Concluso questo Rescue francese non mi soffermo certo sui risultati che avete avuto modo di vedere su queste pagine, forse le più complete probabilmente dal punto di vista dell’informazione ma sicuramente da quello dell’attenzione sull’evento.
Quello che posso aggiungere è la mia visione dall’interno della competizione.
Se la parte informatica è stata carente e poco precisa, in vasca e in spiaggia la precisione e la velocità sono state eccezionali.
Purtroppo ho potuto vedere solo la prima giornata del programma Senior, ma staffette ostacoli, manichino, ostacoli e line throw sono stati portati a termine a tempo di record nella prima giornata entro le ore 16,30 finali comprese. Pochi minuti dopo le finali e le batterie, le classifiche erano già esposte.
La ricettività dell’impianto era enorme, lo spazio immenso calcolando i piani vasca infiniti (c’era spazio pure per la palma…).
Anche gli Junior quindi hanno trovato le stesse condizioni, tantissimo posto in piscina e in spiaggia, dove erano sistemati e utilizzati quattro campi a mare e due in spiaggia. Il campo bandierine preparato in pochi minuti, due serie eliminatorie di maschi e femmine portate a termine in due ore scarse con più di duecento atleti al via la dicono tutta.
Calcoliamo che il primo giorno il tempo era pessimo ma questo non ha impedito di portare alla fine tutte le gare in programma (tavola, canoa, frangente, sprint, torpedo e staffetta sprint…praticamente tutte le competizioni individuali). Io stesso ho imparato molto: come bisogna essere prontissimi e attentissimi in spiaggia per non perdere le chiamate. Chiamate che fanno, e parecchie volte, aspettando i ritardatari con buona pazienza. Impressionante vedere preparare le batterie al momento, sotto la pioggia, con duecento e passa ragazzi in attesa, per lo sprint sui 90 metri, in meno di cinque minuti.
Parliamo di quello che ho visto: squadre di tutti continenti anche fra gli Juniores: Africa (Durban), America (Toronto), Oceania. La SERC vinta dai poliziotti canadesi testimonia l’internazionalità dell’evento, anche se già a questa fascia di età si vede il netto divario fra noi e gli australiani e neozelandesi in mare.
I ragazzi trattano la canoa come i nostri lo Smartphone, guidano la tavola con una mano mentre saltellano tra le (poche) onde del mare della Grande Motte e poi ci schizzano su come i Beach boys nei video anni ’60.
Io in mare ho dato un’occhiata alla finale della staffetta Ocean (canoa, nuoto, tavola e corsa). Stare dietro a loro e’ dura…ci riescono un po’ i francesi, Biarritz, Albigeoise e Montpellier, il resto poco o nulla.
La finale femminile e’ stata dominata dal Maroochydore, che ha vinto anche staffetta tavola, canoa individuale e tavola individuale e col cui allenatore e atlete ho avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere.
Ho così fatto conoscenza con Chelsea Gillet, la quale mi ha raccontato un po’ della sua vita di atleta. La ragazza, per chi non lo sapesse, è stata qui in Francia campionessa del mondo a pinne, ostacoli, e misto con le nazionali, oltre alle tre staffette; per non parlare delle oceaniche.
Si allena per nove sedute settimanali di cui cinque al mattino dalle 5,30 alle 7,30 per poi andare a scuola dalle 8,30 alle 15, poi quattro sedute pomeridiane, e tre di palestra supplementari. Quest’anno è stata ai Panpacifici Junior, con modesti risultati (seconda in 54.93 nei 100 stile). Vederla nuotare è uno spettacolo, ha fatto nella sua frazione di staffetta dei 50 ostacoli i primi 25 metri quasi tutti sotto (il video che ho lo testimonia). Purtroppo un’otite le ha impedito la partecipazione alle gare individuali dopo i 200 ostacoli…peccato!
La seconda finale che ho guardato è quella di bandierine, la mia specialità favorita. Che botte ragazzi! Una gara da duri, che richiede forza, velocità, strategia in pochi secondi.
In piscina devo dire mi sono divertito, il livello era alto per le punte, medio per la finale. Diciamo paragonabile a quello di un campionato nazionale di pari età, calcolando che ogni società può schierare qui ai mondiali due partecipanti. Le staffette, ovviamente, erano di più alto livello.
Ma quello che più mi ha reso felice è stato il fatto che i ragazzi, miei compresi, abbiano sfruttato questa manifestazione per allacciare rapporti con i rappresentanti delle altre squadre da tutto il mondo. E chi dice che gli italiani non parlano inglese, non ha visto le mie ragazzine sfinire di chiacchiere Timothy Delahunty, il vincitore dello sprint e secondo a bandierine (lo avranno asciugato….).
E poi tutti alla festa, e qui non dico nulla. Se volete saperlo…venite al Rescue, la prossima volta.