di Alessandro Foglio
Il lato oscuro del nuoto è uscito allo scoperto. Amaury Leveaux, campione Olimpico a Londra con la 4×100 stile e argento nei 50 stile a Pechino ha vuotato il sacco. Nel libro uscito il 22 aprile l’ex campione francese, ritiratosi ormai da due anni, spara a zero sulla Federazione Francese, sui compagni di squadra e lancia pesanti accuse di doping. Tutto nel suo volume “Sesso,droga e nuoto“, scritto con Christopher Quillen e pubblicato da Fayard, dove il bad boy transalpino si toglie diversi sassolini dalle scarpe e conferma di essere un personaggio assai estroso anche fuori dalla vasca.
Un argomento scottante è quello della cocaina: Leveaux ammette di averne fatto uso, ma anche che non era di certo l’unico poiché tanti altri atleti ne erano dipendenti, riconoscendola come un prodotto dopante perché ti da la sensazione di essere invincibile e mai stanco. Leveaux rincara la dose raccontando un episodio accaduto alle Olimpiadi di Londra 2012, quando ha scoperto “un bel ragazzo della federazione francese amato da tutto il pubblico” mentre “stava sniffando cocaina dal seno di una addetta stampa“. Nessun nome in questo caso, come quando parla del caso doping.
Il campione mondiale di Barcellona (4×100 stile) racconta di una nuotatrice russa, che si allenava con lui sotto le direttive di Philippe Lucas, che ogni tanto rientrava nel suo paese per sottoporsi a iniezioni di testosterone. La stessa nuotatrice avrebbe rivelato a Leveaux che la federazione russa avrebbe organizzato un sistema di “doppi” per eludere i controlli anti-doping. Persone con lo stesso nome sul passaporto degli atleti in causa, ma assolutamente “pulite” che si sostituivano nel momento dei controlli. Su questo stava già indagando comunque una commissione capitanata da Dick Pound, presidente della WADA.
Il tema doping è toccante per Levaux, soprattutto se gli si ricorda la finale Olimpica persa contro Cielo: “Quando penso a quel secondo posto, non è la sconfitta che mi preoccupa. Il problema è il comportamento di Cielo e altri nuotatori: è stato trovato positivo in diverse occasioni, i sospetti su di lui ci sono ma non possiamo accusarlo senza prove” scrive il quattro volte medagliato olimpico.
Non solo droga e doping, ma anche amore, come quello platonico per Laure Manadou alla quale dedica addirittura un capitolo, e alla gelosia nei confronti di Alain Bernard, che come si legge nell’articolo di Swim Vortex.com aveva tutte le attenzioni e titoli della stampa dopo i successi agli Assoluti Francesi del 2008, mentre gli stessi termini non vennero usati quando lui brillò ai Campionati Europei poche settimane più tardi.
Parole dure infine anche per la Federazione Francese, come riportato su Dago Spia.com, considerata da Leveaux come un covo di “dinosauri” che spremono i nuotatori come limoni e poi li gettano via a fine carriera. Insomma parole dure quelle dell’ex velocista francese, che conferma di aver scritto questo libro solo per dire le cose come stanno e non per far soldi. Probabilmente otterrà entrambe le cose.