E così eccoci giunti a Manhattan: sono proprio gli ultimi protagonisti dei nostri voli virtuali che fanno invidia a me e mia moglie mostrandoci dalla loro finestra di una cittadina del New Jersey lo skyline di New York!

Il mondo è sempre più piccolo: infatti ricordo la famiglia Calloni ma soprattutto Thomas, il figlio maggiore, che ha iniziato nella scuola nuoto della nostra società a Linate. Oggi infatti siamo con uno dei giovani talenti del nuoto italiano, Johannes Calloni.

La famiglia di “emigranti” Calloni

Il trasferimento è stato una… votazione di famiglia, basata su varie prospettive di studio e di lavoro.

Dice papà Giuseppe:

la scelta come ha detto mio figlio di spostarsi negli USA è stata fatta in maniera condivisa, per dare ai miei figli una opportunità di essere cittadini del mondo: loro stessi hanno più di una cittadinanza. Siamo venuti qui un po’ con la valigia di cartone, senza lavoro e senza soldi: e qui abbiamo scoperto la meritocrazia, la richiesta di dare il meglio di sé. Dopo quattro anni possiamo tirare le somme e siamo soddisfatti”.

Vediamo perché!

La scuola americana

Subito Johannes vuole sfatare un mito, quello della scuola americana di basso livello.

Dipende dai voti a cui uno ambisce e dalla carriera universitaria che intende intraprendere.

Ma una cosa qui è sicuramente diversa dalla scuola italiana: la possibilità di studiare a vari livelli in gruppi omogenei per capacità, per cui se uno è portato per una materia sviluppa e acquisisce crediti per quella materia specifica. Questo vale in tutte le scuole, e porta ad avere dei vantaggi anche a livello universitario sia per l’ingresso ma anche per la frequenza all’università stessa.

L’aspetto negativo è invece la carenza nella cultura classica (latino, storia, arte) anche se di corsi ce ne sarebbero!

La sua è una scuola privata dei gesuiti, la St. Peters Preparatory School. E’ una scuola più famosa per l’ambito accademico che sportivo, pur avendo una squadra di nuoto che però Johannes non frequenta per i motivi che vedremo.

Gli orari sono i soliti: 8.10 – 14.50 con mezz’ora di pranzo. Le scuole pubbliche iniziano più tardi, ma con orari simili.

Compiti a casa ci sono, ma basta organizzarsi: ci sono 50 minuti dopo le prime due classi dove si possono fare. I compiti sono simili, come carico, a quelli italiani ma l’organizzazione è diversa per cui non li devi fare tutti a casa.

Ogni trimestre e semestre c’è una settimana di esami. Non ci sono vere e proprie interrogazioni, ma piuttosto vengono assegnati progetti con un voto finale di partecipazione.

I voti finali vanno in percentuale: le verifiche finali valgono 50%, il 20% i test, 10% i compiti, quindi un 30% è la partecipazione ai progetti o alle lezioni: insomma devi essere pronto giorno per giorno.

Merito e metodo

Il padre ancora chiarisce bene due aspetti:

La prima grossa differenza è nel metodo scolastico: la scuola vede gli studenti nella classica ottica USA del profitto. Quindi tende a tirare fuori la massima capacità da quello che puoi offrire, per farti mettere a frutto le tue qualità che un domani serviranno a te ma anche a tutta la nazione. Il secondo aspetto è il merito. In Italia c’è una sorta di egualitarismo scolastico, mentre qui il sistema è meritocratico, al massimo livello: con tutti i vantaggi e gli svantaggi che questo comporta, ovviamente.

E il padre, laurea in fisica atomica (in Italia!), PHD in chimica in Inghilterra, ricercatore e ora dirigente d’azienda sa bene di cosa parla.

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Gli Scarlet Aquatics

Arriviamo al punto che ci interessa.

Gli allenamenti del team prevedono nuoto solo nella squadra agonistica, perché l’allenatore è stato chiaro nell’esporre il suo programma: per raggiungere certi risultati bisogna rinunciare allo sport scolastico. Quindi tre doppi dalle 5.30 alle 7.15, poi ci si aiuta per andare a scuola, si ricomincia alle 16 fino alle 18 circa….e poi si studia…sempre! Sabato e domenica…si nuota (ma solo al mattino dalle 11 alle 15).

La squadra sono gli Scarlet Aquatics: per chi vuole curiosare il palmares, un paio di link con nomi da poco… d’altronde siamo negli USA:

Scarlet Aquatics e Scarlet Aquatics International teams

La mamma dice: “l’allenatore però si rende molto disponibile, se c’è bisogno li accompagna anche a scuola se serve”.

Scuola e sport

E la scuola come vede l’attività sportiva? Essendoci una squadra, i professori sanno bene che molti studenti sono atleti. Esiste quindi un responsabile che si occupa degli studenti, ne certifica le assenze e così si può avere dai professori il materiale necessario a recuperare il programma perso.

Addirittura in periodo di esami ha concesso a Johannes di recarsi in Italia e recuperarli da solo.

La nostra scuola (St. Peters Preparatory School) non fa recruitment per gli atleti perché è più famosa per lo studio: esistono anche scuole che lo fanno. E in genere sono allenate dai professori. In ogni caso la maggior parte della gente fa sport, nella scuola quindi viene sponsorizzato e anzi tutte le attività extracurricolari, sportive comprese – ricordate la nostra seconda puntata??? – valgono per l’ammissione al college.

Stanford arriviamo!

Johannes ora è stato contattato da Stanford, per i suoi meriti accademici ma anche sportivi, dopo il titolo americano dei 1500 stile a Minneapolis e diversi titoli italiani giovanili…

E poi le tasse universitarie sono dei mutui bancari!!! Avere una scholarship aiuta!!!”

dice ancora Giuseppe Calloni.

Vediamo se riconoscete qualcuno che nuota nella Stanford Universtity: QUI

Chiediamo il solito suggerimento che si potrebbe dare alla scuola italiana.

In Italia la scuola dovrebbe comprendere che l’attività sportiva aiuta ad organizzarsi, disciplinarsi e approcciarsi a un mondo competitivo: quando ero in Italia questa mentalità non c’era ancora!

Da ultimo i genitori e Johannes ci tengono a ringraziare il Molteam, oggi Swim Academy Martesana nella persona di Luca Molina, per aver creduto nelle qualità di Johannes e la sua disponibilità anche economica dimostrata per far gareggiare il figlio anche in Italia.

E noi ringraziamo la famiglia Calloni, e diamo a tutti appuntamento all’ultima parte del nostro viaggio: vi porterò in un paese speciale, e avremo un saluto molto particolare.

(foto copertina: www.swimmingworldmagazine.com)