Uno dei più famosi nuotatori a sperimentarlo fu il grande Giorgio Lamberti, che nel 1989 stampò un 200 stile libero da record del mondo: per gli asmatici il nuoto è un toccasana.
Non solo lui, ma tanti altri nuotatori hanno sofferto (e tuttora soffrono) di tale patologia, ma questo non ha mai fermato la loro strada verso il successo.
I primi che mi vengono in mente? Il mitico Mark Spitz o la “divina” Federica Pellegrini.
Un atleta su dieci di quelli che hanno partecipato alle Olimpiadi soffre d’asma: il nuoto è la disciplina con la più elevata prevalenza di atleti asmatici rispetto agli altri sport acquatici e sport di resistenza.
Una curiosità? Alle Olimpiadi di Pechino è stato notato che circa il 20% dei nuotatori che avevano l’autorizzazione all’uso di inalatori per la cura dell’asma ha vinto il 32% di tutte le gare di sport acquatici: un gran risultato!
Si può facilmente, ma erroneamente credere che lo sforzo fisico sia un fattore scatenante degli attacchi d’asma: errore! Ci sono altre cause molto più comuni e malsane che possono causare la difficoltà respiratoria tipica di questa malattia cronica.
Un ambiente caldo umido come quello della piscina diminuisce infatti la patologia in questione perché diminuisce la bronco-costrizione. In piscina inoltre non ci sono allergeni e gli esercizi a carico dell’apparato respiratorio sono un toccasana per aumentare la capacità polmonare e l’apporto d’aria.
Se praticato al chiuso consente infine a chi è allergico a piante/pollini ecc di non entrarvi in contatto.
Per controllare l’asma in concomitanza degli allenamenti bastano davvero pochi facili accorgimenti:
- prima di tutto svolgere un’idonea visita medica comprensiva di analisi relative ad asma e allergie
- Eseguire un ottimo riscaldamento e una lenta fase di defaticamento: entrambi sono fondamentali per “regolarizzare” il respiro prima e dopo lo sforzo fisico.
- Evitare di nuotare a basse temperature, soprattutto per i nuotatori in acque libere: il freddo causa vasocostrizione e diminuisce l’apporto di ossigeno che è trasportato dai vasi sanguigni.
- Sospendere (o valutare con il medico) l’attività fisica in caso di infezione alle vie respiratorie perchè potrebbe aggravare la forma asmatica.
Una raccomandazione per i nuotatori che devono utilizzare inalatori a uso terapeutico: essendo classificati come doping dalla WADA (World Anti Doping Agency), è opportuno procurarsi un’autorizzazione del proprio medico – TUE: Therapeutic Use Exemption (informazioni sul sito Federnuoto) – meglio se Medico dello sport o Pneumologo, nella quale si accerta l’obbligo per l’atleta di utilizzare tale farmaco.
In questo modo in caso di controlli anti doping l’atleta risulterà giustificato e non andrà incontro a squalifiche inopportune.
(Foto copertina: Fabio Cetti | Corsia4)