Maggio 2014: prologo
Domenica 4 maggio 2014. Un pomeriggio caldo e assolato, come non se ne sono visti per tutta l’estate successiva. Siamo a Settimo Milanese, ovest Milano, in via Stradascia. Qui c’è una piscina – doppia – da 25m, senza tribuna e, decisamente, senza troppe pretese.
Chissà il perché ci fanno fare questo trofeo – propaganda, quello seguito da genitori, fratelli, cugini, zii, nonni etc. perché è la “grande prima” di tutti i piccoli che poi praticheranno nuoto agonistico – in un posto così inospitale per il seguito!!!
Ma tant’è… a questo ci si adatta. Ce ne aspettano molti e forse peggiori in futuro…
I piccoli sono sul piano vasca, i genitori dietro il vetro di un acquario. A dirigere l’orchestra della formazione delle serie e della chiamata atleti ai blocchi c’è un signore allampanato, abbronzato e dall’indefinita e indefinibile età, a causa della totale assenza di capelli. Ma cosa ci fa lì, a farsi il mazzo per un intero pomeriggio in quella baraonda di piccoli tra i 6 e i 10 anni? Si, perché non finisce lì, dopo ci sono anche le premiazioni all’aperto, anche quelle gestite dallo stesso personaggio.
cronista per la RAI
Ecco, personaggio. Sul sito della DDS c’è una stringatissima scheda che ci dice che il personaggio è un certo “Luca Sacchi”, è il “figlio del fondatore”, è l’attuale presidente, nonché ex-olimpionico e attuale collaboratore tecnico della RAI.
Chissà quanti dei presenti alla gara si sono accorti di chi fosse quel tipo che stava premiando i loro figli. Certo, lui non ha fatto assolutamente nulla per farlo capire. E questo ci dice tante tante cose sul “personaggio”.
Forse è per questo che mi piacerebbe che qualcuno di quei genitori leggesse queste righe e le successive. Magari la prossima volta gli chiederanno un autografo.
Per inciso: di Luca Sacchi non si può scrivere proprio tutto, troppo lunga e troppo prestigiosa la carriera, diverrebbe un romanzo. Tenterò comunque di scrivere il più possibile sia nel bene che nel male. Inoltre questo è un compendio della sola parte nuotata, non della carriera televisiva. Per quella lascio la parola ad altri, Sandro Fioravanti e Tommaso Mecarozzi in primis.
Luca Sacchi, la storia…
Luca è fortunato (o sfortunato?), viene da una famiglia di gente che vive di e nel cloro. Il padre Remo è un ex-atleta della nazionale, dallo spirito fin troppo anarchico per ottenere qualità e quantità necessarie alla partecipazione alle grandi manifestazioni. Sarà poi un grande allenatore ma, soprattutto, un grande manager e imprenditore, andando a fondare la Dimensione dello Sport (DDS) nel 1977. La zia arriva invece a fare le olimpiadi nel 1964, a Tokio.
Ma tutto ciò non basta per giustificare una carriera lunga, gloriosa e decisamente unica. Luca è il secondo atleta al mondo ad arrivare a tre finali olimpiche consecutive in una delle gare più “infami” del programma: i 400 misti (prima di lui, nell’impresa era riuscito l’ungherese Andreas Hargitay, 3° nel 1972 a 16 anni e 4° nelle due edizioni successive). Non ci è riuscito Tamas Darnyi, l’invitto e invincibile ungherese, non ci è riuscito l’altro grande ungherese Verraszto e neppure Cseh (almeno, per ora, forse ci riprova nel 2016). Neppure i suoi avversari USA Dolan e Namesnik ci sono riusciti!!! Dopo di lui ci sono solo altri 3 atleti ad esserci arrivati: il primo è ancora un italiano, Alessio Boggiatto (2000, 2004, 2008 … sempre 4°), gli altri sono una discreta compagnia: Michael Phelps e Ryan Lochte (2004, 2008, 2012).
Piccola nota a margine: l’allegra compagnia si limita a USA, Ungheria e Italia…
1984: Juniores e Internazionale
Luca appartiene alla mitica classe del ’68, quella dei super-talenti mai completamente esplosi: Cassio, Ciucci, Cecchi, Saporiti, Giambalvo, Trevisan… la differenza è che Luca, con molta più calma e pazienza a qualcosina è arrivato.
Tralasciamo gli esordi e – a tappe forzate – portiamoci subito ai Campionati Europei juniores del 1984. Da questa manifestazione arrivano 2 medaglie pesanti soprattutto perché la compagnia sul podio è pesante. Nei 200 rana è secondo alle spalle di un certo Josef Szabo (2’23″34 contro 2’23″43) mentre nei 400 misti viene preceduto sempre da Szabo ma anche da Raik Hannemann (4’30″12 – 4’32″43 – 4’33″14).
Tanto per saperlo, vediamo esattamente chi lo batte. Szabo vince i 200 rana ai mondiali 1986 (2’14″27, davanti al grande Davis), europei 1987 (2’13″87), Olimpiadi 1988 (2’13″52), è 3° agli Europei 1989 (2’16″05) e ancora 5° ai Mondiali 1991 (2’13″93). Nei 400 misti è sempre un “piazzato” sicuro: 4° nel 1986 (4’23″02), 2° nel 1987 (4’18″30), 4° nel 1988 (4’18″15), 5° nel 1989 (4’21″69) e infine 4° nel 1991 (4’17″52).
Hannemann, tedesco est, vale qualcosa in meno: 3° nei 400 misti agli Europei 1985 (4’26″33), nei 200 misti è 3° agli Europei 1987 (2’02″30), 2° a quelli del 1989 (2’03″07) e finalista olimpico nel 1988 (7° in 2’04″82).
1985-1986: primi passi da “adulto”
Saltiamo poi alla fine del 1985 e alla partecipazione alla prestigiosa Coppa Europa – gara in vasca corta in cui conta soprattutto la classifica per nazioni. Luca è 6° nella sua gara, i 400 misti, in 4’22″72.
A febbraio partecipa ai Campionati Italiani indoor (V25) raccogliendo una medaglia. E’ infatti argento nei 400 misti in 4’20″84, alle spalle dello scatenatissimo Cassio (4’14″73), mentre è deludente nei 200 rana (11° in 2’23″04).
Il resto della primavera è costellato da buone prestazioni in V50, soprattutto nei 400 misti: 4’32″04 al Cinque Nazioni (Cassio 4’32″11), 4’33″10 in Coppa Madrid e 4’32″32 al Sette Colli. Inutile dire che ai Campionati Italiani ci si attende qualcosa che permetta di avvicinarsi alla qualificazione mondiale… ma non sempre le cose vanno come devono. A Città di Castello a luglio ci sono solo tanti buoni piazzamenti: 5° nei 200 dorso (2’09″37) – 4° nei 200 rana (2’22″87) – 5° nei 200 misti (2’07″83) – 4° nei 400 misti (4’30″87 – qui alle spalle di Cassio, Divano e Battistelli).
Anche agosto, con i campionati di categoria (lui è un “cadetto”), non è entusiasmante: 4° nei 100 dorso (1’01″13) – 1° nei 200 dorso (2’08″35) – 3° nei 200 rana (2’25″99) – 2° nei 200 delfino (2’06″04) – 2° nei 200 misti (2’08″01) – 1° nei 400 misti (4’35″00).
Il 1986 si chiude con una squalifica nei 400 misti in Coppa Europa a Malmoe (per arrivarci, a novembre, era bastato un 4’25″6).
1987: Il “vero” esordio in Nazionale
Il 1987 si riapre sempre in Svezia con i Swedish Games in V25, a cui partecipa con una nazionale ridotta: è 2° nei misti (2’05″60 e 4’25″56) e 1° con la staffetta mista (frazione a farfalla).
Salta i nazionali indoor e si ripresenta ai criteria di Torino, come ultimo anno cadetti. Partecipa a 200 dorso (1° 2’04″46), 200 rana (2° 2’18″73), 100 delfino (5° 57″06), 200 delfino (4° 2’04″22), 200 misti (1° 2’03″40) e 400 misti (1° 4’21″84).
Al Sette Colli si nasconde (3° nei 200 misti in 2’06″06) e a Catania, ai campionati nazionali di luglio, fa il botto. Arriva 2° nei 200 dorso (2’05″78 – alle spalle di Battistelli 2’02″67) – 1° nei 200 rana (2’21″45) – 1° nei 200 misti (2’05″57 – davanti al grande Giovanni Franceschi) – 2° nei 400 misti (4’25″12 – ancora alle spalle di Battistelli, vincitore in 4’22″50).
In effetti con Catania inizia per la Luca la fase di carriera in cui lo si può denominare l’alfiere di “bibi”. In questa veste otterrà grandissimi risultati, sempre offuscati dal suo compagno di competizione.
In generale, il rapporto del nostro uomo con gli eventi di qualificazione non era mai stato entusiasmante. Nel 1984, nella finale di Coppa Los Angeles aveva racimolato due settimi posti (200 rana in 2’25″16 e 400 misti in 4’41″77) e un ottavo (200 misti in 2’11″75). Nel 1985, alla finale di Coppa Sofia, erano aumentate le partecipazioni ma non certo la qualità dei risultati: 200 dorso (2’19″32), 200 rana (2’28″92 – decimo), 100 delfino (59″95 – ultimo…), 200 misti (2’13″27) e 400 misti (4’36″80 – sesto ma preceduto da una certa quantità di finalisti olimpici e mondiali).
A inizio agosto c’è una puntatina a Terni per i nazionali di categoria (59″69 nei 100 dorso e 2’07″50 nei 200 misti) e poi c’è Strasburgo ed i Campionati Europei, quelli di Lamberti e delle “valkirie” italiane. Ma non i suoi… la partecipazione è sotto tono, anche perché varrebbe la finale tranquilla almeno nei 400 misti.
Nei 200 misti è 2° nella finale B in 2’06″81 (2’06″88 in batteria con qualificazione alla finale a quota 2’05″34).
Nei 400 misti la delusione è cocente. E’ ancora 2° in finale B (4’26″25 – passaggi: 1’01″66 – 2’10″44 – 3’25″82). Al mattino era andata molto peggio: 4’28″49 12° (1’02″21 – 2’10″23 – 3’25″73) con il tempo di qualificazione fissato a un abbordabile 4’26″24. Neppure a Battistelli va benissimo, almeno per i giornali. Infatti è 5° in 4’21″87, ma la gara è stellare (il 4°, il sovietico Yaroshuk fa 4’18″87…).
L’anno solare si chiude con l’impegno di Coppa Europa: 4° nei 200MX a Montecarlo in un ottimo 2.01,43.
Le graduatorie di fine stagione ci parlano di un 27° posto nei 200MX (2.05,57) e di un 20° nei 400 (4.25,12).
1988 – 1991: L’alfiere di “BiBi”
L’anno olimpico – il 1988 – si apre con una serie di prestazioni incoraggianti in vasca corta: 1’52″9 nei 200 stilelibero, 58″57 nei 100 dorso, 1’04″54 nei 100 rana, 2’02″5 nei 200 delfino. Il culmine viene raggiunto nel prestigioso Coca Cola Meet di febbraio a Parigi: 2’16″69 per un 3° posto nei 200 rana, 2’00″88 nei 200 misti (2° alle spalle di Darnyi – 2’00″77) e 4’14″99 nei 400 misti (dietro a Darnyi e a Woodhouse, che fu bronzo olimpico nel 1984, 4’13″73 e 4’14″55).
I campionati nazionali indoor di marzo si svolgono a Firenze in V50, per facilitare le qualificazioni olimpiche. I tempi sono ottimi ma non “definitivi”, almeno nella sua gara. Luca vince i 200 delfino (2’03″18) e i 200 misti (2’04″10) ed è 2° nei 400 misti (4’24″38), preceduto dal solito Bibi (4’21″86) e seguito a rispettosa distanza dalla “minaccia rientrante” Cassio (4’27″51).
Nei mesi successivi carica e i risultati in vasca si vedono: 2’06″53/4’29″44 nei misti al Trofeo Primavera a Como (V50); 2’03″9 e 2’04″1 a Genova nei 200 misti e 200 dorso (V25); 2’06″29/4’27″32 sempre nei misti al Settecolli.
Ad agosto a San Donato Milanese, durante i Campionati nazionali estivi, si gioca il suo personalissimo trial nei 400 misti. Nelle batterie del mattino Battistelli realizza il nuovo Record Italiano (4’20″24) e poi – inspiegablmente – si eclissa, lasciando Sacchi e Cassio a scannarsi per il secondo pass olimpico…
La gara del pomeriggio è tiratissima e porta entrambi gli atleti sotto il crono richiesto dalla federazione (4’22″99 per Luca, 4’23″42 per Roberto). La federazione li porterà entrambi a Seoul, Cassio disputerà però i 200 misti (vabbè, io gli avrei fatto fare i 200 dorso, gara nella quale avrebbe avuto solide speranze di entrare in finale B).
Le altre 2 gare di Sacchi sono routine: 2° nei 200 delfino (2’02″72) e 1° nei 200 misti (2’05″76).
Le Olimpiadi di Seoul 1988
Seoul 1988
Giochi Olimpici
Veniamo a settembre, a Seoul, ai Giochi Olimpici, ai suoi 400 misti. In un panorama nel quale la quasi totalità della squadra azzurra esegue il solito perfetto naufragio da sindrome olimpica (sfumano le speranze di Lamberti e Gleria, della mista femminile, di Minervini. Fanno una discreta figura solo la Dalla Valle nei 200 rana – se depurati dalle atlete bulgare, tedesche est e cinesi, tutte dopate, ne sarebbe uscita una medaglia e la 4×200 maschile, quinta in una gara stellare, irripetibile e superata per qualità media solo nel nuovo millennio), Luca risulta essere uno dei migliori arrivando alla finale … “peccato” che nella stessa occasione Battistelli compia il miracolo e agguanti la prima medaglia olimpica maschile per il nuoto italiano.
Bibi, con uno strepitoso finale (58″03 a SL), strappa il bronzo a Szabo. Gli altri, Darnyi e Wharton, viaggiano su un altro pianeta. Luca non si migliora rispetto a San Donato, ma si merita ampiamente il 7° posto. La vera fatica risulta essere quella di agguantare la finale, la gara infatti è tiratissima sin dal mattino, e qualcuno paga lo sforzo nel pomeriggio.
Di seguito il dettaglio:
Batterie: Darnyi 4’16″55 – Kuhl 4’18″60 – Battistelli 4’20,”43 – Wharton 4’20″84 – Szabo 4’20″85 – Berndt 4’20″93 – Bermel 4’22″78 – Sacchi 4’23″37 (1’00″92 – 2’07″29 – 3’21″95) – Bordeau 4’23″46 (9°).
Finale: Darnyi 4’14″75 – Wharton 4’17″36 – Battistelli 4’18″01 – Szabo 4’18″15 – Kuhl 4’18″44 – Berndt 4’21″71 – Sacchi 4’23″23 (1’00″35 – 2’07″20 – 3’22″05) – Bermel 4’24″02.
Nei 200 misti le cose non vanno così bene. In batteria è 13° in 2’05″45 (la qualificazione è lontana ma teoricamente alla portata – 2’04″31). La finale B non cambia nulla: 2’05″68 e 5° posto.
L’annata si protrae con la Coppa Europa a Edimburgo: 2’02″28 nei 200 misti e 4’18″85 nei 400, per un 4° e un 2° posto. Le gare sono vinte da Hladky (ex-cecoslovacco ora tedesco, abbonato al bronzo europeo estivo sulla distanza – 1981, 1983 e 1989 – nel 1985 è argento) in 2’00″37 e da Gessner (4’15″72) di cui avremo spesso modo di parlare in seguito.
La conclusione è al meeting di Capodanno che si tiene all’isola de La Reunion: vittoria nei 200/400 misti (2’03″00/4’18″63) e pauroso incidente automobilistico, fortunatamente senza conseguenze.
Le graduatorie di fine anno ci consegnano Luca al 75° posto nei 200 delfino (2’02″72), al 17° nei 200 misti (2’04″10) e al 16° nei 400 misti (4’22″99).
Il 1989, i Campionati Europei di Giorgio Lamberti
Il 1989 si apre con qualche buona prestazione in V25 a Cannes in gennaio (1’04″31 a rana, 2’02″68 nei misti) e a Venezia in febbraio (2’03″60/4’19″92 nei misti) e si protrae con una malattia che affossa la preparazione per i campionati indoor. A Ravenna a marzo domina Battistelli (2’00″63 a dorso, 2’02″87/4’20″75 nei misti) seguito a rispettosa distanza da Cassio (2’04″75 a dorso, 4’28″10 nei misti).
Il rientro è in crescendo. A maggio a Lecco 2’02″73 nei 200 misti (V25), al Settecolli a giugno 2’04″69/4’21″80 nei misti (quest’ultimo primato personale).
A Genova a luglio ci sono infine i campionati nazionali. Nei 200 delfino è 6° (2’04″21), nei 200 misti è 2° (2’04″93 – alle spalle di Battistelli 2’03″61) e nei 400 misti è 1° (4’23″61). Ovviamente tutto basta per esserci a Bonn, ai campionati europei di Giorgio Lamberti.
In un quadro di risultati estremamente positivo (Lamberti 2 ori con un Record del Mondo ed un Record Europeo; Battistelli 1 oro e 1 bronzo; la Dalla Valle sul podio; 4 staffette nei primi 3 con la ciliegina dell’oro nella 4×200 maschile), i risultati di Luca hanno la parvenza di un compitino ben svolto e basta.
Nei 400 misti fatica come sempre in batteria (7° in 4’25″24 – parziali: 1’00″51 – 2’08″47 – 3’23″18; l’ultimo tempo buono è 4’25″92; il primo degli eliminati termina in 4’26″06), ma si riprende in finale, la solita finale stellare dei misti anni ’80. Il crono finale è 4’22″96 e gli vale il 6° posto. Il “problema” è che, come al solito, Battistelli lo precede e va sul podio, 4’19″13 per il bronzo. La gara per l’oro si svolge su un altro pianeta, quello di Darnyi, che rischia più del solito: 4’15″25 per domare il 4’16″08 di Kuhl.
Nei 200 misti continua la tradizione negativa. Luca è 12° in batteria in 2’05″91 (27’98 – 1’00″30 – 1’36″69), mentre l’ultimo posto buono viene agguantato dal francese Lefevre in 2’04″82. La finale B va poco meglio: 2° posto e 2’05″52 (28’23 – 1’00″78 – 1’36″96).
Le graduatorie di fine stagione mostrano un altro piccolo passettino in avanti, almeno nella distanza lunga: è 23° nei 200 misti (2’04″69) e 8° nei 400 misti (4’21″80).
1990, anno anonimo per il nuoto mondiale
Il 1990 è un anno anomalo, senza grandi manifestazioni internazionali, perché i mondiali si svolgeranno a Perth nel gennaio 1991. Allora, la prima cosa che si fa, a gennaio 1990, è testare la piscina aussie per una manifestazione denominata Australian Open. Luca partecipa e vince i 400 misti (con un crono modesto…).
Poi, tra gennaio e febbraio, partecipa a qualche manifestazione V25. A Cannes fa il Record Italiano nei 200 misti in 2’00″11 e a Desenzano in World Cup vince i misti in 2’00″69/4’15″50.
Ai Campionati Italiani di Firenze a marzo, scende in acqua per le solite gare.
Nei 200 delfino, vinti da Braida in 2’01″21, è 2° in 2’02,”78; nei 200 misti è 1° in un ottimo 2’03″35 e nei 400 misti è 2° in un normale 4’22″88 (vince Bibi in 4’20″22). Oltre a queste c’è un ottima prestazione nella frazione iniziale della 4×200 della sua DDS (argento finale in 7’44″03): 1’54″78. Il tempo sarebbe valso una tranquilla finale nella gara individuale (8° tempo del mattino 1’56″35).
La vittoria nei 200 gli vale la convocazione per la Coppa Latina del mese successivo a La Paz. In gara è 2° in 2’05″81, preceduto da Lefevre (2’04″66).
A maggio c’è la solita pertecipazione al meeting di Lecco: 2’01″62 nei 200 misti.
Ad agosto si concentrano gli appuntamenti più importanti: Campionati Italiani estivi a San Donato Milanese e International Cup a Roma (surrogato della grande manifestazione estiva….).
Ai Campionati Italiani arrivano un 3° posto nei 200delfino (2’02″55, alle spalle di Braida 2’00″31 e Palloni 2’02″46); un 1° nei 200 misti (2’04″00, 2° è Benucci in 2’05″39) e nei 400 misti (4’22″15, seguito da Palloni in 4’27″99) e un 2° posto ancora nella 4×200 stilelibero (7’40″45).
Alla International Cup le cose non vanno bene: 7° posto nei 200 misti in 2’05″80 e squalifica nella finale dei 400 misti.
Le graduatorie dell’anno non hanno molto senso ma lo posizionano all’11° posto in entrambe le gare dei misti (2’03″35 e 4’22″15).
1991, i Mondiali australiani, vittima epocale?
Il 1991 si apre subito con i mondiali anomali di Perth. Anomali perchè si svolgono a gennaio, anomali per la partecipazione non profonda come lo fu Madrid 4 anni e mezzo prima, anomali per le molte controprestazioni… tranne che nei misti maschili, ovviamente.
Con l’occasione l’invincibile ungherese Tamas Darnyi arriva al suo apice cronometrico, un apice che funzionerà da “tempo-base” fino all’avvento di Michael Phelps nella specialità, a cavallo tra il 2002 e il 2003. Darnyi vince infatti in 1’59″36 e 4’12″36, tempi che verranno superati da Sievinen (e qui mi prendo la responsabilità di avere tutti i dubbi di questo mondo sui modi in cui il finlandese ottiene e otterrà i suoi tempi…) e Dolan nel 1994, ma i veri salti di qualità saranno i passaggi alle quote 1’57/4’09 da parte del Kid di Baltimora.
Perth, in questo senso, è “epocale” per le gare dei misti maschili e Luca Sacchi, in un certo senso, ne è una delle “vittime”.
Veniamo ai dettagli.
Nei 400 misti l’asticella delle qualificazioni si abbassa ulteriormente. L’8° è Gessner in 4’22″06, il 9° è uno dei pretendenti al podio: Kuhl in 4’22″79. Luca è – come al solito – 7° in 4’21″83 (59’64 – 2’06″22 – 3’21″09).
In finale vanno tutti forte, molto forte. Vince Darnyi in 4’12″36, seguito da Namesnik in 4’15″21, Battistelli in 4’16″50, Szabo in 4’17″52. Luca è brillante 5° in 4’19″88 (1’00″20 – 2’06″97 – 3’20″81) e precede Wharton e Gessner (4’20″19).
Nei 200 misti si denotano i soliti problemi mattutini. In batteria è 11° in 2’04″03 (27″64 – 59″53 – 1’34″84) contro il 2’03″76 di Bermel, ultimo crono utile per la finale. In finale B è 4° in 2’04″53 (27″74 – 59″45 – 1’35″39).
1991 – 1993: il sorpasso, il successo, le medaglie
Da qui in poi, complice forse una presa di coscienza psicologica della propria forza, inizia per Luca una progressione molto più che lineare, che si concluderà solo con i Giochi Olimpici del 1992.
Ai Campionati Italiani indoor di Firenze a marzo vince nei misti in 2’03″92 e 4’24″39 (qui seguito da Cassio in 4’25″62).
Sempre a marzo in World Cup in V25 a Milano avvicina Hladky nei 200 misti (1’59″92 contro 1’59″98) e stravince i 400 in 4’12″15 (Gessner fa 4’17″74). Pochi giorni dopo all’Arena Festival di Bonn è 4° nei 200 (2’00″28) vinti ancora da Hladky (1’59″16) e 2° nei 400 (4’13″36) alle spalle del canadese Ward (4’12″83). Poi, a maggio a Lecco, batte Darnyi nei 200 (2’01″21 contro 2’03″84).
Con giugno ricomincia la stagione in V50, ma il passo non cambia. Vittoria nei 400 mistial Settecolli (4’24″81); vittorie ai Campionati Italiani di Pesaro sempre nei misti (2’05″01/4’23″56) e vittoria nei 400 misti ai Giochi del Mediterraneo ad Atene (4’23″37)… il tutto in pieno carico per gli europei, lo spartiacque vero della sua carriera natatoria.
Campionati Europedi di Atene 1991, il decollo
Ad agosto ad Atene è l’unico italiano a vincere il titolo europeo (Lamberti prende 4 medaglie, ma nessuna d’oro) e batte Stefano Battistelli.
Tutto in una volta… ora è lui il protagonista, il numero uno del nuoto italiano.
Una piccola osservazione: per la prima volta dal 1985 manca l’invincibile ungherese Tamas Darnyi, che sta già pensando alle olimpiadi; per la prima volta gli atleti dei misti NON scendono in acqua per giocarsi il 2° posto, si gareggia per vincere e a vincere sono due sorprese.
Nelle batterie dei 400 misti è 2° in 4’21″98 (1’00″79 – 2’06″89 – 3’20″38).
La finale è da brivido. Luca parte con un normale 1’00″03 a farfalla. Lo precedono – di poco – i soliti tedeschi ex-est Gessner (59″67) e Kuhl (59″69). Battistelli è lontano in 1’01″93. A dorso fugge Kuhl (2’04″88 – era stato finalista nella specialità a Euro ’87), ma Luca tiene in 2’05″88. Gessner perde (2’06″52) e Bibi si riavvicina (2’06″93 – d’altra parte è l’argento mondiale dei 200 dorso). La rana è determinante: Luca passa (3’18″29) ma il distacco su Kuhl non è definitivo (3’18″80). Gessner e Battistelli si staccano (3’21″12 e 3’23″56). Ora si tratta di tenere lo stilelibero: Luca Sacchi fa 59″52 per l’oro, Patrick Kuhl 59″05… totale per l’italiano 4’17″81 oro, per il tedesco 4’17″85! Terzo è Gessner in 4’19″16 (58″04), 4° Bibi (4’22″33).
Nei 200 misti, si assiste a uno spettacolo analogo, ma cambia il vincitore. Luca in batteria è 3° in 2’04″12 (27″69 – 59″64 – 1’34″77). La finale, seppur a livelli non certo eccelsi, è ancora tiratissima. Si affrontano, oltre all’italiano, Gessner e il carneade danese Sorensen (fino a quel giorno semplice dorsista da finale europea). Ai 50 Gessner è solo (26″81), Italia e Danimarca seguono a 27″58 e 27″60. Il dorso pare chiudere la partita: il tedesco vira in 57″67, seguito dal danese (59″08 – dorsista teorico….) e dall’italiano (59″53), a rispettosa distanza. Nella rana, che dovrebbe favorire Luca (1’34″53), l’unico a recuperare qualcosa è Sorensen (1’34″09 contro 1’33″24). Lo stilelibero infine dovrebbe essere invece lo stile di Gessner, ma l’arrivo non gli sorride. Sorensen lo precede di un nulla (2’02″63 contro 2’02″66), mentre Luca è 3° in 2’02″93.
L’annata si chiude con qualche passerella in V25 (trofei Chianti e Lavazza): 27″30/57″58 nei 50/100 dorso, 57″59 nei 100 misti e 2’01″85/2’01″39 nei 200 misti; una puntatina alla tappa di Montreal di World Cup: 2’00″79/4’13″43 nei misti; la solita gita alla Reunion: 200 stilelibero in 1’50″48, 200 rana in 2’14″44 e 200 misti in 1’59″60 (Record Italiano).
Le graduatorie mondiali parlano di un 11° nei 200 misti (2’02″93) e di un 6° nei 400 (4’17″81).
1992, anno Olimpico
L’anno olimpico, il 1992, si apre in gennaio con alcune partecipazioni alla World Cup. A San Pietroburgo racimola due secondi posti (2’00″68/4’18″26) mentre a Milano è in gran spolvero e vince le due gare in 2’00″18/4’12″06 (Record Italiano). I buoni risultati gli garantiscono la partecipazione alla superfinale di World Cup di Palma Di Maiorca, a cavallo tra febbraio e marzo. Nei 200 misti ingaggia un duello all’ultimo metro con Lopez-Zubero (1’58″51 per lo spagnolo, 1’58″76 per l’italiano – il canadese Ward è 3° in 1’59″48). Nei 400 misti fa gara a sé e cancella il campione olimpico del 1984 Alex Baumann dal tabellino dei Record del Mondo V25: 4’08″77 (parziali: 58″83 – 2’01″86 – 3’11″38) contro 4’09″64. Ironia vuole che sul podio gli facciano compagnia proprio due canadesi: Myden (4’12″69) e Ward (4’13″58).
Intanto, i potenziali avversari olimpici cominciano ad affilare le armi… ai trials USA – anticipati a marzo – Namesnik stampa 4’15″60 e precede il solito Wharton (4’17″58); Darnyi fa 4’12″11 in corta. Siamo solo all’inizio.
Sempre in marzo ci sono i Campionati Italiano indoor a Firenze. Luca va veramente forte: è 2° nei 200 rana (2’17″98 contro il 2’17″38 di Postiglione), 2° nei 200 delfino (2’02″21 contro il 2’00″77 dello specialista Braida), primo nei misti (2’04″40/4’16″82 crono vicinissimo al tempo di Battistelli che segue lontano, in 4’23″74), ancora 2° con la 4×200 stilelibero. Stefano Battistelli sembra un po’ rinunciare allo scontro nei misti, a maggio fa 2’04″65/4’21″99 e, soprattutto, 1’59″11 nei 200 dorso.
Luca continua invece la sua marcia di avvicinamento a Barcellona: 1’03″71 nei 100 rana e 2’00″26 nei 200 misti a Lecco (V25); 2’04″76/4’23″01 a Montecarlo; 2’06″11 a dorso al Settecolli.
Anche gli altri non stanno fermi. Darnyi a maggio fa 4’23″59 e 4’22″90. Poi, in un test pre-olimpico a Budapest (non si saprà mai se veritiero o meno…) affronta i 200 e fa 1’53″42 a stilelibero, 2’02″27 a dorso, 2’00″09 a delfino e 2’00″32/4’15″11 nei misti. Meno di un mese dopo si esibirà in un inguardabile 4’31″33. In Germania Kuhl (4’18″39) precede Gessner (4’21″94) e in Canada Myden fa 4’20″45.
Barcellona 1992, le Olimpiadi della consacrazione
Ora però si va a Barcellona a fare i 400misti!!!
Il mattino non porta ottimismo. Luca vince in tranquillità la terza batteria in 4’19″42 (59″40 – 2’05″78 – 3’19″36) davanti a Gessner (4’19″92).
I dubbi nascono dalla batteria successiva: Namesnik 4’17″75, Kuhl 4’18″68; Mariniuk 4’19″05, Fujimoto 4’20″07: Luca è già 4° e manca ancora qualche protagonista all’appello. Per fortuna l’ultima batteria è sotto ritmo. La vince Darnyi in 4’18″34, seguito da Wharton in 4’20″73 e da Perez in 4’21″33, primo degli esclusi. Ma che salta in mente a Mariniuk e Kuhl? E chi è Fujimoto? Fuochi di paglia o reali pericoli pomeridiani?
Direi la prima delle due. La finale del pomeriggio è solo per i favoriti della vigilia e – in un certo senso – non ha sorprese.
La frazione a delfino vede in fuga lo specialista Wharton (57″62), seguito a rispettosa distanza da Gessner (59″62), Kuhl (59″68), Darnyi (59″82), Namesnik (59″86) e Sacchi (59″90). Mariniuk e Fujimoto, gli spauracchi mattutini, sono già lontani, sopra il minuto.
Il dorso è di Namesnik (2’04″06 – 1’04″20) e Darnyi (2’04″15 – 1’04″33). Wharton regge affannosamente (2’05″11 – 1’07″49), Kuhl e Sacchi si avvicinano alla zona medaglia (2’06″44 entrambi – 1’06″54 per Luca, 1’06″76 per Patrick) assieme a Gessner (2’06″75 – 1’07″13), il “finisseur”.
La rana è lo stile di Luca e tutto si delinea. Darnyi (3’16″63 – 1’12″48) e Namesnik (3’16″85 – 1’12″79) si studiano, Sacchi si stacca dal gruppo medaglia (3’17″74 – 1’11″30). Il resto della compagnia accusa lo strappo dell’italiano e si sfilaccia: Wharton 3’18″99 (1’13″88), Kuhl 3’20″55 (1’14″11), Gessner 3’20″69 (1’13″94).
Ora si tratta di non pensare agli extraterrestri e di resistere nello stilelibero. Darnyi strappa e va a vincere in 4’14″23 (57″60). Namesnik segue in 4’15″57 (58″72). Luca resiste al ritorno degli avversari e va prendersi il bronzo in 4’16″34 (58″60).
Bronzo olimpico!!!
Wharton (4’17″26 – 58″27) e Gessner (4’17″88 – 57″19) ci provano senza successo, Kuhl invece molla e conclude in 4’19″66, seguito da Mariniuk (4’22″93) e Fujimoto (4’23″86).
I 200 misti, come sempre, non riservano grandi soddisfazioni. Luca è 11° in batteria in 2’03″54 (27″53 – 59″37 – 1’34″60) mentre l’ultimo dei qualificati è Dunn in 2.02,75. La finale sarà al cardiopalmo e registrerà l’ultima vittoria sulla distanza nella carriera di Darnyi (2’00″76 contro il 2’00″97 di Bugess, il 2’01″00 di Czene – futuro campione olimpico nel 1996 – e il 2’01″28 di Sievinen – campione mondiale nel 1994 e argento olimpico nel 1996).
La stagione si chiude con le solite comparsate toscane in V25: 2’02″91 a Poggibonsi, 2’02″85 a Viareggio, qui davanti a Darnyi (2’03″55). C’è anche un 100 rana in 1’03″30…
Le graduatorie mondiali 1992 raccontano di un 126° posto nei 200 dorso (2’06″11), un 44° nei 200 rana (2’17″98), un 63° nei 200 delfino (2’02″21), un 21° nei 200 misti (2’03″54) e un 3° nei 400 misti (4’16″34).
1993, tutto normale…
Il 1993 inizia con la World Cup. Le tappe cinesi di gennaio portano secondi posti nei 200 misti (2’04″50 a Shanghai/2’02″78 a Pechino) e primi nei 400 (4’23″34/4’21″85).
A febbraio arriva il momento di Sievinen che si prende il Record del Mondo in V25 in entrambe le distanze, approfittando delle tappe europee (1’55″69/4’07″10).
Luca non sta a guardare e si ripresenta alle tappe 5, 6 e 7 a Gelsenkirchen (1’59″70/4’14″07 – 2°/1°), Sheffield (2’00″06/4’12″28 – 2°/1°) e Milano (2’00″20/4’14″06 – 1°/1°). Il fatto curioso è rappresentato dal costume usato nell’ultima tappa, un jammer della Diana.
Ad aprile c’è la Coppa Latina a Firenze (2’04″28/4’23″32 in V50), a maggio il Trofeo Città di Milano V25 dove si cimenta nei 50 in tutti gli stili e nei 100 misti (27″32 – 29″46 – 26″21 – 24″49 – 57″03). C’è poi lo Swim Show a Settimo Milanese: Kasvio batte Trevisan nei 200 stilelibero (1’46″01 – 1’47″57), mentre Luca batte Tamas Darnyi nei 400 misti (4’09″14 – 4’14″76). L’ultima gara stagionale sono i Giochi del Mediteraneo a Narbonne: due vittorie in 2’03″32 e 4’22″30 nei suoi amati misti.
Agli europei di Sheffield Luca non c’è… rinuncia al clou della stagione per ricaricare le pile. In terra inglese l’invincibile ungherese vince la sua ultima gara, i 400 misti, in 4’15″24 contro il 4’15″51 di Sievinen, il 4’17″90 di Wouda ed il 4’18″97 di Kuhl. Anche Bibi non brilla, si qualifica per la finale (4’22″21) ma vi rinuncia.
Le graduaorie 1993 posizionano Luca al 9° e 11° posto (2’03″32/4’22″30).
Rientra in gara tra novembre e dicembre con lo Speedo Trophy a Busto Arsizio (29″91 nei 50 rana e 58″33 nei 100 misti) e con le solite puntate in Toscana (100 rana 1’03″59 – 100 misti 57″64/57″81 – 200 misti 2’01″76).
1994: PROBLEMI?
Ma veniamo all’anno “terribilis”. Il 1994 è decisamente un anno storto sotto tutti i punti di vista. Dovrebbe avere come obbiettivo una medaglia ai mondiali di casa a Roma. In realtà tutto andrà in fumo in una pessima mattinata brasiliana… e non solo lì.
La stagione inizia in maniera promettente. Luca a gennaio è in oriente per la World Cup e racimola 3 secondi posti tra Hong Kong e Pechino (2’01″09 e 4’13″89/4’12″88).
A marzo è a Rio per la Coppa Brasil in V25. In uno stadio ricavato sulla spiaggia fa 200 dorso (2’03″26), 50 rana (29″57), 200 delfino (2’02″98), 200 misti (2’01″01) e le staffette 4×100. Sarà il clima estivo, sarà l’aria festaiola, fatto sta che prima di ripartire si concede un tuffo tra i cavalloni della spiaggia di Copacabana. Risultato: tremenda botta alla schiena e – soprattutto – stop alla rana per almeno un mese!!!
Deferimenti e polemiche
E’ il caso di dire che piove sul bagnato… a giugno si disputa il Settecolli presso la piscina di Poggibonsi (lo Stadio del Nuoto a Roma è in manutenzione in vista dei mondiali). La situazione è terrificante: piove a dirotto e la temperatura dell’acqua è di 23°. L’11 giugno gli atleti si organizzano e bloccano la diretta TV per qualche minuto per poter leggere un loro comunicato. In soldoni il comunicato recita che la FIN mantiene un atteggiamento superficiale pretendendo che gli atleti facciano il crono di qualifica per i mondiali in una vasca a 23°, erogando in ritardo le borse di studio, erogando diarie irrisorie, organizzando i raduni all’ultimo momento, non mettendo a disposizione degli atleti i dirigenti ed i fisioterapisti e proponendo criteri di qualificazione alle manifestazioni quantomeno enigmatici…
Già il 12 Luca, che è uno dei fautori della protesta, ritratta perché i modi violano i regolamenti a cui sono sottoposti gli atleti. Sempre il 12 la FIN (Bartolo Consolo) stigmatizza il comportamento e annuncia le indagini. Il 15 arrivano i deferimenti. La Federazione sospende 27 atleti. Il 24 la commissione federale comunica la sospensione di Luca Sacchi per 20 giorni (anche se erano stati chiesti 2 mesi e mezzo con la condizionale). Luca comunque è l’atleta punito con maggior severità.
Inoltre, tra le FIN-News pubblicate dal Mondo del Nuoto (allora solo cartaceo), si leggono alcune puntualizzazioni a firma Barelli; in particolare si fa osservare come i modi della protesta siano stati sbagliati, come la protesta sulle borse di studio risulti inspiegabile, come la diaria (“forse”) possa essere considerata effettivamente bassa, che lo staff tecnico (Frandi, Castagnetti, Coconi, Morini, Ferretti, Rosso + Remo Sacchi dimissionario) e anche lo staff medico siano da considerarsi adeguati.
Seguono poi alcuni dettagli sulle erogazioni (lorde) nei confronti degli atleti. Luca in particolare ricevette: £88.000.000 (€45.450) nel 1992, £66.000.000 (€34.000) nel 1993, £55.000.000 (€28.400) nel 1994 (senza i mondiali). A queste cifre si devono sommare 2 delibere nette una tantum: £15.000.000 (€7.750) nel novembre 1993 e £10.000.000 (€5.200) a maggio 1994. Forse, ma forse, si potrebbe sorridere…
Per chi volesse rileggere, ecco un articolo da La Stampa del 18 giugno 1994
Ed il nuoto in vasca?
Ma torniamo alle cose in vasca. Al Settecolli Luca è 2° nei 400 misti in 4’28″14: lo precede Bibi in 4’23″64. Si rimanda tutto ai nazionali di luglio a Riccione. Nei 200 delfino è 2° in 2’03″17 alle spalle di Oriana (2’02″76). Vince poi le due gare dei misti in maniera convincente: 2’04″01/4’22″08. E’ quanto basta.
A settembre a Roma la nazionale italiana va incontro ad una debacle terrificante. Sono veramente in pochi a salvarsi: la Vigarani sul podio nei 200 dorso, la 4×200 maschile in finale, Siciliano nei 400 stilelibero e… Luca Sacchi.
Intendiamoci, l’infortunio ha lasciato il segno sulla preparazione ma Luca alla finale ci arriva e – diciamolo fino in fondo – la medaglia sarebbe stata oggettivamente comunque fuori portata. Veniamo ai dettagli: Luca al mattino è 7° in 4’21″05 (qualificazione a quota 4’22″76). La finale è senza storie: vince il nuovo asso USA Tom Dolan (4’12″30 – nuovo Record del Mondo) davanti a Sievinen (4’13″29) e Namesnik (4’15″69). Il legno va al canadese Myden (4’17″93) mentre SACCHI è 6° in 4’20″03.
Le graduatorie mondiali vedono Luca sempre fra i protagonisti: 20° nei 200 misti (2’04″01) e 10° nella distanza doppia (4’20″03).
1995 – 1996: IL RITORNO
Il 1995 apre un altro capitolo della sua carriera. L’obbiettivo diventa Atlanta, una finale olimpica e magari un pensierino ad una medaglia. Ma ci vuole tempo e tanto fieno in cascina.
Luca partecipa a 6 tappe su 7 della World Cup: Hong Kong (2° nei 100 rana 1’04″30 – 1° nei 200 rana 2’17″92 – 3° nei 400 misti 4’14″12), Espoo (1° nei 200 rana 2’14″21), Parigi (2° nei 200 misti 1’59″33 – 1° nei 400 misti 4’12″86), St. Vincent (2° nei misti 2’00″62/4’16″10), Malmoe (1° nei misti 1’59″47/4’11″23) e Gelsenkirchen (2° nei 200 1’58″72 e 1° nei 400 4’10″21).
A marzo ci sono i Campionati Italiani indoor a Firenze (vittoria nei 200/400 misti in 2’03″97/4’21″68) seguiti dalla Coppa Latina (2’05″75/4’31″25). Infine a giugno c’è il Settecolli (200 rana in 2’22″73 e 400 misti in 4’26″05 – intanto a Canet Battistelli fa 4’23″74).
A luglio a San Donato Milanese ci sono i Campionati Italiani estivi dove Luca si conferma in palla. Arriva 2° nei 200 rana in 2.18,07 (lo precede un certo Domenico Fioravanti in 2’17″40) e vince entrambe le gare dei misti (2’03″27/4’20″81) davanti a Battistelli (2’05″82/4’21″89). Sempre i soliti noti, insomma…
Campionati Europei 1995 a Vienna, ancora un bronzo!
A Vienna ad agosto ci sono gli europei, considerati una semplice tappa di avvicinamento ad Atlanta. Si tratta di una delle edizioni meno qualitative di tutti i tempi e le gare dei misti, salvo l’eccezione Sievinen, non si discostano dal trend.
Nei 200 misti Luca va decisamente bene rispetto ai suoi standard. In batteria è 4° in 2’04″01 (quota qualificazione a 2’04″95) e in finale si riconferma. Vince Sievinen (solitario in 1’58″61) seguito da Czene (2’00″88) e Keller (2’02″24). Luca ottiene 2’02″91 e precede Marchand (2’02″93).
Nei 400 misti i risultati cronometrici sono inferiori ma ci scappa la medaglia. I soliti due italiani (partecipano assieme a questa gara dal 1987 e hanno fatto la loro prima finale in compagnia nel 1988) sono tranquillamente nei primi 8: Luca 2° in 4’21″31 e Bibi 4° in 4’22″69; per qualificarsi è necessario fare 4’23″56. La finale è tattica e vede staccarsi da subito solo Sievinen (4’14″75). Alle sue spalle c’è la sorpresa polacca Malinski (4.18,32), seguita da Sacchi (4’18″82; parziali 1’00″28 – 2’06″96 – 3’19″37). Più lontani arrivano Maene (4’19″82), Wouda (4’21″07) e uno spento Battistelli (4’22″83).
L’unica apparizione di rilievo prima della fine dell’anno è un 200 rana V25 a Livorno (2’16″24).
Intanto le graduatorie 1995 riportano ancora il nostro fra i protagonisti: 12° nei 200 misti (2’02″91) e 8° nei 400 (4’18″82).
Ma, ormai, è tempo di pensare alle olimpiadi del centenario e della CocaCola (con grave disappunto di Atene…).
La preparazione all’appuntamento americano è (o pare essere) perfetta. Il 1996 sembra il miglior anno di sempre di Luca.
Si presenta in grande spolvero ai Campionati Italiani indoor di Livorno, a marzo. Vuole strappare subito il pass olimpico e dedicarsi con calma alla preparazione. Nei 200 delfino è 2° in 2’01″58 (preceduto da Oriana in 2’00″51 e seguito da Eroli in 2’01″63). Vince poi due belle gare dei misti. Nei 200 fa 2’02″82 e precede l’astro nascente Rosolino (2’05″51 – sarà campione europeo, olimpico e mondiale nel 2000/2001). Nei 400 fa il suo miglior crono dalla finale di Barcellona (4’17″73) lasciando le briciole a Eroli (4’22″71) e Battistelli (4’26″03). Quest’ultimo rinuncia all’assalto ai misti e prova – vanamente – a qualificarsi nei 200 dorso (vanamente anche per colpa degli avversari italiani: Merisi – miglior duecentista dell’anno in 1’57″70 e bronzo olimpico; Mazzari – finalista olimpico, in grado di scendere sotto i 2 minuti; Bianchin – capace di avvicinarsi alla barriera dei 2 minuti).
Intanto all’estero gli avversari affilano le armi: ai trials USA Dolan sfiora il Record del Mondo (4’12″72) e Namesnik si accontenta di una qualificazione “tranquilla” (4’17″19), in Australia Dunn, si presenta con un ottimo 4’17″65.
Luca passa il mese di maggio a fare qualche test: 4’22″84 a Montecarlo, 2’04″42 al Settecolli, 2’04″46/4’23″65 a Barcellona.
Atlanta, i Giochi Olipici del centenario
Ma è ora di andare ad Atlanta. Apriamo però qualche parentesi.
- la vasca è vecchia e – mio insindacabile giudizio personale – decisamente penosa;
- l’impianto dovrebbe essere coperto e lo è, ma non completamente: ha un tetto ma non è isolato dall’esterno lateralmente;
- l’esterno ad Atlanta è fatto di temperature altissime e umidità tropicale.
Ed i risultati si vedono: buone gare, alcune ottime, ma nessun Record del Mondo. In generale si tratta di un’olimpiade sottotono, nella quale però la nazionale italiana fa un’ottima figura. Mancano le medaglie alla portata (il potenziale oro di Merisi, la 4×200 stilelibero) ma quasi tutti gli atleti si esprimono ad altissimo livello e le finali sono parecchie. Forse, come risultati relativi, questa rimane la miglior olimpiade italiana di sempre: pochi atleti, praticamente tutti in finale, ciascuno almeno con il suo best stagionale.
Ed è qui che si innestano i rimpianti per Luca… certo, guardando la cosa in maniera oggettiva si potrebbe concludere che una finale olimpica a 28 anni con un crono più che dignitoso non sia da buttare ma a ben vedere il colpaccio mai come in questo caso è alla portata, complici la situazione ambientale, l’asma di Dolan, la gara molto tattica… un vero peccato in definitiva.
Già al mattino le cose non vanno benissimo. Luca è 7° nelle batterie di 400 misti in 4’19″63 (l’ultimo crono buono è 4’20″24). Siamo sul passo di Barcellona.
La finale del pomeriggio è una partita a scacchi che Dolan risolve a suo favore nell’ultima frazione in 4’14″90 (59″17), precedendo Namesnik 4’15″25 (59″96) e Myden 4’16″28 (59″83); seguono Dun 4’16″66, Wouda 4’17″71, Sacchi 4’18″32, Malinski 4’20″50 e Mariniuk 4’21″15.
I 200 misti vedono Luca sfortunato 9° al mattino in 2’03″24 (sarebbe bastato fare 2’03″17) e 3° nella finale B in 2’03″49. Per dovere di cronaca, in finale un Sievinen inspiegabilmente irriconoscibile (l’altro finlandese, Kasvio è già annegato nelle batterie dei 200 stilelibero) perde a sorpresa il duello con Czene (1’59″91 contro 2’00″13).
Manca solo l’ultimo capitolo della prestigiosa carriera di Luca: i Campionati Italiani di Catania ad agosto. Il milanese chiude in bellezza vincendo i 200 rana (2’17″90 – davanti a Fioravanti che fa 2’18″16), e le due gare dei misti (2’03″54/4’20″73).
Le graduatorie 1996 lo posizionano all’11° posto nei 200 misti (2’02″82) e al 6° nei 400 (4’17″73).
2000 (fine inverno/inizio primavera): ma ha mai smesso veramente?
In genere i nuotatori quando smettono, lo fanno veramente, evitano persino la vasca da bagno, se possono, e spesso non sopportano neppure di vedere un lavandino pieno a metà… c’è da capirli: in acqua tutti i giorni, per tante ore al giorno (4?6?), tutto per anni.
Forse non per tutti è così. Per Luca come è stato? Sinceramente non lo so. Io spulcio solo le riviste, internet, i fogli con i risultati. Se trovo qualcosa, lo scrivo…
E’ così che rovistando il Mondo del Nuoto ho scoperto un paio di chicche, entrambe datate 2000: Luca torna in acqua a 32 anni e lo fa per onor di bandiera, quella della sua DDS.
Il 20 febbraio 2000 a Mestre partecipa alla Coppa Brema in V25: fa i 100 dorso (6° in 57″91 nella gara vinta da un altro veterano, Merisi, in 55″45 – veterano che però arriverà ancora al 5° posto olimpico pochi mesi dopo a Sidney), i 100 delfino (4° in 56″55) e i 200 misti (3° in 2’02″55 – alle spalle di Gallina 2’00″77 e Cassol 2’01″87). Nella classifica a squadre la DDS arriva quinta.
Ma non finisce qui. Il 4 giugno a San Donato Milanese si svolge il Campionato Italiano a squadre di serie A, in V50. Luca si presenta nei 100 dorso (8° in 1’00″51 – vittoria per il solito Merisi in 56″64) e nei 200 misti (4° in 2’09″30 – gara vinta da Eroli in 2’06″31). Ci sono anche 2 presenze nelle staffette. La 4×100 stilelibero è seconda (3’31″96: Bacchi 53″07 – Sacchi 53″29 – Bianchi 54″31 – Pelliciari 51″29). La 4×100 mista è terza (3’55″63: Pelliciari 1’00″94 – Vincenzetti 1’05″09 – Sacchi 57″18 – Bacchi 52″41). Nella classifica finale (vinta dalla Snam davanti all’Aniene) la DDS è quarta a soli 8 punti dall’Agip Gas.
Luca, un personaggio
Come se non bastasse, e non lo racconta certo in giro, a Luca Sacchi non manca di cuore e tatto, tanto che sostiene cause per cercare di migliorare la vita ai bambini in Africa, in particolare a Medina, come ci racconta questo bell’articolo dai blog de ilgiornale.it
Mi piace pensare che qualcuno di quei genitori, lette queste righe, la prossima volta gli chieda un autografo.
Link utili:
- Profilo su Wikipedia
- Profilo su Enciclopedia Treccani di Gianfranco e Luigi Saini
- Profilo sul sito della società DDS
- Profilo sul sito del Museo dello Sport di Torino
- Foto dall’archivio storico del giornale l’Unità: