di Valeria Molfino

Si sa, yoga e nuoto hanno svariati aspetti comuni: sono entrambi profondamente rilassanti, riescono ad alleviare i dolori derivanti dagli allenamenti, migliorano la coordinazione e coinvolgono in modo profondo la respirazione. Quello però che la maggior parte dei nuotatori ignora è la possibilità di avere praticato senza saperlo, almeno una volta durante l’allenamento, una parte specifica dello yoga: la meditazione.

Quando nuotiamo ci siamo solo noi, l’acqua e la linea blu sul fondo della vasca; i nostri movimenti sono ripetitivi e riusciamo soltanto a percepire il rumore dell’acqua. Questa sensazione di isolamento ed avviluppamento, accentuata dal fatto di avere la testa sott’acqua, porta la nostra mente a vivere il cosiddetto Pratyahara; si tratta di uno stato in cui la mente è disconnessa dai cinque sensi ed in cui si può riportare il pensiero “all’interno” discostandosi da tutto ciò che è esterno.

La meditazione di questo tipo non rappresenta certamente la classica sessione di yoga in cui la posizione del corpo è statica, ma risulta invece molto simile ad una camminata Zen in cui ogni passo (o come in questo caso ogni bracciata) scandisce il nostro percorso interiore reso ancora più piacevole dalla sensazione di seguire il flusso dell’acqua.

Avete mai provato, durante il vostro allenamento di nuoto, una sensazione di benessere ed euforia? Beh, ora è più chiaro il perché di queste emozioni.

Esistono poi alcuni trucchi per massimizzare la pratica meditativa in acqua.

Concentrarsi sulla respirazione è, ovviamente, fondamentale: se coordinare il respiro con la bracciata nello stile libero vi distrae troppo, provate con la rana e potrete acquisire rapidamente il vostro ritmo. Si dovranno poi dimenticare il GPS ed il conta vasche perché occorre ritagliarsi un proprio momento dove tutte le preoccupazioni esterne possano rimanere fuori dalla vasca. Occorre infine focalizzarsi sulle emozioni: respirare con il naso creerà delle bolle il cui suono procurerà un profondo senso di rilassatezza, ma anche la percezione delle braccia che escono dall’acqua o quella delle dita che lentamente penetrano nella vasca aiuteranno a raggiungere un totale isolamento dalle nostre preoccupazioni.

Se l’idea di meditare a gambe incrociate seduti per ore in posizione yoga era una barriera a provare questo tipo di attività, perché non provare questa pratica innovativa? E sebbene non esista alcuna regola universale per praticare la meditazione in modo corretto, non vi resta che diventare degli yogi…in vasca!