Seconda vibrante, intensa giornata di finali allo Stadio del Nuoto di Riccione. È difficile trovare un titolo che sintetizzi le sorprese e le conferme odierne, che vanno dal legno della Pellegrini alla roboante doppietta di Vergani, o al primo titolo di Ceccon, passando tra uno Scozzoli in grandissimo spolvero fino al colpo di scena delle staffette finali…
Ma andiamo con ordine.
Le finali del pomeriggio partono con i 50 dorso al femminile. A memoria nostra, una Federica Pellegrini fuori dal podio in una manifestazione nazionale non l’abbiamo mai vista. L’onore della prima volta tocca a Scalia, Quaglieri e Panziera, con 28”30, 28”46 e 28”50. Quarta, a 5 centesimi dal bronzo, la Divina.
Se ieri l’exploit di Vergani, vincitore dei 50 stile con un tempo a ridosso del RI, poteva sembrare casuale, la riconferma nei 50 delfino con 23”65 da davvero la tara dei miglioramenti dell’atleta milanese. Una doppietta 50 delfino-50 stile al maschile è merce più unica che rara in Italia, che fa dell’alliievo di Caspani, in forza al Vittorino ma di stanza ai Nuotatori Milanesi, l’uomo più veloce d’Italia. Segue Codia, 23”73 su D’Angelo. Fuori dal podio, Rivolta.
I 100 farfalla donne vedono il bellissimo duello tra Bianchi e Di Liddo: tutte e due ampiamente sotto il pass per gli europei e autrici di una gara in quasi perfetta fotocopia. Il distacco minimo all’arrivo (57”70 vs 57”75) rende la giusta dimensione di una gara molto vibrante. Ottimo il terzo posto di Tarzia davanti a una Asprissi sempre convincente in chiave assoluto.
Il terzo urlo della giornata lo regala il sempre più affermato talento Thomas Ceccon. Se ieri aveva solo sfiorato il titolo assoluto nei 50 dorso, oggi nei 100 si prende la posta grossa, timbrando con 53”94 il primato Junior. Sabbioni in 54”23 e Ciccarese 54”40 chiudono il podio.
I 200 rana donne vedono un assolo della Fangio, in 2’26”72. Un buon finale consente a Carraro di strappare l’argento in 2’27”92, lontana comunque dal pass per Glasgow in questa distanza. Terza la giovane Memo (2001), che ha ragione di una Pirovano crollata nel finale. Più indietro la primatista italiana, Scarcella, giunta sesta in 2’32”.
Peccato non aver potuto assistire a quello che sarebbe stato uno tra i duelli più avvincenti della manifestazione. I 100 rana, tra il “vecchio” Scozzoli e il “nuovo che avanza”, Martinenghi. Il fenomeno di Brebbia è a casa infortunato e ci pensa il buon Fabio, autore di una prestazione molto più che convincente dato che nuota il suo nuovo personale (precedente Shanghai 2011 59″42), portandosi a casa il titolo con 59”33: la rana maschile è viva e vegeta e Scozzoli ha ancora tante pagine da scrivere. Il podio è completato da Casna e Poggio, tutti e due sopra ilo 1’01”. Peccato, sarebbe stata davvero una finale stratosferica.
Segnaliamo, per dovere di cronaca, la finale giovani dei 200 stile donne, con le due gemelle terribili del Time Limit – Cesarano Antonietta e Noemi classe 2003 – affiancate nelle due corsie basse. Nella finale che assegna i metalli, privata dopo 15 anni di una Federica Pellegrini (15 anni è l’età delle Cesarano…) la spunta Pirozzi in 1’59”71 davanti a Caponi (1’59”94). Panziera terza, sopra i 2′ è ancora un campanello di allarme per la condizione non eccelsa della nostra 4×200 donne, incapace ad oggi di formare un team (Fede esclusa) in grado di andare sotto gli 8 minuti.
Chiude il programma la 4×200 al maschile. Ex aequo, mai visto in una 4×200, tra Esercito e Carabinieri davanti ad Aniene. Su tutti, spicca il buon lanciato di Ciampi, sotto l’1’47”, unico in questa sessione di staffette.
Domani nuove batterie e nuove finali, ma oggi l’emozioni non sono mancate.
(Foto: Fabio Cetti | Corsia4)