Bastano quattro giorni quattro lontano dal cloro per avere la sensazione di non nuotare da un anno. Sensazione?!?!? Mi sembrava di avere due panettoni al posto delle braccia.
Certo, i quattro giorni sono quelli a cavallo tra il 2014 e il 2015. Giorni pieni di leccornie, di bollicine bevute a golate, di occhi stropicciati da un sonno figlio di una digestione in “acido lattico”
Il Coach ci ha lasciato i compiti delle vacanze. Sempre grato mi fu questo coach, feste comprese. Allenamenti “ricchi” come i menù dei pranzi delle feste. A pensarci bene credo che siano direttamente proporzionali alla quantità di cibo masticato nel “ tour de fest’ ”.
Da bravo alunno ho deciso di applicarmi e il 2 Gennaio mi sono calato in vasca.
Sono bastate le bracciate del riscaldamento per capire che assomigliavo più ad una foca che a un nuotatore. “Maledetto cotechino con lenticchie, porterai soldi ma ora mi stai portando a fondo”.
Il colmo è stato quando il nuotatore parlerino, al secolo Dani, mi ha superato in subacquea. Stessa corsia, viro, lui vira dietro di me e dopo un batter di ciglio me lo sono visto scivolare via sotto la pancia.
Avrei dovuto capirlo in anticipo che oramai ero in riserva piena. Non dovevo aspettare di essere “sverniciato” per decidere con un discreto anticipo che l’unica acqua che meritavo era quella della doccia.
Ma io no. Io sono capatosta e sono rimasto in corsia. L’allenamento va finito, questo recita dei 10 comandamenti del nuotatore.
Avanti, virata, indietro. Palette, cronometro, pinnette…senza soluzione di continuità.
Ma lo schiaffo morale è arrivato quasi al termine del “menù del Coach”.
Non faccio nomi, ok? Vi dico solo che uno “essere anfibio” della squadra si è legato in vita un elastico stile “bungee jumping” attaccato all’ altro capo al blocchetto di partenza. Sembrava una turbina. Elastico teso a modi acrobata al circo, braccia e gambe che si muovevano come il bacino di Elvis Presley.
Ecco. Per me questo è stato l’inizio dei titoli di coda del primo allenamento dell’anno.
Lui, l’uomo dell’ elastico tra una serie e l’altra ha avuto anche il coraggio di chiedermi “vuoi provare?”
Non gli ho risposto. Mi sono aggrappato al bordo e sono uscito dalla vasca.
Non è giusto, non si spara alla croce rossa.
Ecco!!!
P.S
Per recuperare ho avuto la brillante idea di prepararmi una ricca la carbonara. Credetemi , dopo un minuto che sbattevo le uova il braccio mi ha chiesto pietà. Altro che cuffia dei rotatori, ho rischiato l’infiammazione della cuffia della Parodi. Bello cotto e non ancora mangiato.
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