Parlavo l’altro giorno con la redazione per redigere un articolo di salvamento, argomentando che non c’erano grandi notizie da dare. Scherzando, aggiungo io, potrei dire che non ci sono competizioni.
C’è poco da scherzare.
Dopo i categoria, a inizio febbraio, nel nord si è disputata una sola competizione, il 12 marzo a Torino. Peraltro organizzata da un Comitato che muove almeno 15-20 società sia in piscina che in mare.
Sebbene sia un movimento in continua crescita e le squadre aumentino progressivamente, i trofei e in generale le competizioni sembrano non decollare.
Guardiamo ai Categoria. Quest’anno poco meno di 100 società – pur coi problemi logistici che abbiamo descritto – ma già erano 101 nel 2016 con più di 1300 atleti, 88 nel 2014, 69 nel 2012 con 660 atleti, 60 nel 2011 con poco meno di 600 atleti.
Un movimento nazionale che ha quasi raddoppiato i suoi numeri in un lustro.
I trofei bene o male invece sono sempre gli stessi.
Nel Lazio si disputano il Conte a dicembre e il Lerario in primavera. In Campania, oltre a Piedimonte Matese che abbiamo da anni, oggi c’è il trofeo Gym Sport a gennaio, che sostituisce il trofeo ICI Sport scomparso dai radar.
In Puglia il trofeo di Pugnochiuso, con cui il comitato pugliese ha cercato di rivitalizzare il movimento, quest’anno non avrà luogo. Eppure le squadre pugliesi sono presenti nel territorio e ai Campionati, anzi sarò ben lieto di ospitarli a Dummy in una delle prossime puntate.
Si è conclusa anche l’avventura ligure del classico trofeo di primavera “Fulgor“, tipico appuntamento post Assoluti.
In centro Italia ci provano L’ Aquila e Teramo con alterne fortune a organizzare trofei: l’anno scorso entrambi ce l’hanno fatta, quest’anno il trofeo Lido delle Rose ha dato forfait.
E al nord?
Il trofeo lombardo è al secondo anno e io spero che la data di novembre e soprattutto la locazione, facilmente raggiungibile, lo faccia sopravvivere. Così come i trofei del Triveneto, che si svolgono tra Monastier di Treviso e Gorizia, consentono alle squadre del nord-est di gareggiare a più riprese.
Come si diceva nell’ultima puntata di marzo di Dummy con i tecnici del Nichelino – che potete ascoltare QUI – questo è dovuto un po’ al classico cane che si morde la coda.
In Piemonte, Campania e Lazio, dove si disputano la maggior parte dei trofei nazionali, le squadre sono numerose e fanno una grossa attività e quindi il Comitato è invogliato a organizzare gare. Tanto che in Piemonte e Lazio hanno non solo trofei e Campionati Regionali ma anche prove tempi, le quali consentono di gareggiare ogni mese se aggiungiamo le gare oceaniche e i Campionati nazionali.
Certo bisogna spostarsi… non c’è sempre la gara sotto casa.
La soluzione?
La promozione continua di questo sport, un aumento delle squadre che lo pratichino capillarmente nel territorio: questo porterà in ogni regione a maggior richiesta di competizioni, come avviene nelle tre succitate. Una soluzione del genere la stanno adottando, come detto, regioni comeil Veneto e il Friuli consorziandosi fra loro.
Quindi ragazzi, se volete più gare di salvamento, dobbiamo essere di più. E probabilmente sarà più difficile andare ai Campionati Italiani di quanto lo sia ora, ma alla fine la crescita di uno sport si misura anche in questo.
Foto copertina: E. de Heer | Lifesaving2016 | Facebook