Un antico detto dice che “chi beve birra campa cent’anni“.

Ma questo vale anche per noi sportivi? La risposta potrebbe stupirvi.

Gli ingredienti e le qualità

Iniziamo con il capire quali sono gli ingredienti principali della birra, dai quali trarre indicazioni utili per le sue numerose e positive qualità.

La ricetta è semplice: malto d’orzo (con eventuali aggiunte di avena o grano), luppolo, lieviti e acqua. Il processo di maltazione dell’orzo serve a permettere che l’amido contenuto nel cereale sia trasformato in carboidrati semplici, più facilmente “attaccati” dai lieviti nel processo di fermentazione producendo alcool.

Il luppolo è una pianta rampicante di cui si utilizzano le inflorescenze femminili, ricche di sostanze che, oltre a donare alla birra il gusto tipico, hanno anche azione antibatterica e conservante. Il luppolo contiene inoltre bioflavonoidi ad azione antiossidante, svolge una blanda azione rilassante e favorente il sonno. I lieviti indispensabili per la fermentazione apportano vitamine del gruppo B, infine le acque utilizzate sono in genere ricche di magnesio e con un buon rapporto calcio-fosforo, contribuendo così al valore nutritivo della bevanda.

Energia… ma attenzione!

Il valore energetico della birra inoltre è modesto, di 34 Kcal ogni 100cc, in pratica 75-90 Kcal a bottiglia, in base a gradazione alcolica e quantitativo.

Va sottolineato che il regolamento antidoping del Comitato Olimpico Internazionale – CIO – include l’alcool tra le sostanze doping della classe “Sostanze proibite in particolari discipline sportive”. Nello specifico, per alcune Federazioni Sportive l’alcol è proibito solo nelle competizioni, con valori massimi “tollerati” di alcolemia differenti secondo le varie discipline sportive determinati attraverso l’analisi dell’aria espirata e/o del sangue.

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Ma quando assumere birra? E soprattutto in che quantità?

Il Dott. Gatteschi, medico della Nazionale di calcio e consigliere della “Società Italiana Nutrizione Sport e Benessere”, in una recente intervista parla proprio del ruolo interessante che la birra può assumere in concomitanza di attività sportiva.

Come per un atleta, le migliori prestazioni della birra si vedono anche sul fronte sportivo. Lontano dallo sforzo questa bevanda ha effetti positivi, e grazie alla minore quantità di zuccheri, al maggior contributo di magnesio, fosforo, calcio e complesso B, se limitata a una piccola quantità, la birra è anche più valida di un qualsiasi altro integratore energetico perché più completo. Per i calciatori, o gli sportivi in generale, meglio quelle a bassa gradazione e artigianali. Una ‘Gose’ o una ‘Weiss’, ad esempio, dopo una partita di tennis, hanno lo stesso valore di un’aranciata. Basta che non si superino i 4 gradi alcolici.

Di che quantitativi parliamo? Il Dott. Gatteschi consiglia una lattina o una bottiglia di birra da 33 cl, ovviamente di media gradazione.

Prima, dopo e.. durante?

Vediamo come inquadrare meglio la tempistica per un’eventuale assunzione di birra in concomitanza di uno sforzo fisico.

PRIMA: è interessante l’apporto di minerali, vitamine, antiossidanti e carboidrati a medio indice glicemico; purtroppo però la birra ha un’azione diuretica che andrebbe ad alterare l’equilibrio idrico dell’organismo.

DURANTE: può essere utile l’apporto di carboidrati e l’azione reidratante, ma purtroppo l’alcool interferisce con la capacità di attenzione e i processi di termoregolazione (soprattutto se l’attività fisica è svolta in ambienti freddi).

DOPO: apporta sali minerali, antiossidanti e vitamine, ha un effetto gratificante. L’importante è non superare i 600ml per una gradazione di 4°-5°.

Scegliendo fra le varie tipologie è importante puntare quindi su prodotti di qualità, meglio se non filtrate, a bassa gradazione, soprattutto senza esagerare con i quantitativi.

Allora in questo caso la birra può diventare, oltre che dissetante, gustosa e piacevole, anche un inaspettato e alternativo energy drink a nostra disposizione!

Foto copertina: ilGiornale.it

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