Giorno uno subito ricco di protagonisti, con tanti giovani ma anche parecchie stelle già discretamente affermate. Una di queste è senza dubbio l’ucraino Mykhailo Romanchuk, che dopo l’argento mondiale e il testa a testa con Paltrinieri va a prendersi gloria in solitaria con la cavalcata vincente dei 400 stile, vinti in 3’45’’96, nuovo record delle Universiadi.
Per i colori azzurri restano fuori dalla finale sia Filippo Megli undicesimo che Fabio Lombini tredicesimo, ma una stretta al cuore mi arriva quando leggo il nome di Andrea Mitchell D’Arrigo chiudere in ultima posizione la finale (nuotando quasi dieci secondi in più della qualifica dove aveva chiuso quarto in 3’49’’84!), non tanto per la prestazione ma per la bandierina USA a fianco del suo nome!
Faccio un salto in avanti per andare a vedere invece quanto di bello c’è stato per l’Italia. I sogni di medaglia di questa prima giornata erano affidati ai velocisti della 4×100 stile maschile e i ragazzoni della next generation non hanno steccato. Solo gli Stati Uniti sono più forti di Lorenzo Zazzeri, Ivano Vendrame, Alex Di Giorgio e Alessandro Miressi che strappano l’argento in 3’15’’24.
Tornando indietro troviamo la buona finale conquistata da Elena Di Liddo nei 50 farfalla. La pugliese, vista in ottima forma all’Energy for Swim, trova un piazzamento tra le migliori otto con 26’’74, mentre l’altra azzurra in semi, Aglaia Pezzato, rinuncia a scendere in acqua in vista della finale della 4×100 stile.
Altra semi è quella dei 100 dorso uomini, priva di azzurri in acqua, tutti eliminati in mattinata con Matteo Milli 17° e Matteo Restivo 22° entrambi appena sotto al 56’’. Il primo tempo d’accesso lo ottiene l’americano Justin Ress con 53’’34 mentre tra i big spicca la qualifica di Kosuke Hagino, quinto al momento con 54’’57.
Tocca alla finale dei 400 misti donne, dove Carlotta Toni lotta ma chiude in ottava posizione con 4’47’’35 dopo il buon 4’43’’91 della mattina. Stravince la giapponese Yui Ohashi con il nuovo record Universitario di 4’34’’40.
Si torna alle semifinali con i ragazzi dei 100 rana. Un campione olimpico al via, è il kazako Dmitriy Balandin che si prende il primo posto parziale in 1’00’’27 di due decimi più veloce dell’australiano Wilson. Poca Italia, con Andrea Toniato ultimo e fuori in 1’01’’92, mentre Federico Poggio è rimasto il primo degli esclusi dopo le batterie con 1’01’’83.
Campionati Russi in corta, Kolesnikov e Chikunova in evidenza a San Pietroburgo
In attesa degli ormai prossimi Campionati Europei in vasca corta di Otopeni, la settimana appena trascorsa è stata abbastanza movimentata, specialmente in quel di San Pietroburgo, dove russi e bielorussi si son dati appuntamento per i 2023 Russian short course Championship.
Non saranno presenti in Romania ma tengono alta la tensione sperando ovviamente in una presenza a Parigi, che resta l’obbiettivo primario della stagione, ancor di più per gli atleti russi che mancano dalle competizioni internazionali ormai da quasi due anni.
Kolesnikov & Chikunova
Se il primo non ha bisogno di presentazioni, la giovane ranista si sta facendo strada nel panorama internazionale a furia di prestazioni, confermate anche in questa settimana.
Per Evgeniia Chikunova arriva infatti un treble di spessore nella sua rana: vince 50, 100 e 200 rispettivamente in 29’’54, 1’03’’80 e 2’15’’36 con una scalata anche nel ranking mondiale stagionale, dal quinto posto dei 50, passando al secondo nei 100 e al primo incontrastato nei 200.
Chi invece è sempre davanti a tutti è Kliment Kolesnikov: dominio nei 50 e 100 dorso, vinti in 22’’55 e nei 100 in 49’’12 nettamente il numero uno mondiale al momento. Si vede anche nei 100 stile dove tocca secondo in 46’’23 alle spalle del velocissimo Yegov Kornev con 45’’97.
New Russian Record
Non è cosa da poco limare un primato nazionale russo e c’è chi lo ha fatto e anche di molto. Protagonista indiscussa è sicuramente Arina Surkova che spazza via il suo vecchio record dei 100 farfalla portandolo da 56’’30 dello scorso anno a 55’’63 che le vale il momentaneo primato stagionale mondiale.
Non male anche i 50 farfalla, dove in semi timbra il nuovo NR con 24’’58 (suo il precedente di 24’’84 del 2022) per poi confermarsi in finale con 24’’68.
Due record al femminile, due al maschile: prima Ilya Borodin, che ritocca quello dei 200 misti con 1’53’’09, seconda prestazione mondiale stagionale dietro al nostro Thomas Ceccon e meglio dell’1’53’’26 nuotato da Daniil Pasynkov nel 2019. Per Borodin doppietta con i 400 misti, chiusi in 3’59’’50.
L’ultimo primato se lo prende il mezzofondista Alexander Stepanov, che con 7’34’’58 cancella il 7’35’’97 di Aleksandr Egorov del 2021.
In testa al ranking
È vero, la stagione è appena iniziata e si assesterà del tutto solo con gli Europei, ma diversi sono i russi volati in testa al ranking mondiale di stagione. Oltre a quelli già citati troviamo:
⇒ Oleg Kostin nei 50 farfalla con 22’’11 (a quattro centesimi dal record nazionale)
⇒ Alexander Kharlanov nei 200 farfalla con 1’51’’14
⇒ Kiril Prigoda nei 200 rana con 2’02’’56 (davanti a Danil Semianinov secondo in 2’02’’80)
⇒ Ilya Shimanovich nei 50 rana con 25’’72
⇒ Danil Semianinov nei 100 rana con 56’’49 (secondo Shimanovich con 56’’55)
Cosa aspettardi dal Mondiale di Doha
Uno degli effetti collaterali della tristemente nota pandemia mondiale è stato lo slittamento dei calendari sportivi.
Saltando a piedi pari quasi tutto il 2020, lo sport ha dovuto riadagiare le proprie manifestazioni negli anni successivi, reagendo in primis allo spostamento della manifestazione più importante, i Giochi di Tokyo. Per il nuoto, lo sappiamo bene, è stato un susseguirsi di situazioni più o meno controllate e controllabili, che ci hanno portato ad avere un Mondiale imprevisto (Budapest 2022) ed uno mal collocato (Doha 2024), con in mezzo quello rischedulato di Fukuoka 2023.
Di tutti, proprio quello del prossimo febbraio è l’evento più discusso, quello di cui, stando a quanto si sente e legge in giro, in molti avrebbero fatto a meno. Nonostante World Aquatics ostenti sicurezza su numeri e appeal dell’evento, sembra proprio che la partecipazione al Mondiale 2024 vedrà quantomeno un ridimensionamento dei numeri di partecipanti e, sicuramente, una minore presenza di atleti di altissimo livello. Se la vediamo dal punto di vista della programmazione, il periodo non è certo l’ideale per prevedere un picco di forma, o anche solo per infilarci dentro un momento di scarico.
Si tratta in primo luogo di una decisione personale: alcuni atleti ed allenatori si sono da subito dichiarati contrari alla scelta e, restando fedeli ad una programmazione più classica, non hanno preso proprio in considerazione l’evento. C’è chi, come Noè Ponti, ha dichiarato di non voler partecipare in tempi non sospetti, per dedicarsi proprio in quel periodo ad un collegiale in altura, e chi, come Adam Peaty e Duncan Scott, aveva già detto in estate che non sarebbe volato a Doha, in accordo con quasi tutta la nazionale britannica, molto polemica con le scelte di Worlds Aquatics. Dalle scelte personali si passa poi a quelle di squadra, che di riflesso sono anche scelte dal taglio politico.
Erano i primi di novembre quando dal Canada arrivava la formazione per Doha, una delle prime diramate ufficialmente. Dopo tanto parlare, quindi, una prima prova tangibile del fatto di cui sopra: convocati 26 atleti, alcuni forti, ma non i big. Assenti Summer McIntosh, Maggie MacNeil, Kylie Masse, Joshua Liendo e Ilya Kharun, cioè l’ossatura centrale della nazionale canadese, che quindi salta la rassegna iridata per puntare diritto ai Giochi di Parigi, nei quali da questa generazione di talenti ci si aspetta un’ulteriore prova di quanto di buono fatto nel recente passato.
Pochi giorni dopo è arrivata la lista dalla Germania, che comprende solo 10 atleti. Negli ultimi anni, quello tedesco non è di certo uno squadrone, e in questo caso la rinuncia non riguarda i big, che ci sono tutti, ma la partecipazione alle staffette. Secondo la Federazione è meglio concentrare forze e pensieri alle selezioni nazionali, in programma ad aprile, che varranno come qualificazione Olimpica.
La Federnuoto brasiliana, non una delle più pesanti ma neanche una “squadretta”, ha fatto una scelta quasi diametralmente opposta, convocando 13 atleti (8 donne e 5 uomini), cinque dei quali solo per disputare le staffette e tentare quindi la qualificazione Olimpica di squadra. La Svezia, altra nazionale di media dimensioni ma comunque importante, aveva già in tempi non sospetti diramato i 13 convocati, includendo Sarah Sjöström, Michelle Coleman e le sorelle Hansson, una partecipazione quindi corposa.
Arriviamo quindi alla Nazionale più attesa, quella statunitense, dalla quale ci si aspettava (perché da loro dichiarato) una partecipazione ridotta, senza passare da trials, con un massimo di 28 atleti, 14 per sesso.
Il Team diramato poche ore fa è il più scarno della storia USA ai Mondiali e comprende solo 18 nuotatori, e solo 5 donne. Niente Mondiali per Katie Ledecky e Ryan Murphy, appena eletti nuotatori dell’anno ai Golden Goggles, né per Bobby Finke o Alex Walsh, per citare alcuni dei medagliati recenti. È chiaro che si tratta quasi di un ammutinamento, messo in atto da gran parte degli atleti che in quella fase dell’anno si concentrerà sul nuoto universitario, oltre che sul percorso che porta ai Trials Olimpici, l’evento clou del nuoto nordamericano.
A Doha, sarà dura per gli USA anche solo schierare delle staffette, soprattutto in campo femminile, e quindi sarà difficile cancellare il brutto ricordo di Fukuoka, che dopo Doha potrebbe sembrare un’edizione non così negativa. O forse, come più probabile, dalle loro parti si eviterà quasi di parlare di questi Mondiali, sminuendone l’importanza proprio per la loro scelta di partecipazione ridotta.
Cosa ci aspettiamo, quindi, dal Mondiale di Doha? Restano da scoprire ancora alcune carte, Cina, Giappone ed Australia su tutte, nazioni che avranno le loro selezioni all’incirca nel periodo in cui, in Italia, si svolgeranno gli Assoluti. Dopodiché potremo finalmente dare un giudizio definitivo su che tipo di Mondiale sarà e di conseguenza che livello ci aspetterà.
Le premesse ci dicono che, molto probabilmente, sarà un “Mondiale minore” dal punto di vista dello star power e anche della partecipazione generale, ma sarà comunque un Mondiale. Si potrà discutere all’infinito su quanto varrà una medaglia presa in un contesto così, dove magari mancheranno uno o più favoriti per gara, ma resta il fatto che per qualcuno questa potrebbe essere un’opportunità irripetibile.
Non è escluso che, proprio alla luce di ciò, qualcuno possa decidere di concentrare su Doha più energie di quanto previsto, per cogliere al volo l’occasione ghiotta di salire su un podio iridato.
Nuoto Paralimpico, Assoluti in corta ad Ostia dal 25 novembre
Il countdown è iniziato: sabato 25 novembre al via la V edizione dei Campionati Italiani Assoluti di nuoto paralimpico, due giornate di gare in corta al Polo natatorio di Ostia. Le gare saranno trasmesse in streaming al link disponibile a fondo articolo nella scheda della manifestazione.
Record di partecipazione con 66 società e 219 atleti: 141 uomini e 78 donne. La società più numerosa è la padrona di casa S.S. Lazio nuoto con 22 atleti, seguita dalla Polha Varese con 20 iscritti e dal Centro Sportivo Portici con 19.
L’evento sarà organizzato dalla società sportiva S.S. Lazio nuoto i cui referenti saranno Claudio Sebastianutti e Katrina Moroli e dalla delegazione regionale Lazio rappresentata da Roberto Pasquini.
Presente ai blocchi di partenza una parte della Nazionale azzurra Campione del mondo a Manchester 2023:
Alberto Amodeo (Polha Varese), Simone Barlaam (G.S FF.OO/Polha Varese), Luigi Beggiato (G.S. Fiamme Gialle/C.S. Guardia di Finanza), Federico Bicelli (G.S Fiamme Azzurre/Pol. Bresciana no Frontiere), Francesco Bocciardo (G.S FF.OO/Nuotatori Genovesi), Vincenzo Boni (G.S FF.OO/ Caravaggio Sporting Village), Manuel Mateo Bortuzzo (G.S. FF.OO), Antonio Fantin (G.S. FF.OO/SS Lazio nuoto), Emmanuele Marigliano (C.S Portici), Riccardo Menciotti (C.C. Aniene), Federico Morlacchi (Fiamme Azzurre/ Polha Varese), Stefano Raimondi (G.S. FF.OO).
Alessia Berra (Polha Varese), Monica Boggioni (G.S FF.OO/Pavia Nuoto), Giulia Ghiretti (G.S FF. OO/ Ego Nuoto), Carlotta Gilli (G.S FF.OO/Rari Nantes Torino), Xenia Francesca Palazzo (G.S. Fiamme Azzurre/Verona Swimming Team), Alessia Scortechini (C.C Aniene), Arianna Talamona (Polha Varese),
A bordo vasca lo staff tecnico nazionale composto dal DT Riccardo Vernole e dai tecnici nazionali: Vincenzo Allocco, Federica Fornasiero, Matteo Poli, Enrico Testa e Massimiliano Tosin.
Programma gare
Sabato 25 novembre 2023 – ore 17.30
50 stile libero S1 – S14
50 farfalla S1 – S14
50 dorso S1 – S14
100 rana SB4 – SB14
Domenica 26 novembre 2023 – ore 10.00
100 stile libero S1 – S14
50 rana SB2 – SB14
100 dorso S1 – S14
100 misti SM5 – SM14
100 farfalla S8 – S14
Le dichiarazioni del direttore tecnico Riccardo Vernole:
Questi Campionati Assoluti in corta rappresentano una tappa molto importante nel nostro percorso agonistico verso gli appuntamenti internazionali della stagione; rappresentano un momento di verifica molto ampio in vista dei Campionati Europei in Portogallo prima e dei Giochi Paralimpici di Parigi 2024 poi.
Saranno due giorni gare dove ci aspettiamo prestazioni significative dai big, ma anche ottime performance dai giovani che hanno partecipato ai vari appuntamenti del FINP Academy. Giovani che devono cominciare a pensare in grande, sono loro il futuro del movimento federale, devono iniziare a dare dei riscontri forti.
Per ultimo vediamo se ci saranno nuovi ingressi, il nostro è uno sport sempre in fermento ed ogni gara può essere quella buona per vedere nascere una futura stella in un firmamento che oggi è sicuramente azzurro.
Foto e Comunicato FINP
Fatti di nuoto Weekly: Giro del Mondo
Ad una settimana esatta dagli Assoluti, Fatti di nuoto Weekly vi fa fare un giro del mondo nel mondo del nuoto, così non potete dire che siete impreparati.
Mentre si nuoticchia anche in Russia, nell’attesa di capire chi potrà competere in campo internazionale e chi no, qui trovate qualche risultato interessante dal mondo e qui sotto le altre notizie da non perdere.
You’re welcome.
Dagli USA: Golden Goggles & NCAA
Sono stati assegnati i Golden Goggles 2023, i premi per l’annata del nuoto USA, e per una volta nella storia sono sembrati l’edizione minore degli Australian Awards. L’annata del nuoto a stelle&strisce non è stata entusiasmante, è mancata quella spinta di rinnovamento che spesso si vede oltre oceano e che, invece, a questo giro è stata sormontata dalla poderosa ondata australiana, sfociata nel Mondiale di Fukuoka. Il risultato è che a vincere sono state due leggende non certamente di primissimo pelo come Ryan Murphy, al secondo alloro in carriera, e Katie Ledecky (nono titolo), che ha ottenuto il premio ex aequo con Kate Douglass. L’onore va tutto ai due grandi capitani, che non sembrano avere nessuna intenzione di mollare, e che saranno di sicuro protagonisti anche a Parigi e forse pure oltre, almeno stando alle loro dichiarazioni di intento.
Per Douglass il discorso è differente: la sua duttilità, la capacità di essere determinante anche in molte staffette, la rende una perfetta erede delle grandi polivalenti USA e di conseguenza una pedina fondamentale per la sua nazionale. Dopo un Mondiale ottimo (6 medaglie e l’oro nei 200 misti), la 22enne sembra pronta per raccogliere da Katie Ledecky i gradi di leader, o quantomeno di affiancarla per condurre il Team USA a Parigi 2024.
Nel frattempo, al Tennessee Invitational, va registrata l’ottima prestazione di Gratchen Walsh, che nuota i 100 delfino in 48.30 (nella finale dei 100 stile), i 50 stile in 20.79 e la frazione della staffetta 4×100 stile in 45.18, tutti migliori tempi NCAA (anche se verrà ratificato solo quello dei 50). Nello stesso meeting, sempre per Virginia, la nostra Jasmine Nocentini si è distinta con un tempone nei 100 stile, 46.75, seconda prestazione dell’anno dietro proprio alla più giovane delle sorelle Walsh. Resta da vedere quanto questi tempi in yards avranno valore in vasca da 25 (e lo speriamo, perché Nocentini sarà a Otopeni con la nazionale) e soprattutto, in vasca lunga, dove storicamente ma anche logicamente perdono inesorabilmente valore.
Dall’Australia: ancora orrore
Come se non bastassero le notizie sconcertanti che ogni giorno ci arrivano dalla cronaca nazionale, anche il nuoto ci mette del suo, e continua purtroppo a sfornare storie dal brutto finale. L’ultima viene dall’Australia, dove Paul Frost, 48enne allenatore di nuoto e figlio di Doug Frost (coach tra gli altri di Ian Thorpe), è stato condannato a 32 anni di reclusione per diversi reati, tra i quali abuso di minori. Nella sua squadra aveva creato una sorta di cultura sessuale, nella quale i rapporti con e tra i minori erano non solo normali ma anche incoraggiati, tanto che le vittime hanno dichiarato che lo facevano senza pensarci troppo, per “essere tra i ragazzi fighi”. Tra i capi d’imputazione anche rapporti sessuali con giovani di età compresa tra i 10 ed i 16 anni, aggressioni ed adescamento per attività illecite.
I fatti si sono svolti tra il 1996 ed il 2009, la sentenza è stata resa nota il 16 novembre. Come sempre le speranze sono due: che sia l’ultima storia di questo tipo e che, se questo non dovesse essere possibile, che sia almeno uno sprone per far emergere ciò che di sotterraneo e taciuto c’è nello sport e nel mondo in generale.
Dal Messico: Hall of Fame 2004
Ci sarà molta Italia nella International Marathon Swimming Hall of Fame del 2024. La classe che verrà premiata a Cancun, Messico, il 18 maggio dell’anno prossimo avrà tra gli indotti due azzurri, Arianna Bridi e Simone Ruffini, e una tedesca che si allena ormai da tempo in Italia, Leonie Beck.
A questi grandi atleti si aggiungerà, come vincitore del Irving Davids/Captain Roger W. Wheeler Memorial Award, Massimo Giuliani, che del fondo italiano e internazionale è stato precursore e grande esponente. Il premio gli verrà attribuito per l’apporto dato alla disciplina, prima come coach e poi come Responsabile della Nazionale italiana, squadra che ha contribuito a far diventare una potenza internazionale.
Dalla Francia: Antibes centro mondiale
La notizia è di qualche giorno fa ma è interessante: World Aquatics ha deciso di affidare a Fred Vergnoux, coach tra gli altri di Mireia Belmonte Garcia, la direzione di un centro di specializzazione ad Antibes, in Costa Azzurra, nel quale si alleneranno gli atleti del World Aquatics Scolarship Program, l’iniziativa creata dalla ex FINA per i paesi in via di sviluppo.
Gli atleti beneficeranno di un programma di un anno per prepararsi al meglio ai Mondiali di Doha ed alle Olimpiadi di Parigi, e lo faranno in un centro di altissimo livello, in un posto fighissimo e seguiti da uno staff altrettanto valido. Wow.
Dall’Est: la World Cup 2024
Sulla scia dell’ottimo e anche inatteso successo dell’edizione 2023, World Aquatics rilancia già per l’anno prossimo e rende noto il calendario della World Cup post Olimpica, che sarà in vasca da 25 e si terrà tra Cina, Corea del Sud e Singapore ad ottobre 2024.
Nell’ipotetico giro del mondo del nostro sport ci sta che venga toccato anche l’oriente, territorio che da sempre sforna talenti nel nuoto e che attualmente ha uno dei nomi (se non il nome) più caldo di tutti, Qin Haiyang. La speranza è che ci sia una partecipazione massiccia dei migliori al mondo e che il giusto mix tra premi ed atmosfera li spinga a battersi per rendere lo spettacolo vivace ed attraente. Il nuoto ne ha bisogno.
See you later!
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Foto: Fabio Cetti | Corsia4
Le Clos, Wiffen, Efimova protagonisti del Nuoto internazionale
Giorni di nuoto internazionale interessanti quelli appena trascorsi, e così saranno ancora fino all’appuntamento clou di questo fine anno, ovvero i Campionati Europei in vasca corta di Otopeni (5/10 dicembre).
In Germania, Estonia, Gran Bretagna, iniziano a muoversi tanti big in vista dell’anno che porterà ai Giochi di Parigi, una stagione particolarmente ricca di eventi.
Campionati tedeschi in vasca corta 2023
Direttamente da Wuppertal, si forma la squadra tedesca che andrà ad Otopeni e si assegnano titoli e medaglie nazionali.
Il protagonista assoluto è però un certo Chad Le Clos, oro olimpico che vive e si allena a Francoforte. Per lui una scorpacciata di ori, ben 7 di cui cinque individuali: conquista infatti 50-100-200 stile libero (21’’53 – 47’’29 – 1’44’’36) e 50-100 farfalla (22’’48 – 50’’18).
Si rivede in vasca anche Florian Wellbrock, assente in gara dai Mondiali: il fondista tedesco ha chiuso al secondo posto gli 800 stile in 7’36’’93 alle spalle di Sven Schwarz oro in 7’34’’05.
In buona forma anche Isabel Gose, che si prende due prime piazze mondiali stagionali rispettivamente nei 1500 prima, vinti in 15’25’’50 con il nuovo personale, per poi replicare nell’ultima giornata con i 400, vinti in 3’59’’72 non lontana dal suo miglior crono di sempre.
Campionati Britannici delle Università e dei College
A proposito di fondisti: a Sheffield, forma strepitosa per Daniel Wiffen che sale sul tetto del mondo stagionale in corta in ben tre prove. In vista dell’Europeo, l’irlandese ci riesce rispettivamente nei:
• 400 stile con 3’39’’57
• 800 stile con 7’30’’06
• 1500 stile con 14’20’’75
Wiffen non è l’unico in evidenza a casa del Re: la diciannovenne Fleur Lewis fa segnare infatti il nuovo record britannico dei 1500 nuotando in15’46’’15 cancellando il 15’51’’74 di Rebecca Cooke del 2005.
Kalev Open 2023
Occhio all’Estonia e a un’estone in particolare: a Tallin è in gran spolvero Eneli Jefimova, che si prende tre nuovi primati nazionali in corta.
Record già suoi, ma che dimostrano che la diciassettenne ormai sta facendo passi da gigante verso mete più ambite. Vince infatti con tanto di primato i 50, i 100 e 200 rana:
• 50 rana in 29’’48 (precedente 29’’66)
• 100 rana in 1’03’’79 (precedente 1’04’’01)
• 200 rana in 2’19’’23 (precedente 2’22’’20)
Con questi crono guida attualmente il ranking mondiale in 100 e 200, mentre nei 50 è terza.
Training Lab, I Segreti dell’ondulazione subacquea
Il punto chiave dal quale sono partiti un po’ tutti gli studi riguardanti la biomeccanica delle discipline natatorie è posto nel fatto che a differenza della propulsione terrestre, basata sull’impiego degli arti inferiori, il nuoto deve la maggior azione propulsiva alla parte superiore del corpo.
Tante parole sono state spese sulla posizione della mano del nuotatore e sulle traiettorie da mantenere nei diversi cicli di bracciata. Di sicuro c’è sempre stata consapevolezza nella funzione equilibrante delle gambe, non altrettanto per quel che riguarda il loro apporto propulsivo, che è emerso sin da subito solamente nella rana.
Ma specialmente nel nuoto moderno, ormai non è più possibile definire una gara o una specialità solo come la distanza da percorrere secondo le regole dei canonici quattro stili.
Le tecniche di nuotata hanno mostrato dei principi biomeccanici universali, ma il vero denominatore comune è risultato essere il quinto stile, che permette di inquadrare una gara di nuoto non più come parti distinte, ma come un’unica frazione nuotata, anche se con tecniche diverse, a seconda del momento.
Risulta così evidente un nuovo schema motorio acquatico basato su quel gesto ondulatorio facilmente osservabile nei cetacei: una sorta di gambata a delfino per l’appunto.
Dal momento che in questa forma alternativa di locomozione acquatica è facilmente intuibile che l’avanzamento è affidato completamente alle gambe e ai piedi del nuotatore, un tentativo di approfondimento è d’obbligo. Tutto ciò non fa altro che confermare il fatto che il percorso per mettere insieme tutto questo mosaico infinito è stato a dir poco lungo fino a oggi e pare quasi risultare interminabile e sempre ricco d’insidie.
I pezzi da unire infatti non sono stati solamente rimescolati all’infinito, ma alcuni sono risultati per molto tempo introvabili, e altri non sono pervenuti tuttora. Questo perché lo studio delle diverse forme di locomozione in sé risulta uno dei compiti più semplici solo all’apparenza. Del resto, si tratta di un organismo vivente che applica una forza all’ambiente esterno producendo un’accelerazione nel verso opposto.
Tornando al caso semplice del ciclo di bracciata già erano emerse difficoltà nel ridurre il problema solamente al terzo principio della dinamica (quello di azione e reazione per intenderci), dal momento che la propulsione all’interno di un fluido, in termini di forze in gioco, non è così semplice come può sembrare all’apparenza. Soprattutto se intendiamo la propulsione acquatica alle velocità in gioco oggigiorno nel nuoto di alto livello. La grossa difficoltà emerge proprio in virtù del fatto che tali velocità comportano una forte alterazione del comportamento dell’ambiente acquatico circostante l’avanzamento del nuotatore. La fluidodinamica insegna che in tali condizioni, il flusso d’acqua da laminare (acqua ferma) diventa turbolento, caratterizzato quest’ultimo dalla formazione dei vortici.
Il vero punto chiave è proprio quello di riuscire a trovare la vera correlazione tra l’analisi cinematica tradizionale rivolta al gesto tecnico in se e le modificazioni osservabili che subisce l’ambiente fluido intorno al nuotatore. Se questo metodo ha rappresentato la svolta per chiarire negli anni molti dubbi emersi sullo studio delle nuotate classiche, risulta veramente indispensabile per la comprensione di quest’ultimo fenomeno natatorio. Proprio per il fatto che il movimento viene effettuato in verticale, non è possibile apprezzare la classica forza applicata in direzione posteriore che permette l’avanzamento nel verso opposto. Di sicuro il segreto è da ricercare nello studio del regime turbolento che si genera durante il movimento analizzando il comportamento dei vortici che è possibile osservare.
La prima particolarità che è possibile notare nell’esecuzione del gesto riguarda il progressivo incremento dell’ampiezza di questa oscillazione del corpo: minima o praticamente nulla nella parte anteriore, per raggiungere il massimo nella parte terminale degli arti inferiori, ovvero nei piedi. In modo analogo per i cetacei si tratta della pinna caudale.
Proprio in questa zona si trovano le fondamenta di questo meccanismo. La grossa differenza di comportamento tra un corpo fermo e un corpo in movimento rispetto all’asse verticale è data dalla diversità dei vortici: mentre nel primo caso si genera un unico vortice che determina solo una resistenza all’avanzamento, durante il movimento delle gambe viene scaturita una vera e propria sequenza di vortici a fasi alterne, orientati il primo in senso orario e il successivo in senso antiorario e così via.
La zona compresa tra queste file di vortici prodotti definisce la vera ampiezza dell’oscillazione del corpo, e proprio all’interno di questa fascia si verifica un vero e proprio flusso d’acqua con direzione opposta a quella di nuotata. Anche in questo caso è così verificato il principio della meccanica classica che determina il normale avanzamento di un corpo, sulla terra come in acqua. Infine, proprio in virtù di questo particolare meccanismo di generazione dei vortici, la gambata a delfino subacquea rappresenta una forma di propulsione natatoria più efficiente rispetto alla classica bracciata a crawl.
L’ulteriore motivazione di questa efficienza non è altro che sott’acqua è quasi assente la resistenza d’onda, detta anche “wave-drag”. Il punto chiave per beneficiare di questo meccanismo è la differenza tra umani e cetacei: questi ultimi oltre che una maggiore superficie di spinta (la pinna caudale al posto dei piedi), presentano una sorta di “continuità vertebrale” dal momento che sono dotati di elementi vertebrali lungo quasi tutto il loro corpo. In questo modo sono dotati di una maggiore capacità di controllo dell’oscillazione, differenziandola maggiormente tra la parte posteriore e la parte anteriore. Un’eccessiva oscillazione di quest’ultima, comporta solo uno spreco di forza che viene dispersa e risulta frenante dal momento che ostacola il flusso generato positivamente dai vortici dovuti invece al movimento della parte posteriore.
Per noi umani il controllo di tutto questo motore complesso che abbiamo presentato, può essere ridotto esclusivamente alla zona in corrispondenza del bacino. Ecco perché a una poderosa azione di gambe deve corrispondere di pari passo un’elevata mobilità del bacino.
Infatti, il vero fattore che può risultare limitante la forza disponibile nei muscoli delle gambe risiede nella non altrettanta velocità del bacino di flettersi in modo da inseguire il movimento delle gambe stesse per riuscire a garantire il timing ottimale e permettere alla parte superiore di assorbire il movimento generato dalla gambata senza comportare alcun scostamento nocivo alla propulsione.
Consigli per l’apprendimento del quinto stile
1. Prima di soffermarsi solo sull’impiego delle gambe, la verità è che si nuota sempre con tutto il corpo, d’altronde siamo tutti concordi all’unanimità che il nuoto è uno sport completo. Concentratevi quindi prima di tutto sulla coordinazione corretta ovvero sulla giusta fase che l’oscillazione del corpo deve avere per trarre il vero vantaggio da questo meccanismo.
2. Come conseguenza del punto precedente, è vero che la propulsione vera è propria in questa situazione è deputata agli arti inferiori, ma se il movimento non viene trasmesso dalla parte superiore del corpo (tronco e bacino) risulterebbe vano ogni tentativo di spinta con le gambe perché non avrà mai innesco l’oscillazione e la propulsione non sarebbe possibile.
3. Sempre in merito all’utilizzo della parte superiore, è bene sottolineare che la zona specifica interessata è solo limitata al bacino e alla fascia addominale, la vera responsabile di tutta la coordinazione motoria. Un movimento eccessivo della parte alta provocherebbe solo un ulteriore aumento dei vari attriti (in particolare il drag dovuto alla forma del corpo) e una perdita della fase corretta, vanificando tutto il lavoro.
4. L’utilizzo delle pinnette per l’apprendimento di questa tecnica è utile, prima di tutto per sviluppare la flessibilità delle caviglie, ma è alto il rischio di non concentrarsi sul movimento del bacino quindi di perdere la fase corretta tra i diversi segmenti corporei.
5. Per valutare la vera efficienza di questo gesto tecnico non bisogna avere come unico obiettivo quello di fare più metri sott’acqua possibile. Ricordiamoci che il regolamento delle gare prevede la percorrenza di un massimo di 15 metri. Quindi gli obiettivi possibili delle varie esercitazioni in questo campo sono due: migliorare il tempo di percorrenza della distanza prestabilita, oppure allungare si il numero di metri percorsi a parità del numero di colpi effettuati, come da definizione di efficienza in se.
Foto: Fabio Cetti | Corsia4
Notizie migliori arrivano dai 200 dorso donne, dove Margherita Panziera spalleggia con le migliori ed entra in finale con il terzo tempo. 2’10’’50 è un buon crono, ma per la medaglia servirà almeno quanto nuotato a Budapest (2’09’’43) perché la concorrenza è alta.
L’ultima semifinale di giornata sono i 50 farfalla uomini, con il dominio del bronzo di mondiale Andrii Govorov, primo senza affanni in 23’’17. A spessore internazionale solo Konrad Czerniak può infastidirlo, ma il polacco non sembra al meglio ed è dentro solo con l’ottavo crono in 23’’76. Per l’Italia out Carini in batteria, fuori anche Andrea Vergani, che trova la semi chiusa al 14° posto in 24’’20.
Chiudono le ragazze della 4×100 stile: il Canada con Katerine Savard in apertura vince in 3’39’’21, due decimi meno della Russia e poco meno di un secondo più veloce degli USA. L’Italia con Aglaia Pezzato, Paola Biagioli, Rachele Ceracchi e capitan Laura Letrari chiude settimana in 3’42’’71.
Oggi la seconda giornata con le finali a partire dalle 13.02 italiane!!
(foto copertina: Federnuoto.it)