Finito l’allenamento da meno di 24 ore. Avrei voluto scrivere già ieri sera ma solo ora mi sono impadronito totalmente dell’ uso delle mie braccia.

Nella email degli allenamenti c’era scritto: SORPRESA.

“Burlone il coach. Carnevale è vicino ma non così vicino da farci uno scherzo”. Pensavo.

– Fatevi un 400 sciolti che oggi ne avrete bisogno –  detto con il ghigno alla Clint Eastwood .

Si inizia senza sorprese. C’era però un’aria strana. Nessuno sapeva, neanche i senatori. Nessuno.

Ad un certo punto ci ha invitato ad uscire dalla vasca e di armarci di pinnette. Ogni volta che bisogna indossare i prolungamenti degli arti inferiori si sentono sempre le solite battute: qual è la destra e la sinistra, chi imita la camminata da pinguino e chi è già in debito di ossigeno ed impugna le palette.

Quel ghigno alla Clint si è trasformato nel muso duro del severissimo sergente Hartman (Full Metal Jacket).

“Allora, subacquea con testa tra le braccia e mani dentro il cono”.  Aveva in mano uno di quei coni che usa l’Anas per segnalare i pericoli in strada. Avete presente? Dai,  chi di voi non ne ha mai usato uno a mo’ di megafono?

Andavo talmente piano che un mio compagno di squadra mi ha tamponato. Ora, e non ridete, la punta del suo cono mi ha colpito con una precisione chirurgica. Si, esattamente li. Siamo schizzati entrambi  fuori dall’ acqua quasi spaventati.

Coach Hartman si è limitato a scuotere la testa. Sono una miniera di sorprese per lui.

Finito “Giochi senza Frontiere”  è iniziato l’addestramento marines.

Molto semplice: 10 pince (termine militar-nonnistico per indicare le flessioni) e poi sul blocchetto e via con un 50 a fuoco. Senza soluzione di continuità.

Quei 50 metri diventavano sempre piu’ lunghi.  Avevo l’impressione di nuotare controcorrente.

“Barcollo ma resto a galla”, questo era il motto.  Dopo l’ultima serie mi hanno tirato fuori dall’ acqua con la fiocina.

Basta con sta storia che il nuoto fa bene, che il nuoto è uno sport completo.  Sì, sì, completo è completo nel senso che ero completamente distrutto.

 L’unica cosa che non mi duoleva erano i capelli. Parola di calvo.

Buone bracciate a tutti

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