Giorno uno subito ricco di protagonisti, con tanti giovani ma anche parecchie stelle già discretamente affermate. Una di queste è senza dubbio l’ucraino Mykhailo Romanchuk, che dopo l’argento mondiale e il testa a testa con Paltrinieri va a prendersi gloria in solitaria con la cavalcata vincente dei 400 stile, vinti in 3’45’’96, nuovo record delle Universiadi.

Per i colori azzurri restano fuori dalla finale sia Filippo Megli undicesimo che Fabio Lombini tredicesimo, ma una stretta al cuore mi arriva quando leggo il nome di Andrea Mitchell D’Arrigo chiudere in ultima posizione la finale (nuotando quasi dieci secondi in più della qualifica dove aveva chiuso quarto in 3’49’’84!), non tanto per la prestazione ma per la bandierina USA a fianco del suo nome!

Faccio un salto in avanti per andare a vedere invece quanto di bello c’è stato per l’Italia. I sogni di medaglia di questa prima giornata erano affidati ai velocisti della 4×100 stile maschile e i ragazzoni della next generation non hanno steccato. Solo gli Stati Uniti sono più forti di Lorenzo Zazzeri, Ivano Vendrame, Alex Di Giorgio e Alessandro Miressi che strappano l’argento in 3’15’’24.

Tornando indietro troviamo la buona finale conquistata da Elena Di Liddo nei 50 farfalla. La pugliese, vista in ottima forma all’Energy for Swim, trova un piazzamento tra le migliori otto con 26’’74, mentre l’altra azzurra in semi, Aglaia Pezzato, rinuncia a scendere in acqua in vista della finale della 4×100 stile.

Altra semi è quella dei 100 dorso uomini, priva di azzurri in acqua, tutti eliminati in mattinata con Matteo Milli 17° e Matteo Restivo 22° entrambi appena sotto al 56’’. Il primo tempo d’accesso lo ottiene l’americano Justin Ress con 53’’34 mentre tra i big spicca la qualifica di Kosuke Hagino, quinto al momento con 54’’57.

Tocca alla finale dei 400 misti donne, dove Carlotta Toni lotta ma chiude in ottava posizione con 4’47’’35 dopo il buon 4’43’’91 della mattina. Stravince la giapponese Yui Ohashi con il nuovo record Universitario di 4’34’’40.

Si torna alle semifinali con i ragazzi dei 100 rana. Un campione olimpico al via, è il kazako Dmitriy Balandin che si prende il primo posto parziale in 1’00’’27 di due decimi più veloce dell’australiano Wilson. Poca Italia, con Andrea Toniato ultimo e fuori in 1’01’’92, mentre Federico Poggio è rimasto il primo degli esclusi dopo le batterie con 1’01’’83.

Parigi 2024, vademecum per il tifoso

Siamo alle porte della più bella ed importante manifestazione sportiva: i Giochi Olimpici.

Gli atleti si preparano per anni ed anni affrontando non solo durissimi allenamenti ma anche situazioni complicate: malattie, infortuni e\o prestazioni sotto le aspettative.

L’avversario più ostico molti lo conoscono, dimora all’interno di ogni atleta, alcuni lo hanno come complice mentre per altri è l’antagonista per eccellenza. Il percorso per arrivare all’Olimpiade non è una strada semplice, gli ostacoli e gli imprevisti non provano nemmeno a nascondersi dietro l’angolo, si palesano proprio anche nei rettilinei.

I tifosi invece hanno una strada un pò più semplice, di solito è quella per arrivare al divano con popcorn e bevanda ghiacciata, anche se i più fortunati prendono lo zaino e partono alla volta del paese ospitante l’evento; dopo una caccia più o meno divertente si accaparrano i biglietti per la gara, partita, incontro a cui tengono di più e, con il portafoglio sicuramente molto più leggero, scaldano le corde vocali per incitare i propri campioni preferiti.  

Nel 2024 la facilità con cui si possono fare le cosiddette “chiacchiere da bar” stando seduti a casa per mezzo dei Social Network è sotto gli occhi di tutti. Prendiamo un qualsiasi dispositivo che abbia internet, apriamo la pagina del social network che preferiamo, leggiamo l’articolo riguardante la gara appena vista e commentiamo assieme a molti altri sconosciuti quello a cui abbiamo appena assistito.

Tempo per diventare leoni da tastiera: 2 minuti. Tempo impiegato dall’atleta per preparare quella gara: anni.

Negli ultimi quadrienni la velocità con cui è possibile connettersi ad internet ed al resto del mondo è notevolmente aumentata, la facilità con cui possiamo reperire un dispositivo tecnologico per essere sintonizzati sul mondo social è palese agli occhi di tutti. Sapete cosa ci ha tolto tutto ciò? L’empatia. Sapete cosa ci ha dato? La freddezza disumana della critica a priori.

Perché ci sentiamo legittimati ad essere così critici nei confronti di persone che conosciamo solo parzialmente o proprio per niente? Perché, vi svelo un segreto di Pulcinella, seguire le gare di un atleta, leggere quello che scrive sui social o quello che scrivono di lui sui social, non vuol dire conoscerlo ne come atleta ne, sopratutto, come persona.

Vorrei porre la vostra attenzione sulla variabilità: ecco un concetto importante da capire. Il nostro corpo non è uguale tutti i giorni, e questo lo può sentire chiunque.

L’atleta è abituato a lavorare con il proprio corpo e se ne accorge molto di più perché anche un leggerissimo fastidio può cambiare l’equilibrio del gesto tecnico e renderlo non più efficiente (=peggioramento immediato).

L’allenatore anche se ne accorge perché vede il proprio atleta ogni singolo giorno ripetere quel singolo gesto magari un centinaio, magari un migliaio se non un milione di volte. Anche il resto dello staff tecnico se ne può accorgere perché condivide il viaggio e gli è molto vicino.

Pensate quante cose possono influenzare questo delicatissimo meccanismo, perché la questione dello stato fisico è solamente una delle centinaia di variabili con cui l’atleta deve fare i conti.

L’atleta d’èlite è un funambolo, cammina sopra questo filo sottilissimo che è “lo stato di forma”. Questo filo è posto ad un altezza vertiginosa e ci vuole coraggio solo per camminarci sopra, lassù ci sono sempre folate di vento prepotenti che vogliono far cadere il nostro funambolo e lui deve tentare di resistervi. Lo scopo è cercare di attraversare il cratere su cui è posto il filo meglio degli altri che a loro volta lotteranno per fare meglio di lui.

Siete sicuri di conoscere tutte queste variabili? Di sapere in che stato fisico sono tutti gli atleti? L’ignoranza nel senso ”ignorare determinate cose perché non le si conosce” non è un problema, è normale, nessuno è onnisciente. Ma quando facevate geometria alle medie riuscivate a risolvere i problemi quando vi mancavano gran parte dei dati?

Vi faccio un esempio: immaginate che una persona adesso entri a casa vostra e fotografi la prima cosa in disordine o sporca che trova per poi pubblicarla sui social. “Che schifo questo\a è proprio zozzo\a!” , “ma come si fa a ridurre una casa così?” , “neanche un porcile lo lascerei cosi!”.

Ma queste persone non lo sanno che quella mattina non era suonata la sveglia, il gatto ha fatto il panico poco prima che uscissi di casa e non hai potuto pulire perché eri in ritardo per andare al lavoro, la sera prima non hai avuto il tempo di sistemare perché hai finito tardi al lavoro ed eri distrutto\a.

Nessuno lo sa. Solo tu e le persone che ti conoscono che ti chiedono: “cos’è successo?” Ma soprattutto: “hai bisogno di qualcosa?”.

Alcuni rispondono perché sentono quasi il bisogno di fermare questa ondata di critiche negative che sono come spine conficcate sotto un piede, infastidiscono: “non sono sempre così, non ho avuto il tempo” oppure in maniera più aggressiva. Queste persone che non si conoscono, non si sono mai viste e magari mai s’incontreranno con delle banali frasi dal sapore acido ed amaro allo stesso tempo, hanno generato un granello di sentimento negativo che andrà a sommarsi agli altri che portiamo dentro di noi. Le cose negative hanno un peso specifico maggiore e sono quelle che poi ci trascinano giù.

Ci sentiamo legittimati a commentare uno o pochi attimi, frangenti e ci dimentichiamo che la vita, i percorsi sono fatti dalla totalità del nostro tempo. Estrarre un frammento da un insieme non ci permette di capirne l’essenza, di inquadrarlo correttamente. Abbiamo una conoscenza piena di quello che stiamo commentando? Conosciamo tutti gli strati che formano un percorso?

Sapete quali sono i commenti che un vero tifoso sarebbe bello facesse? I complimenti e gli incoraggiamenti. Le critiche non costruttive e sopratutto gli insulti non sono solo inutili ma generano negatività. E a cosa serve far nascere qualcosa di brutto? Tirare gli altri verso il basso non aiuterà mai noi ad andare verso l’alto.

Commentare una gara è un diritto di tutti ma fermiamoci un secondo e pensiamo a questa cosa: guarderesti negli occhi un ragazzo\a giovane che ha appena avuto una delusione enorme dopo che non è riuscito ad esprimere in meglio di se stesso nel momento decisivo e gli diresti “hai fatto schifo! Ti sta bene! Lavora di più! Vai a zappare la terra!”.

Non farti ingannare dalla disumanizzazione a cui porta lo scrivere da dietro uno schermo. Credo che ogni atleta sia conscio del proprio risultato e se non lo fosse ci penserebbe il suo team ad aprirgli gli occhi. Tu che non lo conosci vuoi davvero aggiungere un sassolino al suo vaso del malumore e uno al tuo della malevolenza?

Lo spirito Olimpico facciamolo entrare veramente nelle nostre case, nelle nostre tastiere, facciamoci pervadere da quest’ondata di divertimento ed entusiasmo, lasciamo la negatività lontana.

Torniamo ad essere umani anche dietro lo schermo del PC.

Foto: Fabio Cetti | Corsia4

Fatti di nuoto Weekly: previsioni Olimpiche volume 2, uomini

Sabato inizia la settimana santa del nuoto Olimpico e la tensione è ormai alle stelle. Mancavano solo i pronostici maschili, eccovi serviti.

Con Fatti di nuoto weekly ci si risente a Giochi fatti.

Se vi siete persi la “puntata precedente”: Volume 1: donne.

50 stile libero
La storia di McEvoy è interessante e romantica, e l’Olimpiade potrebbe essere una bella ciliegina sulla torta oppure un pesante macigno da mandare giù. Io credo che alla fine ce la farà, anche se Proud e Dressel solo lì pronti ad approfittare delle chance. Per la sorpresa mi gioco il messicano Castano.

Winner Cameron McEvoy
Underdog Gabe Castano


100 stile libero
La tensione che ci sarà al via di questa gara sarà pazzesca. Due uomini sono sopra a tutti, alla vigilia, e sono Pan Zhanle (che io vedo un pochino meglio) e David Popovici, ma ci sono anche Alexy, Guiliano, Grousset e Chalmers in agguato. Miressi per la sorpresa.

Winner Pan Zhanle
Underdog Alessandro Miressi


200 stile libero
Nella doppia distanza c’è meno ressa intorno a Popovici, che dovrebbe vincere con relativa facilità regalandoci la solita sinfonia in vasca. Nella lista dei contendenti alle medaglie preferirei Hwang Sunwoo, mentre (senza pressioni) mi aspetto un bel 200 anche da Ragaini. Ultima fiche per Danas Rapsys?

Winner David Popovici
Underdog Danas Rapsys

400 stile libero
Che a battere finalmente il record di Paul Biedermann sia un tedesco la vedo cosa buona e giusta, e Lukas Martens è degno erede sia dell’orca di Halle che di Ian Thorpe. Per la sorpresa vado con il Brasile, Guilherme Costa.

Winner Lukas Martens
Underdog Guilherme Costa


800 stile libero
Daniel Wiffen è forse il singolo atleta più in crescita negli ultimi 12 mesi, potenzialmente il più fresco tra tutti i mezzofondisti, e negli 800 ha secondo me la chance maggiore. Vietato sottovalutare Paltrinieri per il podio.

Winner Daniel Wiffen
Underdog Gregorio Paltrinieri


1500 stile libero
Verrebbe da dire doppietta di Wiffen, e forse è la strada più possibile, ma nei 1500 credo che la bagarre sarà forse maggiore, e credo che Bobby Finke venderà cara la pelle. Non è più una sorpresa ormai, ma occhio al turco Tuncelli.

Winner Daniel Wiffen
Underdog Kuzey Tuncelli

100 dorso
Unica vera e solida possibilità di oro per noi, e credo proprio che Ceccon non se la farà scappare. È il migliore, lo sa e lo dimostrerà, possibilmente scrivendo la storia con un bel world record. Dalle retrovie vedo un bel miglioramento dello spagnolo Gonzalez.

Winner Thomas Ceccon
Underdog Hugo Gonzalez


200 dorso
Non sarà facile, ma penso che Ryan Murphy possa portarsi a casa un altro oro Olimpico in questa gara dopo quello di Rio. La vera domanda è: Ceccon in forma e convinto quanto può fare nei 200 dorso?

Winner Ryan Murphy
Underdog Thomas Ceccon

100 rana
Se Peaty torna a fare il Peaty avremo una gara, altrimenti vincerà Qin Haiyang, senza storia. Il tedesco Imodu è un mio pallino da sempre, vorrei vederlo nuotare bene in finale (dove Martinenghi si gioca la medaglia).

Winner Qin Haiyang
Underdog Melvin Imodu


200 rana
Doppietta di Qin Haiyang: con un tipo vicino al suo record del mondo, nessuno può avvicinarlo. Io avrei paura solo del connazionale, Dong Zhihao, bellissimo.

Winner Qin Haiyang
Underdog Dong Zhihao

100 farfalla
Se Caeleb Dressel deve scrivere una pagina importante di storia, personale e mondiale, questa è la gara giusta. Interessa il giusto, perché rivederlo nuotare e sorridere è già una vittoria, ma con l’oro al collo avrebbe ancor più risonanza. C’è poco spazio per le sorprese, perché la concorrenza è fenomenale: Liendo, Ponti, Temple, Grousset e anche lo stesso Milák, tutti hanno fatto 50 e poco.

Winner Caeleb Dressel
Underdog Kristóf Milák


200 farfalla
Magari non succede ma io ci voglio credere: sportellate come se non ci fosse un domani e mano davanti di Milák su Marchand, giusto per far impazzire i francesi. Carini in finale a battersi con il mondo sarebbe bellissimo.

Winner Kristóf Milák
Underdog Giacomo Carini

200 misti
Marchand nei misti non ha rivali, ma nei 200 potrebbe non essere così isolato all’arrivo, perché ci sono Wang Shun (soprattutto) e Carson Foster belli carichi. Alberto Razzetti tirato a lucido non sfigurerà affatto.

Winner Leon Marchand
Underdog Alberto Razzetti


400 misti
Vittoria e record del mondo, non mi aspetto niente di meno da Marchand in questa gara che, più di tutte, è la sua. Razzetti qui è nel giro delle medaglie, quindi come sorpresa mi gioco il campione in carica Chase Kalisz.

Winner Leon Marchand
Underdog Chase Kalisz

See you later!

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Foto: Fabio Cetti | Corsia4

Parigi 2024 | le gare degli Azzurri alle Olimpiadi

-4 al primo “Take your marks” Olimpico del nuoto in vasca, le gare si terranno dal 27 luglio al 4 agosto 2024 presso Paris La Défense Arena.

La spedizione azzurra, è composta da 36 atleti – 16 donne e 20 uomini – vediamo a quali gare sono iscritti e il programma del nuoto in questi Giochi della XXXIII Olimpiade.

Donne

  1. Lisa Angiolini 100 ra
  2. Matilde Biagiotti staffette
  3. Costanza Cocconcelli 100 fa
  4. Sara Curtis 50 sl
  5. Giulia D’Innocenzo staffette
  6. Francesca Fangio 200 ra
  7. Sara Franceschi 200 e 400 mi
  8. Emma Virginia Menicucci staffette
  9. Sofia Morini staffette
  10. Maegherita Panziera 200 do
  11. Benedetta Pilato 100 ra
  12. Simona Quadarella 400, 800 e 1500 sl
  13. Giulia Ramatelli staffette
  14. Viola Scotto Di Carlo 100 fa
  15. Ginevra Taddeucci  1500 sl
  16. Chiara Tarantino staffette

Uomini

  1. Giacomo Carini 200 fa 
  2. Giovanni Caserta staffette
  3. Thomas Ceccon 100 e 200 do
  4. Paolo Conte Bonin staffette
  5. Carlos D’Ambrosio staffette
  6. Luca De Tullio 800 e 1500 sl
  7. Marco De Tullio  400 sl
  8. Leonardo Deplano 50 e 100 sl
  9. Manuel Frigo staffette
  10. Michele Lamberti 100 do
  11. Matteo Lamberti 400 sl 
  12. Nicolò Martinenghi  100 ra
  13. Filippo Megli 200 sl
  14. Alessandro Miressi 100 sl
  15. Gregorio Paltrinieri  800 e 1500 sl
  16. Alessandro Ragaini 200 sl
  17. Alberto Razzetti 200 e 400 mi, 200 fa
  18. Matteo Restivo  200 do
  19. Ludovico Blu Art Viberti  100 ra
  20. Lorenzo Zazzeri  50 sl

L’Italia si è qualificata a tutte le sette staffette in programma. La loro composizione non è ancora stata ufficilizzata, ricodiamo che gli atleti convocati solo per le staffette, dovranno obbligatoriamente essere schierati.

4×100 stile libero uomini
4×200 stile libero uomini
4×100 mista uomini

4×100 stile libero donne
4×200 stile libero donne
4×100 mista donne

4×100 mista mista

Programma gare del Nuoto

Sa 27/7 Batterie 11.00
100 fa F – 400 sl F – 100 ra M – 400 sl M – 4×100 sl F – 4×100 sl M
D1 SF e FINALI 20:30
20.30 100 fa F SF
20.42 400 sl M
20.52 400 sl F
21.12 100 ra M SF
21.34 4×100 sl F
21.44 4×100 sl M

Do 28/7 Batterie 11.00
200 sl M – 400 mx M – 100 ra F – 100 do M – 200 sl F
D2 SF e FINALI dalle 20.30
20.30 400 mx M
20.40 100 fa F
20.46 200 sl M SF
21.10 100 ra F SF
21.32 100 do M SF
21.44 100 ra M
21.50 200 sl F SF

Lu 29/7 Batterie 11.00
400 mx F – 100 do F – 800 sl M
D3 SF e FINALI dalle 20.30
20.30 400 mx F
20.40 200 sl M
20.57 100 do F SF
21.19 100 do M
21.25 100 ra F
21.41 200 sl F

Ma 30/7 Batterie 11.00
200 fa M – 100 sl M – 1500 sl F – 100 sl F – 200 ra M – 4×200 sl M
D4 SF e FINALI dalle 20.30
20.30 100 sl M SF
20.42 200 fa F SF
20.56 100 do F
21.02 800 sl M
21.25 100 sl F SF
21.47 200 ra M SF
22.01 4×200 sl M

Me 31/7 Batterie 11.00
200 ra F – 200 do M –  200 fa F
D5 SF e FINALI dalle 20.30
20.30 100 sl F
20.36 200 fa M
20.43 200 fa F SF
21.07 1500 sl F
21.37 200 do M SF
21.51 200 ra F SF
22.15 200 ra M
22.22 100 sl M

Gi 1/8 Batterie 11.00
200 do F –  50 sl M – 200 mi M – 4×200 sl F
D6 SF e FINALI alle 20.30
20.30 200 fa F
20.37 200 do M
20.44 50 sl M SF
21.04 200 ra F
21.11 200 do F SF
21.35 200 mi M SF
21.49 4×200 sl F

Ve 2/8 Batterie 11.00
100 fa M – 200 mi F – 800 sl F – 4×100 mi Mix
D7 SF e FINALI dalle 20.30
20.30 50 sl M
20.36 200 do F
20.43 200 mi M
21.00 100 fa M SF
21.22 200 mi F SF

Sa 3/8 Batterie 11.00
50 sl F – 1500 sl M – 4×100 mx M – 4×100 mx F
D8 FINALI dalle 20.30
20.30 100 fa M
20.37 50 sl F SF
21.01 200 mi F
21.08 800 sl F
21.34 4×100 mi Mix

Do 4/8 D9 FINALI dalle 18.30
18.30 50 sl F
18.36 1500 sl M
19.06 4×100 mx M
19.26 4×100 mx F

Foto: Fabio Cetti | Corsia4

Il Nuoto alle Olimpiadi: le specialità perdute

Le Olimpiadi sono un evento globale atteso e seguito in tutto il mondo, al quale partecipano perlopiù atleti professionisti che vivono dello sport da loro praticato e ne ricevono spesso fama e notorietà.

In origine, tuttavia, gli sportivi olimpici non erano dei personaggi pubblici pagati ed ammirati come oggi, ma semplici pionieri che, un po’ per dovere ed un po’ per lungimiranza, sentivano che la disciplina da loro praticata poteva essere qualcosa di più che una semplice passione perditempo.

Anche gli eventi Olimpici erano molto diversi da come li conosciamo ora, sia per modalità di svolgimento che per contesto. Ma se in discipline come l’atletica leggera il programma originale conteneva specialità che sono poi rimaste come parte integrante, nel nuoto sono molte le specialità che sono state abbandonate a favore delle gare che oggi conosciamo.

Le chiameremo Le specialità perdute, ovvero le gare di nuoto che hanno fatto la loro breve apparizione all’interno delle Olimpiadi lasciando comunque un segno nella storia.

Nella prima Olimpiade dell’era moderna, le gare si disputarono nella Baia di Zea, nel Pireo, il giorno 11 settembre; oltre ai classici 100 metri stile libero, le altre tre gare fanno parte delle specialità perdute in quanto sparite subito dopo questa edizione dei Giochi.

I 100 stile libero per marinai, erano aperti esclusivamente a marinai della marina greca e tra i tre partecipanti il migliore fu Ioannis Malokinis, che chiuse la gara in un non indimenticabile 2’20”4, quasi un minuto più lento del vincitore dei 100 stile libero Alfred Hajos.

Subito dopo prese il via la gara dei 500 stile, alla quale parteciparono sempre in tre. L’austriaco Paul Neumann approfittò dell’assenza del favorito Hajos per imporsi con più di 90 secondi di vantaggio sul secondo classificato.

Il programma fu chiuso dai 1200 stile, predecessori dei 1500, gara che vide un altro trionfo di Hajos con quasi tre minuti di vantaggio sul secondo classificato. A questa gara parteciparono 9 atleti, dei quali tre greci dai nomi sconosciuti ed un ritirato, il Paul Neumann campione dei 500 metri.

Quattro anni più tardi, a Parigi, il nuoto ebbe addirittura 7 eventi in programma, dei quali ben 5 sono da considerarsi “Perduti”. Grande protagonista del fondo nella Senna, ancora a quanto pare balneabile, fu il britannico John Artur Jarvis, vincitore sia dei 1000 metri che dei 4000 metri.

Il primo evento a per team furono i 200 metri a squadre, il quale svolgimento non fu più riproposto nella storia, ma che presenta uno strano metodo di assegnazione del titolo che vale la pena analizzare. La gara era suddivisa in cinque batterie da cinque nuotatori ciascuna, i quali disputavano un 200 stile libero a testa. L’assegnazione alle batterie era stata estratta a sorte ed i nuotatori ricevevano un punteggio tabellare così suddiviso:

La stranezza sta nel fatto che un atleta in seconda batteria avrebbe potuto anche fare un tempo minore di uno in prima batteria, ma comunque il punteggio sarebbe risultato più alto (cosa che infatti è successa). La squadra con il minor punteggio, ovvero la tedesca Deutscher Schwimm Verband Berlin, vinse l’oro, mentre argento, bronzo e quarto posto andarono a tre squadre francesi. Per la cronaca, i tedeschi avrebbero vinto l’oro anche con una classifica basata sui tempi, mentre si sarebbero invertiti secondo e terzo team classificato.

Una specialità perduta che, probabilmente, aggiungerebbe spettacolo ed imprevedibilità al programma moderno del nuoto sono i 200 metri ad ostacoli, vinti a Parigi dall’australiano Fredrick Lane già campione dei 200 stile. La gara, composta da semifinale e finale, consisteva in un percorso di 200 metri durante il quale gli atleti dovevano arrampicarsi su una pertica, superare una fila di barche e poi tornare a nuoto sotto le barche stesse. Una prova che, riportata ai nostri tempi, richiama di più le prove a tempo di Mai Dire Banzai che una gara di nuoto vera e propria.

L’ultima specialità perduta di questa Olimpiade meravigliosa fu il nuoto subacqueo. Il punteggio per la classifica si basava sulla distanza percorsa e sul tempo di apnea di ogni atleta e a trionfare fu il francese Charles de Vendevill, autore di 60 metri di apnea e 68,4 secondi. La gara non venne riproposta nei Giochi successivi perché ritenuta poco spettacolare, ma si può considerare l’antenata delle moderne prove di apnea statica e dinamica.

Nel 1904 le Olimpiadi si svolsero a St Louis, Missouri, all’interno della grande Fiera Campionaria organizzata dal Presidente Roosvelt per il rilancio dell’economia Americana. Le ricordiamo come le Olimpiadi della prima comparsa delle medaglie, assegnate a primo secondo e terzo classificato, e per la partecipazione quasi esclusiva di atleti statunitensi. Ma i Giochi di St Louis sono anche tristemente noti per le “Giornate Antropologiche”, organizzate per far gareggiare atleti di razze considerate inferiori a quella bianca come pigmei, inuit e nativi americani.

Nel nuoto dobbiamo considerare “perduti” tutti e 9 gli eventi in programma, perché per la prima ed ultima volta le distanze si misurarono in yards e non in metri. Nonostante agli eventi, disputati a Forest Park, parteciparono atleti prettamente statunitensi, furono la scuola tedesca ed ungherese a portare a casa più titoli. Per la prima volta nella storia, si gareggiò anche in una staffetta, la 4×50 iarde, alla quale parteciparono solamente quattro team di quattro club americani.

Fu a Londra 1908 che le gare di nuoto si disputarono per la prima volta in piscina – una vasca da 100 metri appositamente costruita per l’evento – ed il programma fu di conseguenza ridotto a gare di nuoto più classiche. Da quel momento in poi possiamo citare solo 3 eventi da considerarsi “perduti”.

I 400 rana maschi esordirono nel 1912 a Stoccolma, la prima edizione delle donne nel nuoto olimpico, quando il tedesco Walter Bathe mise a segno la fantastica doppietta 200-400 rana, ripetuta poi nel 1920 dallo svedese Hakan Malmrot. Per quanto riguarda i 300 stile donne, invece, una singola apparizione ad Anversa 1920 ed un podio tutto statunitense con la vincitrice, Ethelda Bleibtrey, protagonista anche dell’oro nei 100 stile.

Foto: Fabio Cetti | Corsia4

Il Nuoto alle Olimpiadi di Parigi 2024: le staffette

La prima staffetta del programma Olimpico del nuoto si disputò nel 1904 a St Louis e fu una 4×50 iarde a stile libero, aperta esclusivamente a quattro club statunitensi, due di New York, uno di Chicago ed uno del Missouri.

In realtà, anche la squadra della Germania chiese ufficialmente di partecipare all’evento, ma venne esclusa perché non si trattava di un team di atleti provenienti dallo stesso club ma di una selezione di migliori nuotatori, la prima idea di rappresentativa nazionale. I tedeschi non presero molto bene la decisione degli organizzatori, tanto da rifiutare anche l’invito ricevuto al termine delle gare di scontrarsi contro la selezione dei quattro migliori nuotatori americani.

Nonostante il CIO la consideri una gara Olimpica a tutti gli effetti, per la sua natura completamente diversa rispetto a tutte le altre staffette la 4×50 iarde di St. Luis viene da molti esclusa dalle graduatorie, e così faremo anche noi.

Consideriamo quindi la 4×200 stile maschile del 1908 la prima staffetta Olimpica di sempre, vinta dalla ospitante nazionale del Regno Unito seguita da Ungheria e Stati Uniti.

Le donne esordirono nell’Olimpiade successiva, quella del 1912, con la 4×100 stile libero. Le staffette 4×100 mista vennero disputate per entrambi i sessi la prima volta Roma 1960, mentre la più giovane è la 4×200 femminile, presente solo da Atlanta 1996.

Il medagliere generale è ampiamente dominato dagli Stati Uniti, che hanno vinto 42 ori su 55 maschili e 29 su 48 femminili, dimostrando da sempre di ritenere la vittoria Olimpica in staffetta il vero coronamento del lavoro del team nel quadriennio precedente. In entrambi i casi è l’Australia a seguire da molto lontano con poche altre Nazioni in grado di vincere un titolo nella storia.

L’Italia è salita per la prima volta sul podio ad Atene 2004, con un bronzo ottenuto dalla 4×200 maschile che si qualificò con il sesto tempo al mattino grazie a Matteo Pellicciari, Simone Cercato, Federico Cappellazzo e Massimiliano Rosolino. Nella finale, vinta dagli USA di Phelps e Lochte per soli 13 centesimi sull’Australia di Hackett, Klim e Thorpe, gli azzurri precedettero di 77 centesimi la Gran Bretagna. La formazione italiana in finale era da sogno: c’era il veterano Emiliano Brembilla (1’48”16) finalmente a podio Olimpico, il campione affermato Massimiliano Rosolino (1’46”24), l’outsider Simone Cercato (1’49”85) autore del miglior tempo al mattino ed il giovane in rampa di lancio Filippo Magnini (1’47”58).

Sono dovuti passare 17 anni per rivedere gli azzurri sul podio, ma a Tokyo è successo per ben due volte. Nella prima giornata, con la 4×100 stile formattata Alessandro Miressi, Thomas Ceccon, Lorenzo Zazzeri e Manuel Frigo (e Santo Condorelli in batteria), argento dietro gli inarrivabili USA di Dressel, e nell’ultima giornata con il bronzo della 4×100 mista, formata da Thomas Ceccon, Nicolò Martinenghi, Federico Burdisso e Alessandro Miressi.

L’albo d’oro maschile è un’ennesima dimostrazione di superiorità statunitense. Un esempio su tutti riguarda la 4×100 mista, sempre vinta dagli USA – e spesso con il record del mondo – tranne che nel 1980, anno delle Olimpiadi di Mosca e del boicottaggio americano ai Giochi.

Anche nella 4×100 stile le vittorie non a stelle&strisce rappresentano un’eccezione da ricordare, come il trionfo australiano alle Olimpiadi di casa a Sydney – con record del mondo totale ed in prima frazione di Michael Klim -, l’exploit del Sud Africa di Schoeman e Neethling – autore anche del world record – ad Atene 2004 o lo sgarbo dei francesi a Londra 2012 – poi vendicato a Rio 2016 – dopo la delusione del 2008, quando i transalpini erano favoriti ma si scontrarono con la frazione paranormale di Jason Lezak (46”06) in chiusura.

La 4×200, staffetta più antica del programma, è quella che ha dato spazio a al maggior numero di alternative rispetto agli USA: c’è stato il ciclo giapponese degli anni ’30, la vittoria della Squadra Unificata – composta dagli atleti delle nazioni ex sovietiche – nel ’92, qualche incursione australiana, ultima delle quali nel 2000 a Sydney con Thorpe, Klim, Pearson e Kirby al record del mondo (e l’Italia quarta di 21 centesimi).

I campioni in carica sono i britannici Dean, Guy, Richards e Scott.

La prima staffetta femminile della storia fu vinta dal Regno Unito nel 1912, ma da allora solo altre nove volte su 24 la 4×100 stile non andò a Team USA. In realtà, la vittoria nella gara a squadre più veloce sfugge agli Stati Uniti da Sydney 2000, quando furono Dara Torres e Jenny Thompson a guidare le compagne verso il world record. Da allora, per ben quattro volte a spuntarla sono state le australiane, che a Tokyo 2020ne hanno migliorato il record del mondo con Emma McKeon a 51”35 lanciata.

L’edizione dei Giochi del 2008 è stata la prima dal 1988 nella quale gli USA non hanno vinto nemmeno una staffetta al femminile. La 4×200 – capitanata dalla formidabile Stephanie Rice – e la 4×100 mista – spinta in avanti dalla frazione a rana di Leisel Jones – andarono all’Australia, che nella mista aveva vinto anche ad Atene 2004. Questo fatto del tutto eccezionale si è ripetuto anche a Tokyo, con la beffa sia nella 4×200 (cinesi vincitrici di 60 centesimi) che nella mista (australiane migliori di 13 centesimi).

Foto: Fabio Cetti | Corsia4

Fatti di nuoto Weekly: previsioni Olimpiche volume 1, donne

Ragazzi, manca una settimana eh. Non si scappa più, Les jeux sont faits.

Ecco le previsioni Olimpiche più azzardate che troverete nell’internet. Volume 1: donne.

50 stile libero
Anche se il sogno è Sarah Sjöström (e razionalmente avrà dalla sua un programma gare più easy), penso che Kate Douglass arriverà con più chance di tutte di vincere, anche della connazionale Walsh. L’altra Sara, la nostra, è forse la mia attesa maggiore per tutte le Olimpiadi.

Winner Kate Douglass
Underdog Sara Curtis


100 stile libero
Se non vince Mollie O’Callaghan sarà strano, e se non dovesse vincere spero nel colpaccio di Siobhan Haughey, la Seemanova vista ultimamente potrebbe fare bene.

Winner Mollie O’Callaghan
Underdog Barbora Seemanova


200 stile libero
Qui saranno sportellate tra le due compagne e rivali, australiane, una sfida che potrebbe essere devastante anche mentalmente per entrambe. Favorita Titmus, se non altro per il fresco record del mondo, ma Mollie la preferisco da sempre. Per la sorpresa vado con la brasiliana Da Silva Costa.

Winner Mollie O’Callaghan
Underdog Maria Fernanda da Silva Costa

400 stile libero
Pochissimi dubbi su questa gara che sarà a senso unico per Titmus e per il suo coach Dean Boxall che, francamente… anche meno dai. L’altra brasiliana Gabrielle Roncatto, bellissima nuotata, me la gioco per la sorpresa.

Winner Ariarne Titmus
Underdog Gabrielle Roncatto


800 stile libero
Io preferirei tutta la vita altri due titoli per Katie Ledecky, la vera GOAT del nuoto mondiale, che un oro di Titmus in questa gara. Lo scontro ci sarà, vedremo una bella gara nella quale entrerà anche Simona Quadarella. Erika Fairweather non l’avevo ancora nominata ed allora eccoci qui.

Winner Katie Ledecky
Underdog Erika Fairweather


1500 stile libero
Pronostico chiusissimo già alla vigilia, si nuota per l’argento con Quadarella alla caccia della medaglia. Partono solo in 17, non c’è grande spazio per le sorprese: se devo dire un nome è ancora Brasile, Beatriz Dizotti.

Winner Katie Ledecky
Underdog Beatriz Dizotti

100 dorso
Sarà uno scontro tra titani tra Kaylee McKeown e Regan Smith. Quest’ultima ha il dente avvelenato e una voglia di rivalsa incredibili, potrebbero darle quel qualcosa in più per battere la campionissima australiana. Tifo per un colpo di coda di Kylie Masse, ma mi piace molto la francese Emma Terebo.

Winner Regan Smith
Underdog Emma Terebo


200 dorso
Magari mi sbaglio ma vedo Kaylee più solida in questa gara rispetto a Regan (e puntualmente verrò smentito dai risultati). Come underdog mi spendo un penny, anzi un franco francese, per la rinascita sportiva di Margherita Panziera. Se lo meriterebbe.

Winner Kaylee McKeown
Underdog Margherita Panziera

100 rana
Non vedo un universo nel quale non vinca Tang Qianting, troppo in crescita per farsi fregare da Rūta Meilutytė. La corsa per la medaglia è dura, ci vuole un bel miglioramento, e Benedetta Pilato lo sa; per la sorpresa vado con la giapponese Aoki, sempre piaciuta.

Winner Tang Qianting
Underdog Reona Aoki


200 rana
Accoppiata più strana della storia delle Olimpiadi? Doppio oro ‘50 stile + 200 rana’ = Kate Douglass. Bellissimo e anche un pò pazzo come scenario, e come ciliegina metto sul podio Ye Shiwen (sì, proprio lei).

Winner Kate Douglass
Underdog Ye Shiwen

100 farfalla
Forse la gara più bella delle Olimpiadi. Gretchen Walsh, Torri Huske, Zhang Yufei, Maggie MacNeil, Emma McKeon, Angelina Kholer: potenzialmente possono vincere tutte. Praticamente, però, vincerà l’americana, troppo on fire per essere battuta. Sarebbe bellissimo vedere Rikako Ikee in finale.

Winner Gretchen Walsh
Underdog Rikako Ikee


200 farfalla
Regan Smith vs Summer McIntosh. Le due fenomene si prenderanno a sportellate, ma poi credo che vincerà la canadese. Vorrei vedere finalmente espresse tutte le potenzialità di Lana Pudar, anche se per il bronzo c’è da scendere di almeno un secondo.

Winner Summer McIntosh
Underdog Lana Pudar

200 misti
Altra gara potenzialmente pazza e combattutissima, con tre donne davvero forti al vertice e tre modi di intendere i misti diversi ed efficacissimi. Douglass fortissima nella seconda parte, McIntosh con avvio a delfino e solidità forse imbattibile, McKeown parte centrale dorso-rana da urlo. Chi vince? Vado con la più giovane, ma sono in forte dubbio. Tra le atlete di seconda fascia mi è sempre piaciuta molto Abbie Wood.

Winner Summer McIntosh
Underdog Abbie Wood


400 misti
Qui non c’è spazio per la fantasia: Summer McIntosh e basta. Alzi la mano chi non vorrebbe vedere Sara Franceschi in finale.

Winner Summer McIntosh
Underdog Sara Franceschi

See you later…

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Foto: Fabio Cetti | Corsia4

Notizie migliori arrivano dai 200 dorso donne, dove Margherita Panziera spalleggia con le migliori ed entra in finale con il terzo tempo. 2’10’’50 è un buon crono, ma per la medaglia servirà almeno quanto nuotato a Budapest (2’09’’43) perché la concorrenza è alta.

L’ultima semifinale di giornata sono i 50 farfalla uomini, con il dominio del bronzo di mondiale Andrii Govorov, primo senza affanni in 23’’17. A spessore internazionale solo Konrad Czerniak può infastidirlo, ma il polacco non sembra al meglio ed è dentro solo con l’ottavo crono in 23’’76. Per l’Italia out Carini in batteria, fuori anche Andrea Vergani, che trova la semi chiusa al 14° posto in 24’’20.

Chiudono le ragazze della 4×100 stile: il Canada con Katerine Savard in apertura vince in 3’39’’21, due decimi meno della Russia e poco meno di un secondo più veloce degli USA. L’Italia con Aglaia Pezzato, Paola Biagioli, Rachele Ceracchi e capitan Laura Letrari chiude settimana in 3’42’’71.

Oggi la seconda giornata con le finali a partire dalle 13.02 italiane!!

(foto copertina: Federnuoto.it)