Dopo la sbronza di medaglie di ieri, in una delle giornate più entusiasmanti della storia del nuoto italiano, oggi non ci sono azzurri in finale e solamente due in semifinale.
Ma le emozioni e lo spettacolo alla Duna Aréna di Budapest non mancano mai ed anche il pomeriggio del quinto giorno di Mondiali non ha tradito le attese.
Il ricco programma di oggi parte con la finale dei 200 misti maschi, per la prima volta dal 2005 senza Ryan Lochte in vasca (e sul podio). Kosuke Hagino la fa da padrone nella prima parte di gara, girando al 100 in 53″76, ma Chase Kalisz mette il turbo nella rana e scava il solco decisivo con una frazione da 32″63. L’americano conferma l’oro che non sfugge agli USA dal 2003, chiudendo in 1’55″56 e segnando il primo trionfo maschile individuale per la sua nazionale a questi mondiali. Hagino si accontenta dell’argento e sfodera anche un bel sorriso a favore di camera, il bronzo va al cinese Wang Shun .
Passiamo alla semifinale dei 100 stile donne dove ritroviamo in acqua Federica Pellegrini in quella che, a detta sua, diventerà la sua gara principale nei prossimi anni. Nella prima semifinale arrivano in quattro praticamente insieme: è la danese Pernille Blume a mettere la mano davanti a tutte con un bel 52″99, ma Campbell, Oleksiak e Kromowidjojo sono vicine al 53 netto. Il compito per la nostra Fede è quantomeno complicato, ed infatti la seconda semi vede Sjöström, Manuel e Comerford sotto al 53. L’ultimo tempo utile per entrare in finale è il 53″20 di Emma McKeon, mentre la Pellegrini chiude in 54″26, pagando il passaggio lento ai 50, ma confermando ai microfoni Rai la volontà di lavorare su questa distanza per il suo proseguo di carriera.
La gara regina è in cerca del nuovo Re, essendo orfana del campione olimpico Kyle Chalmers e del campione del mondo in carica Zetao Ning. Il parterre dei pretendenti è molto vario, dall’eterna promessa Cameron McEvoy all’esperto Nathan Adrian, al francese Metella che ha impressionato in semifinale. Ma il nuovo dominatore della distanza è Caeleb Dressel, già autore di una prima frazione da urlo nella 4×100 (47″26) il primo giorno di finali. L’americano passa in 22″31 portandosi dietro McEvoy, ma l’australiano non regge il ritmo nella seconda vasca e chiude addirittura quarto. Dressel stampa un pazzesco 47″17 e si propone per diventare il nuovo dominatore della distanza; argento ad un mai domo Adrian (47″87) e bronzo a Mehdy Metella (47″89).
Dopo la premiazione dei 200 misti maschi si ritorna in vasca con la finale dei 50 dorso donne, alla quale non si è qualificata la campionessa dei 100 Kylie Masse. L’arrivo è al fotofinish e l’oro va alla brasiliana Etiene Medeiros, già campionessa del mondo in corta nel 2014 e 2016, che si aggiudica la gara di un centesimo beffando al tocco finale la cinese Fu. Sul terzo gradino del podio ci va Aliaksandra Herasimenia, bielorussa del 1985, che ritorna in zona medaglie dopo il 2007.
Nella prima semifinale dei 200 rana maschi c’è il secondo italiano in gara di oggi, ovvero Luca Pizzini, tra le altre cose compagno di allenamenti di Federica Pellegrini. Parte fortissimo il giapponese Koseki, che poi cala nel finale arrivando dietro al britannico Murdoch. Per Pizzini autore di un ottimo 2’08″95, record personale, arriva anche la soddisfazione di aver messo dietro un irriconoscibile Balandin, che forse non si è ancora ripreso dalla vittoria olimpica di Rio. Ma la quinta piazza lo condanna, purtroppo, ad un (ennesimo per l’Italia) nono posto totale ed all’esclusione dalla finale per soli 15 centesimi. La seconda semifinale, infatti, viene vinta dal russo Anton Chupkov in 2’07″14 (record dei campionati ed europeo), che a questo punto è il vero favorito della distanza. Dietro di lui il recordman del mondo Ippei Watanabe mentre resta fuori dalla finale anche il campione mondiale in carica Maro Koch.
Dopo il podio dei 100 stile maschi, la Duna Arena si infiamma all’ingresso della Iron Lady per la finale dei 200 farfalla donne. La Hosszú parte forte dalla laterale corsia 7 ed al 100 gira in testa in 1’00″41, ma la campionessa olimpica Mireia Belmonte Garcia si rifà sotto nella terza vasca e riesce a spuntarla nonostante un arrivo un po’ lungo. La spagnola chiude in 2’05″26 confermando la sua supremazia in questa distanza; argento alla tedesca Heintze in 2’05”39 e bronzo per Katinka Hosszú, che festeggia insieme al pubblico (ed a Shane) come se avesse vinto l’oro. Che sia iniziato un processo di umanizzazione?
Dopo la premiazione dei 50 dorso donne, alla quale ha partecipato una Fu in lacrime in preda alla disperazione per l’oro sfumato al tocco, si passa alle semi dei 200 rana, che vedono oggi divise le due grandi rivali Lily King e Yuliya Efimova. L’americana nuota nella prima semifinale giungendo quarta e mettendo a rischio la qualificazione alla finale. Nella seconda semifinale è al via la Efimova che decide di partire sciolta, come suo solito, e di aumentare la progressione fino a vincere addirittura in 2’21″49, primo tempo del parterre. Efimova prima, King ottava: si ritroveranno in finale anche se l’americana non è certo una specialista della doppia distanza. Esclusa di lusso è la danese primatista del mondo Rikke Møeller Pedersen.
L’ultima gara individuale di giornata è la semifinale dei 200 dorso maschi. Nella prima vince il russo Kliment Kolesnikov, che non abbandona la sua collana e chiude con un buon 1’55″15. Nella seconda semifinale il cinese Xu va in fuga sin dal primo 50 e resiste nonostante l’ultima complicata vasca, vincendo in 1’54″79. Dietro di lui Ryan Murphy e Evgeny Rylov, entrambi a 1’54”, che scavano un solco col resto dei partecipanti. Eliminato Mitchell Larkin autore di un imbarazzante 1’59″10, mentre, per gli amanti del dorso “nuotato bene”, centra l’ennesima finale il giapponese Ryosuke Irie.
Il programma si chiude con la 4×200 stile femmine che vede, ahinoi, spettatrici le italiane argento in carica di Kazan. La Russia parte forte e cambia in testa dopo la prima frazione, ma il centro vasca recupera ed a metà gara abbiamo Cina e USA appaiate in testa. La Ustinova si rimette sotto ed è davanti a tutte fino ai suoi 150 metri, ma al cambio dell’ultima frazionista sono ancora le americane e le cinesi che si spartiscono la prima piazza, con la Russia al momentaneo terzo posto. Il boato dell’arena spinge Katinka Hosszú verso una mini rimonta nelle retrovie, ma è Katie Ledecky a scaricare tutti i cavalli in acqua portando gli Stati Uniti alla vittoria davanti proprio alla Cina. La Russia riesce nell’impresa di perdere anche il bronzo, superata in extremis dall’Australia, mentre l’Ungheria si accontenta del sesto posto. Miglior tempo di tutte le frazioniste: 1’54″02 di Katie Ledecky. Con il tempo di Kazan 2015, l’Italia sarebbe stata terza.
(Foto: Fabio Cetti | Corsia4)