Parola d’ordine “non spingere“.

Con questa frase, che Butini ripete a ogni microfono, parte la stagione 2017.

Una parola d’ordine che il nostro inviato a Massarosa dice che tutti prendono alla lettera: clima disteso, anche la Divina si concede agilmente ai microfoni. E clima che si ripercuote anche su Legnano, dove alla domenica successiva alcuni protagonisti del Mussi-Lombardi-Femiano si ritrovano e ritrovano me e mia moglie, scesa in campo per l’occasione a trovare il suo idolo, icona, figura spirituale e sex simbol Marco Orsi. Spero di non aver dimenticato nessun attributo per la pace familiare.

 

Legnano che ricorda la figura di Romano Betti, storico tecnico lombardo, e ci da l’opportunità di chiacchierare con un gradito ospite d’oltralpe.

Frédérick Bousquet – Laura e Mauro
M. Romanenghi | Corsia4

Una stagione lunga, che dovrà prendere spunto dai successi ma anche dalle débacle dei Giochi. Se Morini diceva che ogni piccolo dettaglio, fino ai tappi per le orecchie, va tenuto in debito conto anche in modo maniacale (Phelps e Bowman insegnano), un motivo ci sarà.
Noi facciamo gli auguri al Moro (pochi, che non gli piacciono) e pensiamo a questi meeting di inizio anno dove la testa di tutti è rivolta a Windsor ma più ancora a Budapest. Allora io penso che questa possa essere la stagione di svolta, dove finalmente i gruppi di lavoro si possano confrontare e andare a combattersi i posti per un mondiale “europeo” primo banco di prova per Tokyo 2020, la parola d’ordine dei prossimi 4 anni.

Fedele alla legge del “qui e ora”, però, cerchiamo di vedere quale squadra affronterà il primo esame della stagione.

Se il criterio molto discrezionale del DT (e immagino dei vertici federali) è stato un tempo che permetta di ben figurare, allora la squadra che si prefigura è molto molto stretta. Nel dorso maschi, il capofila è Mora, giovane 1998 di belle speranze di Modena. Grande fisico, bellissime apnee, non ancora maturo muscolarmente. Sabbioni in periodo no ci dice male, il look Neanderthal non promette grandi cose nel prossimo futuro.

Lo aspettiamo con più fiducia nella stagione, intanto guardiamo a questo ragazzo che potrebbe essere portato come giovane di buone speranze, altra motivazione delle scelte (guarda la Video intervista a Simone Sabbioni).

L’unico rappresentante del dorso che secondo i criteri e anche secondo me in questo momento ha una condizione e uno stile molto buoni è Silvia Scalia. La ragazza lombarda, dopo la cura americana e con Gianni Leoni (per sua stessa ammissione il lavoro fatto l’anno scorso sta pagando quest’anno) ha trovato in questo inizio di stagione ottime sensazioni sotto la guida di Belfiore. Già capofila a Bolzano, dove le apnee si sono esaurite dopo 50 metri, a Viareggio ha tirato un 100 filato ed è il secondo alltime in Italia. Se dobbiamo proprio proprio fare un commento sulla gioventù che avanza, la terza in Italia adesso è la Quaglieri, classe 2000: più futuro di così.

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Il delfino ha parlato con la voce di Silvia Di Pietro e Alessia Polieri. Se la velocista tascabile di Roma è la prima della classe nella farfalla veloce, con una Bianchi ancora al palo e con tanto lavoro nelle braccia (per sua stessa ammissione, guarda la video intervista a Ilaria Bianchi), Alessia nei 200 farfalla è molto meglio di ciò che si è visto (o non visto) a Genova.
Spingere otto apnee da 12 metri è degno della migliore Katinka (anche se lei lo fa per otto gare al giorno), e il 2’07″00 può essere il viatico di buone cose in Canada. Quindi io le porterei, in ottica di una mista che vedrebbe un’ottima Carraro a 1’06”. Questo significa una staffetta da 3’52” circa (fate un po’ voi i conti) che vi assicuro non fa per nulla schifo.

Già che ci siamo, questa Carraro dalle virate non proprio bellissime ha comunque trovato con Bastelli la quadratura del cerchio (e dei suoi capelli, che sbatacchia a ogni intervista). Deve però migliorare proprio queste apnee, che la penalizzano oltremodo nella corta, e avere una buona continuità prestativa perchè quando le cose non vanno si abbatte tutto, anche la bellissima pettinatura. Tra l’altro nell’ultimo weekend ricompare piacevolmente anche Arianna Castiglioni, che si porta subito alle spalle della genovese. Speriamo che abbia risolto tutti i suoi guai dello scorso anno e che sia una stagione di rinnovata maturità (in tutti i sensi, vista la fine della scuola!).

Finiamo con le mististe, che sembrano trovare tutte casa a Livorno: gli piacerà il caciucco o i metodi di Franceschi… o forse entrambi. Fatto sta che la Pirozzi si ritrova, la Trombetti le va dietro passando dai cioccolati gianduia alle raffinerie della città toscana. E chissà che tutto ciò non sia di stimolo per la piccola Sara, una 1999 che ci attendiamo a grosse prestazioni dopo aver assaggiato i cinque cerchi.

E il Moro ha quindi l’osso per smuovere la Cusi (come dice una delle giovani atlete della mia squadra), sbarcata alla corte di Stefano visto che le altre sono andate dallo Stefano… più giovane.

La velocità ci da l’altra certezza. Tre ragazze a 53″ fisso significa 3’28” con i lanci di staffetta. Ferraioli, Pezzato, Di Pietro e Pellegrini sono pronte a divertirsi a Windsor. Abbiamo quindi già cinque nomi oltre agli aventi diritto.

Chi portare nei maschi? Detto del dorso, nel delfino la situazione è allo stesso livello: basso. Codia al momento sta sui livelli dei dorsisti, a 51″ secondi, e con quel tempo non si va da nessuna parte. Ho fatto i calcoli: coi tempi dei migliori specialisti, non si arriva neanche in finale. Proprio come a Doha: noni su nove. Ma se guardiamo invece alle belle e giovani speranze, allora il quasi record di Carini potrebbe garantire una speranza al giovane piacentino di coach Ponzanibbio.

L’unico che da segnali di risveglio, stimolato da un arrembante Martinenghi dalle virate di gesso, è Scozzoli. Il tempo di Massarosa è incoraggiante, le sue analisi sempre lucide, e anche a Legnano è parso molto convincente, più sui 100 che nella mezza distanza. Coach Casella è un buon pilota, speriamo che il mezzo ridiventi affidabile. Insomma, stando alle parole del DT, portiamo il re e magari il suo delfino, e vediamo come va.

Altri bei ragazzotti da condurre in terra d’oltreoceano fra i grizzlies? Non ne vedo all’orizzonte: i duecentisti non danno cenni di sè. Se il migliore di tutti è ancora Magnini, meglio continuare a lavorare duro qui in Italia, senza patemi, e risvegliarci ad aprile con qualche squillo di tromba.

Per la veloce, al momento, il migliore è Orsi, nonostante la fase della stagione a Bolzano ha faticato tantissimo ma è venuto fuori un buon 47″59 poi ribadito a Legnano (stimolato da mia moglie) con 47″ basso. Zazzeri è la carta jolly, unico a 47″ con Marco e al bolognese Martelli tirato dal bomber al Betti. E Miressi il giovane emergente, sceso a 48″.

Con Dotto e Detti già qualificati, Magnini che si porta in giro quasi di default come santino magnetico sulla Cinquecento rossa, le staffette sono fatte.

All’appuntamento mancano un paio di settimane, ma le somme si tireranno questa settimana: i numeri paiono strettini.

(Foto copertina: Fabio Cetti | Corsia4)
(Foto articolo: M. Romanenghi | Corsia4)