I giudici di gara controllano il tesserino e verificano l’iscrizione. Ci sono!!! Una schiera di fucilieri armati di pennarello prima chiedono il numero e poi prendono in consegna l’iscritto.Il pennarello nero comincia a fare il suo mestiere: mano destra e sinistra, braccio sinistro e destro e poi spalla destra e sinistra. Se non fosse per la cuffia il numero me l’avrebbero scritto anche in fronte, spaziosa.
Era una catena di montaggio. Uno di fianco all’altro e giú di numeri a colpi di pennarello
Mi giro e nello stesso istante si volta anche il colosso di Rodi al mio fianco. No!!!! Abbiamo lo stesso numero.
Sembravano la copertina del film “Twins – I gemelli”. Lui Schwarzenegger e io Danny de Vito.
Quello sbagliato ero io. Altro giro di pennarello per correggere l’errore
Piú che Cloro Cuffia a volte mi sembra di essere Calimero. “Capitano tutte a me….”. Ricordate?
Il Miglio dei #campionatiitalianimaster2015 è stato una piacevole sorpresa. Ovviamente il livello era elevato e questo rendeva ancora più arduo il mio obiettivo: Non arrivare ultimo.
Prima di tutto sappiate che nelle acque libere non ci sono batterie o meglio, le batterie si chiamano ondate. Fa più massiccio, rude.
Il nuotatore di Acque Libere si spalma di crema come se fosse una fetta di pane tra le mani di chi della Nutella ne fa la sua unica ragione di vita.
Se ai mondiali siamo tutti allenatori, alle gare in Acque Libere siamo tutti meteorologi o naviganti. Interpretiamo il mare o il vento come se fosse un pentagramma davanti ad uno dei più navigati direttore d’orchestra. Io ascolto e alla terza diversa versione su correnti e venti capisco che…siamo tutti allenatori della nazionale.
È ora della mia ondata. La partenza è particolare.
In acqua a *puccia” sino all’ombelico. Due energumeni tendono una corda dietro ai nuotatori che devono afferrarla con una mano. Il giudice passa dietro e controlla che tutti stiano impugnando la corda sempre più tesa. Lo stesso piglio di un Capitano mentre passa in rassegna la sua truppa.
Adrenalina come il vapore dei geyser Islandesi
Giuro, mi sentivo come un cavallo di una contrada senese prima della partenza del Palio dell’Assunta.
Tre fischi e poi la tromba. Da quel momento solo rumore del mare e dei polmoni che stantuffano.
Le boe gialle che da puntino all’orizzonte diventano quasi grandi come una mongolfiera.Il vento e la corrente che aumentano. Ogni tanto bevi e ogni tanto fai delle smorfie per qualche pensiero strambo o per la fatica. Queste gare sono dei piccoli viaggi e l’arrivo sembra proprio un attracco al porto.
Per la cronaca non sono io il campione italiano di categoria e non lo sarei neanche se avessero esposto la classifica al contrario.
Obiettivo raggiunto.
Dai campionati italiani Master di Riccione, per oggi è tutto. A voi studio.