Oggi in crisi esistenziale di ispirazione il turista cronista vi parla di cibo.
L’Ungheria è ufficiale ama molto le girelle.
La girella salata, la girella col cioccolato, la girella coi wurstel. Katinka Hosszú in una intervista rilasciata al canale Hungaria TV ha confessato che più che dai bicipiti suo marito l’ha conquistata con la girella alla marmellata di lamponi.
Il goulash. Che poi è uno spezzatino. L’ho mangiato un po’ ovunque.
L’ungherese che non ama il goulash è come il milanese che non ama il risotto e l’ossobuco. Il napoletano che non ama la pizza. Il veneto che non ama il prosecco. Il piemontese che non ama la bagnacauda.
La birra. Ce ne sono molte marche.
Sono felice di non capire cosa ci sia scritto ma mi sembra molto buona. Il prezzo autorizzerebbe a prenderne dieci al giorno, ma bisogna contenersi. Chiunque lo vedete in giro con la birra.
Non bere birra in Ungheria è un disturbo della personalità. Un po’ come da noi a militare quando rispondi non amo i fiori ma vorrei fare il fiorista.
I pretzel bretzel o pretzl o come diavolo lo volete chiamare. Il pane dell’est. da mangiare da solo o con quello che vi pare. Tipicamete germanico, lo trovate anche qui, nel paese degli Unni (ebbene sì gli ungheresi sono i successori di Attila, che da loro è come dire da noi Marco o Giovanni).
E infine… la zuppa.
Di broccoli, di verza, di riso, di verdure miste, di solito miscelata con dell’ottima panna acida che gli da quel saporino dolce acidulo che tanto amano i paesi orientali, secondo solo alla salsina bianca dal sapore terrificante che usano per condire le insalate.
La zuppa deve essere calda, ma si usa anche fredda. Io l’ho provata fredda… è come leggere It di Stephen King da soli a casa con la colonna sonora dell’Esorcista nelle cuffie.