Stamani al mio risveglio guardo il telefono e mi accorgo che oggi è l’8 marzo; apro Facebook e anche lì trovo il solito post autogenerato che mi ricorda la Festa della Donna.

Mi alzo, cerco di darmi una sistemata alla meno peggio e corro fuori di casa per buttarmi nel traffico destinazione ufficio e anche lungo il mio percorso trovo venditori di mimose fermi ai semafori che mi ricordano l’odierna festività, anche se nel corso degli anni è diventata una delle tante occasioni di commercio e di perdita di valori legati ad essa.

Durante l’attesa forzata in macchina ho cercato di trovare delle parole giuste, puntuali e coerenti su come poter descrivere, a modo mio, la Festa della Donna in versione nuoto.

O meglio: come potevo raccontare il concetto di essere una donna che vive il nuoto, ed è buffo perchè io sono un uomo, ma chi meglio di un uomo può spendere delle parole in questa giornata? Se fossi una donna sarebbe troppo autoreferenziale e – se mi permettete – oggi è giusto che sia un “maschio” a fare un piccolo esercizio di considerazioni e pensieri rivolte al “Gentil Sesso”.

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Ecco, proprio da questo voglio partire, il Gentil Sesso, ossia il mondo femminile, quell’infinito universo che ancora oggi, alla veneranda età di 36 anni, stento a capire e comprendere nel suo essere così imprevedibile e talvolta irrazionale, così apparentemente “fragile” ma che poi, in realtà, è assai determinato e forte.

Ho incontrato e conosciuto tante Nuotatrici in questi ultimi anni, dalla ragazza del nuoto libero all’atleta di fama internazionale, che di primo acchito sono così diverse l’una dall’altra, ma legate da un unico filo conduttore che le rende ai miei occhi così speciali e sempre affascinanti.

Non solo per il piacere di vederle elegantemente e sensualmente avvolte da costumi colorati, ma per la loro incredibile forza d’animo di mettersi quotidianamente in gioco con il mio mondo, quello maschile, quello che troppo spesso pensa di essere superiore rispetto al loro. Non solo per la natura di essere più “forti”, ma anche nella stupidità di credere di essere superiori in tutto e per tutto.

Ma questo è il bello di una donna… ci lasciano crogiolare in questo pensiero di superiorità sapendo benissimo che non è così…

Ho letto in un libro che le donne sono come le onde: vivono in un costante moto di picchi di felicità alternati a picchi di infelicità, ma che hanno l’eterna necessità di renderci partecipi di questo loro dolce walzer di alti e bassi.

Ho però notato che le Nuotatrici riescono a vivere questo sport con una grande costanza, senza perdersi, ma riuscendo con una incredibile tenacia a proseguire senza indugi la loro attività. Pur esprimendo visibilmente il loro stato d’animo, una volta indossati cuffia e occhialini e tuffatesi in acqua lasciano fuori, assieme alle infradito, tutta la loro frustrazione del giorno.

Non sono parole spese per rendervi felici, bensì per ringraziarvi ogni giorno, e oggi soprattutto, di riuscire a farci capire con la vostra innata complessità che essere donna non è facile. Ma è facile capire quanto sia speciale esserlo e tante volte, noi uomini, abbiamo solo da imparare.

Un augurio di cuore a tutte voi Nuotatrici!

Foto: Fabio Cetti