Ci sono nuotatori che nel corso della loro carriera natatoria incrociano situazioni che li travolgono e alle quali nulla possono opporre. Ogni situazione rappresenta un caso a sè, sia nelle premesse che nelle conseguenze, ma certo alcune sono veramente curiose e singolari.
Mi vengono in mente i casi eclatanti di ottimi atleti che incrociano sulla loro strada il “super-talento”, altri sicuramente me li dimenticherò.
Il primo omaggio lo faccio a uno dei più grandi dorsisti di tutti i tempi: Peter ROCCA (56 e 2.00). Costui, nel 1976, è capace di battere i tempi del mitico tedesco est “sughero” Roland MATTHES (capace di 56,30 e 2.01,87). Il problema di ROCCA è quello di incrociare il dorsista più forte di sempre, John NABER (55,49 e 1.59,19 a Montreal), che realizza tempi che rimarranno significativi fino all’inizio del nuovo millennio, nonostante le enormi differenze sopravvenute a livello regolamentare (virate a SL), tecnologico (depilazione, cuffie, occhialini e body suite) e tecnico (subacquee). ROCCA ci riprova quattro anni dopo, ma il boicottaggio vanifica il tutto, e quattro anni dopo ancora, ma è vecchio e non supera l’ostacolo trials.
Che dire poi di dorsisti di sicuro valore mondiale quali BALL e MARSHALL. Sono sicuramente tra i cinque dorsisti più forti del decennio scorso ma, purtroppo per loro, sono statunitensi, destinati quindi a varcare difficilmente i confini di casa con indosso la tuta della nazionale, in quanto perennemente sovrastati dai talenti assoluti quali ad esempio PEIRSOL, KRAYZELBURG.
E non vogliamo nominare Steve CROKER, il terzo uomo più veloce di tutti i tempi nei 50SL tra il 1988 e 1991, l’epoca d’oro del duo JAGER/BIONDI (21,81/21,85 come apice nel 1990, ai tempi del “dash for cash”)?
Sempre negli USA abbiamo i casi dei grandi cancellati dal boicottaggio del 1980. Uno su tutti è Craig BEARDSLEY, sicuramente il più forte di tutti nei 200FA di quell’anno (1.58,46), “vecchio” e demotivato per superare i trials 1984, anno in cui ormai sono troppi gli atleti in grado di scendere sotto l’1.58.
Se facciamo un passettino a livello internazionale, non è che LOCHTE e CSEH possano dirsi tra i più fortunati di tutti i tempi. I loro crono dei misti (e del dorso per Ryan) sono assoluti e incredibili, ma quando si incrocia sul proprio cammino un certo Michael PHELPS (e nel caso di LOCHTE ci si mette anche PEIRSOL…), poco si può fare, se non rimboccarsi le maniche e attendere pazientemente che arrivi il proprio turno.
Volutamente non scrivo di nuoto al femminile, uno sport falsato, nel quale un nutrito gruppo di atlete urla vendetta dal bordo vasca (e nomino solo le italiane DALLA VALLE, CAROSI, VIGARANI, TOCCHINI, SEMINATORE, SAVI-SCARPONI, RAMPAZZO, SOSSI, VANNINI, MELCHIORRI) e un altro ancor più nutrito gruppo urlerà vendetta per il resto della vita (parlo delle povere ragazzine tedesche – e non solo – che per 20 anni sono state imbottite di Turinambol e che hanno avuto la vita – quella vera – rovinata).
Tutto questo però è una premessa per introdurre un caso veramente singolare, quello di Glen HOUSMAN e dei suoi amati 1500SL.
Ma proviamo ad andare con ordine.
Alla fine degli anni 80 i 1500SL sono una specialità in apparente stagnazione. Lo zar, Vladimir SALNIKOV, ha dominato le olimpiadi del 1988 con un crono che solo lui è in grado di ottenere (15.00,40), ma a quasi 28 anni ha deciso che è ora di ritirarsi. Il sovietico, dopo aver partecipato a 15 anni alla finale delle finali (Montreal 1976 – GOODELL 15.02,40; HACKETT 15.03,91; HOLLAND 15.04,66), ha dominato incontrastato la specialità dagli europei 1977 a tutto il 1984 (14.58,27 a Mosca 1980 – 14.56,35 nel 1982 – 14.54,76 nel 1983 – 14.58,90 nel 1984). E’ l’unico in grado di abbattere la barriera del “minuto per 100 metri”. Gli altri inseguono e, tra il 1984 e il 1989, provano a insidiargli il tempo (vanamente) o a prendersi lo scettro europeo/mondiale (con più successo, ma per demeriti di Vladimir).
Si susseguono così vari tentativi: il veterano DICARLO ai trials 1984 (15.01,51 – non confermato in sede olimpica); la pattuglia dei tedeschi: HENKEL/DASSLER (15.02,23/15.02,30 a Strasburgo 1987), PFEIFFER (15.02,69 a Seoul 1988, sulla scia di SALNIKOV) e HOFFMANN/PFEIFFER (15.01,52/15.01,93 a Bonn 1989).
Per l’Australia, storica potenza del mezzofondo, il periodo non è roseo. Dopo HOLLAND (1973-1976) c’è qualche singolo sparso: METZKER(fortuito bronzo olimpico a Mosca in 15.15), MCKENZIE (15.08) e PLUMMER (15.12), atleti incostanti e incapaci di raggiungere finali olimpiche e mondiali.
Ma con il 1989 le cose sembrano cambiare. Si affaccia infatti una nuova generazione di mezzofondisti che, vedremo poi, sarà destinata a dominare il mondo per un ventennio. Il primo di questa generazione è appunto Glen HOUSMAN, classe 1971 (3 settembre), 184cm x 80kg, che si presenta sul proscenio mondiale nel 1988 con un normalissimo 15.37,46.
Nel 1989, ad agosto, ci sono i campionati nazionali necessari alla formazione del team dei panpacifici di fine mese. Glen vince 800 e 1500 (7.58,41/15.11,25 + un 3.54,58 nei 400) e a fine mese si conferma dominando i 1500 in 15.06,00, 8 secondi davanti a Lars JORGENSEN e giungendo sesto negli 800 (8.05,02), vinti da MCKENZIE (7.58,99).
Glen ha 17 anni ma il suo crono passa relativamente in sordina. Nessuno pensa che possa attaccare, o anche solo avvicinare, la quota “un minuto per 100m”, neppure in Australia. In Europa poi l’attenzione è totalmente concentrata sull’astro nascente Joerg HOFFMANN, tedesco est del 1970, già presente agli europei del 1987, finalista potenziale a Seoul 1988 (conquista la finale ma, inspiegabilmente, vi rinuncia) e vincitore del duello con l’esperto PFEIFFER a Bonn.
E’ con queste premesse che a inizio gennaio 1990 si svolgono ad Adelaide le selezioni per formare la squadra per i Giochi del Commonwealth, manifestazione a cui sono sensibilissimi tutti i paesi dell’ex-impero britannico, spesso più degli stessi campionati mondiali (australiani e canadesi si concentrano su questa manifestazione snobbando l’altra). Il giorno delle batterie dei 1500 non funziona neppure il cronometraggio automatico, tanto ci sono quattro gatti e i potenziali finalisti, almeno quelli importanti, sono ben definiti…inutile star lì a impazzire. Nessuno, forse neppure lo stesso HOUSMAN, può immaginare cosa succederà quel mattino. Glen entra in acqua e si sente bene, imposta subito un ritmo da “meno di un minuto per 100m” e lo tiene fino alla fine. Non scende semplicemente sotto i 15 minuti, bensì cancella SALNIKOV: 14.53,59!!! E’ WR ma con un “ma”: non può essere omologato. Per la FINA serve il triplo cronometraggio (automatico compreso)…
L’eco è comunque fortissima in tutto il mondo. Alcuni organismi lo riconoscono (non la FINA), lo zar detronizzato augura al giovane aussie di prendersi quanto prima il WR (ma lo ha già fatto, a tutti gli effetti), Glen diventa da subito oggetto di caccia da parte dei giornalisti. Gli effetti si sentono da subito: affronta la finale del giorno dopo in maniera contratta e non riesce a ripetersi. Vince in 15.18,30, seguito da vicino da MCKENZIE (15.19,69) e dallo sconosciuto sedicenne Kieren PERKINS (15.19,97).
A fine mese Glen si ripete, con sfortuna annessa. Vince ai Commonwealth Games in 14.55,25 (a 49 centesimi dal WR ufficiale), seguito da vicinissimo da PERKINS (14.58,08 – questo tempo se lo ricorderanno tutti solo un anno dopo) e a rispettosa distanza da MCKENZIE (15.09,95). E’ secondo anche nei 400SL (3.53,90 – aveva fatto 3.53,55 ai trials), alle spalle del connazionale BROWN (3.49,91).
A febbraio fa un paio di apparizioni ai meeting europei: 7.57,62 negli 800 all’Arena Festival di Bonn (25m) e 15.26,48 nei 1500 dello Swedish Open (50m). A luglio raccoglie 2 bronzi ai Goodwill Games (8.01,32/15.15,10), vinti da HOFFMANN (7.54,73/15.11,14). A ottobre, senza ripetersi, agguanta la qualificazione per i mondiali di Perth di gennaio. E’ secondo nei 1500 (15.15,55, alle spalle di PERKINS 15.04,66) e terzo nei 400 in 3.53,77.
I mondiali di Perth del gennaio 1991 dovrebbero rappresentare la sua sfida al WR. C’è un’intera nazione ad attenderlo. Ma lui fallisce. Dopo un’anonima batteria (15.19,16), in finale non riesce mai ad essere in corsa. Deve anzi assistere alla miglior gara di sempre e all’affermarsi del suo più giovane compagno di squadra. Vince la gara un HOFFMANN “stupefacente” (come ammetterà anni dopo lui stesso, nel senso più chimico del termine) in 14.50,36, davanti a PERKINS (14.50,58) e PFEIFFER (14.59,34). Glen, mai in gara, è quinto in 15.12,42, alle spalle del britannico Ian WILSON (15.11,17). La sua era, breve e densa di sfortuna, pare già al capolinea. Da qui in poi toccherà a PERKINS (poi a KOWALSKI, poi ad HACKETT e a THORPE…).
Glen non si ritira, ovviamente, ma deve assistere allo show di PERKINS ai panpacifici dell’estate successiva (3.50,08 – 14.59,79 con WR in 7.47,85 al passaggio degli 800). Dopo qualche test in V25 tra agosto e settembre (7.50,70 e 15.05,28), il nostro recordman virtuale e detronizzato si presenta in gran spolvero agli USA Open di dicembre. E’ terzo nei 400 in 3.52,71 (dietro ai soli PERKINS/BROWN 3.50,04/3.51,11) e primo nei 1500 in un promettente 14.58,55 (PERKINS è lontano in 15.12,98). La sfida, in chiave olimpica, sembra lanciata.
Il 1992 è il suo anno migliore, in termini di soddisfazioni. Fa qualche test a gennaio (8.04,82/15.24,63) e assiste ai WR di Kieren (14.32,40 in V25 e 7.46,60 in V50).
Ad aprile ci sono i trials olimpici. HOUSMAN è una comparsa al grande festival di PERKINS (1.48,92/3.46,47 WR/14.48,40 WR). E’ 7° nei 200SL (1.52,31), terzo nei 400SL (3.50,50 – in lotta fino alla fine per il posto da titolare con BROWN – 3.50,02) e secondo nei 1500SL (15.10,71 – in controllo sul giovane arrembante KOWALSKI, 17 anni e 15.15,33).
A Barcellona è il degno alfiere (14.55,29 – passaggi in 1.56,38 – 3.55,89 – 7.55,96) della cavalcata solitaria del suo compagno di squadra (14.43,48 – in fuga da subito con passaggi in 1.53,6 – 3.51,6 – 7.48,3). I soliti tedeschi seguono a rispettosa distanza, incapaci di ripetere le prestazioni di Perth (HOFFMANNN 15.02,29 e PFEIFFER 15.04,28).
Il 1993 vede Glen concentrato sulle distanze più brevi, anche perchè su quelle lunghe incombe ingombrante la presenza di KOWALSKI. Ai nazionali di marzo è quinto nei 200 (1.51,86) e secondo nei 400 (3.55,80). Passa poi l’estate a far da spettatore all’escalation dei suoi connazionali. PERKINS fa i nuovi WR in V25 (7.34,90/14.26,52), KOWALSKI domina i nazionali V25 (3.45,36/7.57,54/14.39,95). Assieme poi dominano i giochi panpacifici con tre triplette (3.49,43/7.50,51/14.55,92 per Kieren – 3.52,18/7.56,95/15.06,77 per Daniel). KOWALSKI domina anche i mondiali V25 di dicembre (3.42,95/14.42,04).
Il 1994 è, in un certo senso, l’ultimo anno significativo. Ai trials per i giochi del Commonwealth di marzo vince a sorpresa i 200SL (1.50,92 su PERKINS 1.51,38) ed è terzo nei 400 e 1500 (3.53,05/15.22,73) alle spalle di KOWALSKI (3.49,26/14.55,72) e PERKINS (3.49,78/15.13,03).
Ai giochi del Commonwealth di agosto è quarto nei 200 (1.51,10 – alle spalle di PERKINS 1.49,31, BRAY 1.49,47, LOADER 1.49,53), quinto nei 400 (3.55,93 – PERKINS 3.45,77), terzo nei 1500 (15.02,59 – cavalcata trionfale dei canguri con PERKINS a 14.41,66 e KOWALSKI a 14.53,61) e primo con la 4×200 (1.50,72 in prima frazione, 7.20,80 contro il 7.21,67 della Nuova Zelanda).
Ai mondiali di Roma le cose non vanno benissimo. E’ nono nelle batterie dei 200SL (1.50,52, poi 1.51,14 nella finale B – ZESNER, l’ottavo del mattino, fa 1.50,40) e quinto con la 4x200SL (7.20,86).
Ormai la sua carriera pare segnata. Il 1995 è interlocutorio, nessuna gara internazionale e poche prestazioni di rilievo (1.51,03/3.50,94/7.59,98/15.20,32), specialmente se confrontate con quelle dei suoi avversari di sempre PERKINS (7.50,80/14.58,92) e KOWALSKI (3.50,01/7.50,28/15.02,20).
L’ultimo vero colpo di coda è rappresentato dai trials olimpici dell’aprile 1996. E’ terzo nei 200SL (1.49,83 – lo precedono il nuovo astro nascente KLIM 1.48,94 e il sorprendente KOWALSKI 1.49,04, che sarà poi bronzo ad Atlanta), settimo nei 400SL (3.56,66 – KOWALSKI 3.50,60 – ALLEN 3.51,60 – un deludente PERKINS 3.52,56) e terzo nei 1500 (15.15,11 – lo precedono KOWALSKI 15.10,44 e PERKINS 15.11,50). Questi trials sono uno dei punti più bassi del mezzofondo australiano del periodo 1990-2008, con KOWALSKI che si limita a vincere (ad Atlanta salirà sul podio di 200/400/1500 con tempi mediocri), PERKINS in difficoltà (letteralmente debilitato, si riprenderà per acciuffare l’oro dei 1500 ad Atlanta) e poco altro. Ma alle loro spalle già si profila il futuro: il sedicenne Grant HACKETT è doppio finalista (3.57,44/15.30,63).
La carriera di HOUSMAN si conclude mestamente ad Atlanta con la partecipazione alle batterie della 4x200SL (frazione lanciata in 1.50,40). In finale la compagine aussie sarà quarta e questo, formalmente, è l’ultimo piazzamento ufficiale di Glen.