Spedizione azzurra da incorniciare, una chiusura di questa stagione per i ragazzi impegnati alle Universiadi di Taipei decisamente positiva. Gregorio Paltrinieri conferma il campione quale è, trionfa nella 10 km in acque libere salendo sul gradino più alto del podio.

Iniziamo subito con le acque libere parlando della vittoria di Gregorio Paltrinieri nella 10 km (seconda esperienza in una gara ufficiale di fondo), il campione azzurro lascia una tangibile prova del suo talento anche nelle gare in mare, staccandosi da gruppo e chiudere in solitaria la sua traversata.

9 sono i secondi che hanno staccato il tedesco Soeren Detlef Meissner e il polacco Pawel Pielowski.

Giulia Gabrielleschi che nella medesima distanza al femminile raggiunge l’ottimo secondo posto dietro l’ungherese Anna Orasz con 5″ di distacco. Anche per Giulia è stata una grande stagione tra i risultati di Budapest e l’argento in questa Universiade.

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Ultima giornata di gare all’Arena, con un pomeriggio dedicato esclusivamente alle finali.

L’Italia cerca l’en plein di medaglie con un altro podio che potrebbe arrivare da diversi fronti.

Ci si prova subito nei 50 stile, finale d’apertura di giornata: Lucrezia Raco è la nostra freccia, e meglio di quanto nuotato non si può chiederle. 25’’30, personale eguagliato al centesimo e sesto posto a nove centesimi dal bronzo. Una gara secca, ma fatta bene! L’oro va alla Baldwin in 25’’02, argento per la Kameneva con 25’’08, bronzo all’altra americana, la Konopka con 25’’21.

Discorso simile per Lorenzo Zazzeri, probabilmente, l’unico velocista azzurro arrivato davvero in forma. Per il toscano è rimandato l’appuntamento con il muro del 22’’, dato che si ferma a 22’’13, quarto in rimonta dietro al trio che anche ieri lo precedeva, ovvero Liukkonen, oro in 22’’02, Amaral Duarte e Nakamura, ex-aequo in 22’’05. Quel muro Zazzeri lo batterà al più presto, un velocista su cui puntare in futuro!

La finale dei 50 rana donne non vedeva azzurre al via, in generale deludenti. La rana era affidata a Giulia Verona che non ha brillato come poteva, rimanendo lontana dai suoi migliori e dalle finali. Qui comunque non avrebbe avuto chanches, si vince con il 30’’77 della Cottrell, argento per la Pickett in 30’’82 il bronzo se lo dividono la Eriksson e la Liver con 31’’50.

Italia che dunque deve aspettare per la medaglia di giornata, perché anche Aurora Petronio non è fortunata: arriva un legno, il secondo dopo Zazzeri, con una bella gara alla quale è mancato davvero poco essere stupenda. Con la Eastin che decide di fare gara a se, la torinese non riesce a ricucire il distacco accumulato nei primi cento sia sull’argento svizzero della Van Berkel, che dal bronzo, la turca Ustundag. Chiude dunque in 2’11’’50, a un decimo dal terzo posto.

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I 400 misti come spesso accade chiudono il programma gare internazionale. Succede anche a Taipei, ma come anche capita troppo ultimamente, gli azzurri sembrano allergici a questa gara che nel passato ci ha regalato grandi momenti. Claudio Fossi e Giovanni Sorriso erano gli alfieri azzurri, entrambi eliminati in batteria. Non certo specialisti della distanza, Claudio tocca in 4’24’’77 e Giovanni in 4’30’’59, decisamente troppo. La finale è un monologo di Daiya Seto che infligge una severa lezione al campione olimpico Kōsuke Hagino, piuttosto altalenante in questa sua esperienza in Taiwan. 4’11’’98 è il nuovo record delle Universiadi, con Hagino a 4’15’’44 e Osipenko a 4’16’’63.

Riproviamo?? L’Italia cala l’asso pesante Simona Quadarella nella finale dei 400 stile. La romana non è nella sua gara preferita di certo, ma il podio, metro dopo metro sembra alla portata. Peccato che non riesca a cambiare ritmo, martellando 50 intorno al 31’’5 e salendo solo una volta sopra il 32’’, ma il bronzo le scappa e finisce nelle mani della “pazza” Sierra Schimdt in 4’09’’82. Per la Quadarella quarto posto (tanto per cambiare oggi) in 4’10’’49, con l’oro che va al collo della Köhler in 4’03’’96, nuovo UR, e l’argento alla sorprendete Evans dalle Bahamas in 4’08’’52.

Allora si chiude come si è aperto! La medaglia che in questo giorno 7 continuava a sfuggire agli azzurri arriva grazie ad una staffetta. Non quella maschile, che ci aveva regalato l’argento nella stile in apertura, ma a quella femminile. La 4×100 mista è bronzo in 4’02’’40 grazie al dorso della Zofkova appena sopra l’1’01’’, la rana della Verona in 1’08’’86 e al contributo importante di Di Liddo in 57’’76 (mannaggia quella finale dei 100!) e della Pezzato in 54’’41 a stile. Tutto sommato una buona staffetta, che però vede da lontano Giappone e USA, in linea sui 4 minuti con le nipponiche di un soffio più veloci.

Niente da fare per gli uomini, che chiudono sesti in 3’37’’13. Matteo Milli apre malino in 54’’72, probabilmente appagato dal mondiale magiaro, Toniato tocca in 1’01’’basso (mannaggia a quella semifinale dei 50!!), Carini in 52’’78 fa del suo meglio e Zazzeri chiude in 48’’37. Davanti si va molto forte, con gli States che vincono in 3’33’’27 un secondo e mezzo più di Russia e Giappone.

(foto copertina: OA Sport)