campionati australiani. La campionessa di tutto ha poi partecipato a una sola gara della World Cup, abbandonando la compagnia per le restanti tappe. Motivazione: dare precedenza alla propria salute mentale, probabile motivo per il quale ha anche deciso di non partecipare ai prossimi Campionati Mondiali in vasca corta.
E questo ci porta a una riflessione sulla World Cup, appunto.
Wrold Cup
Siamo sicuri che la World Cup sia gestita al meglio?
Partiamo dalle condizioni degli atleti che, se è vero quanto recentemente denunciato, sarebbero al limite del tollerabile. Stando a quanto riportano diverse testate internazionali, le condizioni logistiche e di ospitalità sarebbero state vergognose, con stanze d’albergo non propriamente comode e servizi addirittura sottodimensionati. Il tutto, tra l’altro, con un costo a carico degli atleti che sarebbe pure stato gonfiato per l’occasione. World Aquatics, che per le tre tappe orientali di World Cup ha garantito le spese solo ai dodici migliori atleti (quelli ampiamente sponsorizzati, medagliati Olimpici, tra i quali ci sono anche Ceccon, Martinenghi e Pilato), sembra per il momento glissare sulla questione, che invece dovrebbe essere centrale e non solo per motivi di decenza.
Escludendo i Campionati del Mondo, la World Cup è il solo altro evento organizzato per il nuoto in corsia, l’unico che ha cadenza annuale, l’unico che da ai nuotatori una parvenza di professionismo. Da una parte, quindi, il nuoto (inteso anche come nuotatori) che spinge per diventare grande, e dall’altra atleti che frenano e cercano il proprio spazio per scongiurare problemi di mental health.
Forse la riflessione da fare è di insieme, e non sui singoli. Forse il nuoto non è pronto per il professionismo come lo sono molti altri sport, forse non tutti i nuotatori trovano nella struttura a loro proposta quella sicurezza che invece hanno, per esempio, i ciclisti o i tennisti. E questo non può essere solo un problema dei nuotatori.
World Aquatics cosa fa? Ceccon che batte Pan Zhanle nei 100 stile e lo scontro tra Ponti e Marchand nei 100 misti sono stati gli highlights (da social, soprattutto) di una tre giorni che ha dato anche altro, ma che non lo ha valorizzato. Davanti e dietro le quinte.
È proprio così difficile dare di più?
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Foto: Fabio Cetti | Corsia4
Budapest 2024 | i criteri di qualificazione per i Campionati di nuoto in corta
La stagione post Olimpica entrerà nel vivo con i Campionati Mondiali in vasca corta che si disputeranno a Budapest dal 10 al 15 dicembre 2024.
Vediamo insieme i criteri di qualificazione per gli atleti italiani.
Alla manifestazione iridata saranno qualificati:
- gli atleti finalisti e/o medagliati a titolo individuale ai Giochi Olimpici di Parigi 2024;
- gli atleti che abbiano nuotato in batteria e/o finale in staffette medagliate ai Giochi Olimpici di Parigi 2024;
- a titolo di squadra e non idividuale le staffette finaliste ai Giochi Olimpici di Parigi 2024;
- Saranno inoltre selezionati, per i posti ancora liberi e per le gare non disputate a Parigi: gli atleti che eguaglieranno o miglioreranno nella Finale A del Campionato Italiano Open in vasca corta Frecciarossa (14-15-16 novemebre 2024) i tempi indicati al decimo nella tabella tempi-limite sottostante.
Per eventuali integrazioni per posti ancora liberi verranno utilizzate anche le prestazioni ottenute al Trofeo Nico Sapio (Genova, 8-9 novembre 2024), tenendo conto per ciascun atleta e distanza di gara della migliore prestazione tra le due manifestazioni; in caso di parità cronometrica prevarrà la prestazione conseguita durante il Campionato Italiano.
In base ai primi tre punti del Regolamento risultano già qualificati is eguenti atleti: Thomas Ceccon, Nicolò Martinenghi, Gregorio Paltrinieri, Alesssandro Miressi, Paolo Conte Bonin, Manuel Frigo, Leonardo Deplano, Lorenzo Zazzeri, Benedetta Pilato, Simona Quadarella, Alberto Razzetti, Luca De Tullio.
Staffette
Fatto salvo per i componenti della staffetta 4×100 sl maschile che hanno conquistato il bronzo a Parigi 2024, saranno selezionati per le staffette qualificate in base al punto “3” gli atleti che conseguiranno i migliori tempi durante il
Campionato Italiano Open in vasca corta Frecciarossa (14-15-16 novembre 2024), integrandoli con quelli già qualificati in base ai punti “1” e “4”.
La convocazione delle staffette alla manifestazione in oggetto, aventi il requisito del punto “3”, è subordinata a una valutazione discrezionale da parte della Direzione Tecnica, in considerazione della qualità degli atleti eleggibili per tale staffetta.
Foto: Fabio Cetti | Corsia4
World Cup 2024, prima tappa scoppiettante a Shanghai
Swimming World Cup, atto primo.
Da Shanghai riparte la Coppa del Mondo di nuoto targata World Aquatics, che si snoda in tre tappe asiatiche che porteranno il roster del nuoto mondiale in Corea a Incheon e a Singapore, tutto nel giro di un paio di settimane.
Qin Haiyang e Kaylee McKeown sono i campioni uscenti, riusciranno a confermarsi o verranno detronizzati? Scopriamolo subito!
A caccia di record!
Sono stati tre giorni particolarmente prolifici quelli di Shanghai, con tanti big in acqua che dopo mesi dagli squilli olimpici si sono finalmente rimessi in pista a fare sul serio, e ci sono riusciti!
Noè Ponti è il protagonista che non ti aspetti: si vede che è in palla e lo dimostra prima nei 100 farfalla, dove cancella il primato di World Cup e quello europeo di Evgenij Korotyškin datato addirittura 2009 di 48’’48 stampando un sublime 48’’40 che gli vale anche la vittoria. Ma il meglio lo sfoggia nei 50, dove arriva il primo record mondiale nuotato da uno svizzero, grazie al 21’’67 con cui in batteria cancella Nicholas Santos dal palmarès della Coppa del Mondo e lo stesso Santos da quello mondiale oltre a Szebasztián Szabó dall’europeo (21’’75 ex aequo con il brasiliano). In finale si ripete con 21’’68, secondo miglior crono mondiale all-time! Mica male!
Non è mondiale ma diventa il più veloce di sempre in Europa anche il grande nome di questa WC, Léon Marchand. Il transalpino sigla il nuovo primato nei 200 misti, vinti in 1’50’’30 cancellando il vecchio crono di Andreas Vazaios di 1’50’’85 del 2019. Per Marchand è anche nuovo record di coppa, limato l’1’50’’37 di Shaine Casas di due anni fa.
Ecco tutti gli altri record di Swimming World Cup siglati in questa prima tappa:
⇒ Kaylee McKeown nei 50 dorso donne con 25’’36 (precedente Toussaint 25’’81 del 2021)
⇒ Regan Smith nei 100 dorso donne in 54’’89 (precedente Sakai 55’’23 del 2009)
Largo anche ai giovani: Chen Luying (2006) timbra il nuovo record del mondo Junior nei 200 farfalla femminili chiudendo in 2’02’’71 alle spalle di Regan Smith (2’01’’85) migliorano il record di Suzuka Hasegawa di 2’02’’96 del 2017.
Caccia al trono di Coppa!
Avranno il loro bel da farsi i campioni uscenti Qin e McKeown. Per l’australiana solo un oro nei 50 dorso, il quattordicesimo in WC e un bronzo nei 100 misti, mentre il grande deluso olimpico vince 50 e 100 rana portando a undici gli ori in coppa, oltre al bronzo nei 200. Strada che si mette dunque in salita per entrambi, specialmente per la McKeown, che dopo la prima tappa si trova lontanissima da una scatenata Kate Douglass, oro nei 200 rana in 2’15’’96, nei 50 farfalla in 24’’54, e nei 100 e 200 misti con 56’’99 e 2’04’’09. Per lei 59.1 punti e dodicimila dollari di prize money!
Tra gli uomini favorito d’obbligo Léon Marchand, che svetta in testa con 58.3 punti davanti a Ponti e Qin: se la media successi del francese resta questa, lo scettro di nuoto campione è destinato ad andare nelle sue mani. Qui a Shanghai vince i già citati 200 misti, ma anche i 100 e i 400 (50’’65 e 4’00’’03) calando così il tris nei misti.
Sventola il tricolore
C’è e si vede l’azzurro dei nostri. Con due campioni olimpici in vasca non poteva essere di meno. Thomas Ceccon e Nicolò Martinenghi hanno da difendere il prestigio dell’oro di Parigi, anche se la vasca corta crea effetti differenti. Per Ceccon tutto sommato bene, dato che vince i 100 stile partendo dalla corsia 8 dopo aver vinto lo spareggio per entrare in finale: 46’’32 di tre centesimi meglio di Pan Zhanle e oro numero nove in WC. Argento poi nei 100 dorso chiusi in 50’’03 alle spalle di Pieter Coetze con 49’’35.
Fatica invece Martinenghi: out dalla finale nei 100 rana (decimo in 58.59), chiude settimo nei 50 in 26’’79.
Tra i ragazzi presenti anche Alberti Razzetti: dopo il settimo posto nei 200 misti, sale sul podio nei 200 farfalla bronzo in 1’51’’88 dietro solo a Trenton e Le Clos, e argento nei 400 misti con 4’01’’51 battuto solo Marchand.
Tinte di rosa infine con Benedetta Pilato. La pugliese chiude seconda nei 50 rana in 29’’73 alle spalle di Tang Qianting oro in 28’’76 mentre nei 100 è quinta con 1’05’’50 nella prova vinta ancora dalla Tang con 1’02’’53.
Foto: Fabio Cetti | Corsia4
La squadra agonistica di nuoto Heaven Due è pronta per la nuova stagione
La Società Heaven Due è una realtà già nota e solida del panorama natatorio nazionale. Nella scorsa stagione, con un balzo in avanti molto marcato ed evidente, si è piazzata terza nella Serie A2 del Campionato Nazionale Italiano a squadre maschile, la Coppa Brema, che significa undicesimo posto generale.
Ma l’asticella dei risultati, per la stagione 2024-2025, è già più in alto.
Ad alzarla è Riccardo Urbani, ex nuotatore di grande livello (Olimpionico nel 1976 a Montreal) che da alcuni anni sta vivendo una brillante carriera come dirigente sportivo e che ora è Direttore Sportivo di Heaven Due.
Urbani, dopo aver diretto e rilanciato il Circolo Canottieri Tevere Remo come realtà nuova e vincente del nuoto italiano, aveva deciso di mettere in pausa il suo lavoro dirigenziale.
Dopo diversi anni di grandi soddisfazioni, pensavo che il mio rapporto con il nuoto fosse a un punto fermo. Invece mi ha chiamato Alfredo Caspoli, amico e collega con il quale ho condiviso in passato diverse gioie sportive, per chiedermi di accompagnarlo in questa nuova e stimolante avventura. Ho risposto: “sì, ma solo se vengo per vincere”.
Nelle sue parole, pronunciate alla presentazione del team avvenuta venerdì 18 ottobre presso la Sala Rossa del Foro Italico, c’è già tutta l’intenzione di un team che ha strutture, disponibilità e mezzi tecnici per puntare davvero in alto:
La nostra è una programmazione maniacale, non si tratta solo di avere gli atleti forti, ma di farli rendere al meglio delle loro possibilità. Abbiamo tre diversi preparatori atletici, che seguono i nuotatori anche a seconda delle loro caratteristiche tecniche, e tre nutrizionisti che ne studiano l’alimentazione. Non lasciamo nulla al caso, sappiamo di essere una squadra che gli atleti cercano e vogliamo continuare a migliorarci.
Anche tecnicamente la Heaven Due non lascia niente al caso:
I gruppi sono spalmati su tutta la giornata, divisi in spazi e orari che tengono conto delle necessità dell’atleta e della programmazione tecnica personalizzata. Un lavoro che possiamo fare grazie alle disponibilità di spazi ma anche grazie alle figure tecniche che lavorano per noi.
Questo è uno dei principali punti di forza del progetto, Urbani non ha dubbi:
Esperienza, competenza e sensibilità tecnica e umana non sono doti da tutti. Io credo che Alfredo Caspoli in questo sia unico, e credo che gli atleti che abbiamo possano rendere al meglio proprio grazie alla sua guida.
A proposito di atleti, qui il discorso si fa davvero interessante. I nuotatori più rappresentativi sono sicuramente Matteo Brunella, salito sul podio ai Campionati Italiani Assoluti nei 50 e 100 dorso, e Alessandro Fortini, medaglia ai Campionati Italiani Estivi di Categoria, che insieme a Mattia Mosconi, Andrea Tornari, Francesco Corazza e Gabriele Loss, hanno contribuito al risultato conquistato nel Campionato Italiano di Società della scorsa stagione.
L’innesto più interessante per il nuovo corso è sicuramente Davide Harabagiu, classe 2004, in evidenza fra i dorsisti da categoria Junior e delfinista emergente nelle ultime stagioni, pedina fondamentale che può spostare molto anche a livello di squadra. Anche in campo femminile l’obiettivo è il miglioramento, grazie al continuo lavoro sui giovani ma anche grazie agli innesti che sono arrivati a rinforzo della squadra.
Squadra Coppa Brema maschile
Alessandro Fortini
Matteo Brunella
Mattia Mosconi
Gabriele Loss
Davide Harabagiu
Andrea Tornari
Francesco Corazza
Daniele de Matteis
Gabriele Sfodera
Squadra Coppa Brema Femminile
Francesca Leone
Federica Siravo
Rachele Gigli
Sofia Viola
Marianna Bilotta
Giorgia Felicetti
L’obiettivo è chiaro, sempre nelle parole di Urbani: «Aspetto il 22 dicembre più di Natale. Abbiamo la forza per piazzarci tra le prime otto società italiane e raggiungere la Serie A1».
Notizie migliori arrivano dai 200 dorso donne, dove Margherita Panziera spalleggia con le migliori ed entra in finale con il terzo tempo. 2’10’’50 è un buon crono, ma per la medaglia servirà almeno quanto nuotato a Budapest (2’09’’43) perché la concorrenza è alta.
L’ultima semifinale di giornata sono i 50 farfalla uomini, con il dominio del bronzo di mondiale Andrii Govorov, primo senza affanni in 23’’17. A spessore internazionale solo Konrad Czerniak può infastidirlo, ma il polacco non sembra al meglio ed è dentro solo con l’ottavo crono in 23’’76. Per l’Italia out Carini in batteria, fuori anche Andrea Vergani, che trova la semi chiusa al 14° posto in 24’’20.
Chiudono le ragazze della 4×100 stile: il Canada con Katerine Savard in apertura vince in 3’39’’21, due decimi meno della Russia e poco meno di un secondo più veloce degli USA. L’Italia con Aglaia Pezzato, Paola Biagioli, Rachele Ceracchi e capitan Laura Letrari chiude settimana in 3’42’’71.
Oggi la seconda giornata con le finali a partire dalle 13.02 italiane!!
(foto copertina: Federnuoto.it)