Fatti di nuoto Weekly ha poche (ma molto sentite) regole: raccontare il nuoto una volta alla settimana, il mercoledì, con occhio sereno e critico, ma soprattutto a cuore aperto.

Oggi parliamo proprio di aperture e di come, quasi sempre, aprirsi sia una cosa positiva.

(Prima di cominciare, è uscito il calendario dei Mondiali di Doha. Saranno strani, forse poco sensati e magari anche poco frequentati, ma io ho già hype)

Nonnismo

La notizia è uscita la settimana scorsa: Boston College ha deciso di sospendere, con effetto immediato e a tempo indeterminato, le squadre di nuoto e tuffi per atti di nonnismo. Il fatto è stato poi ripreso e analizzato da diverse testate quando sono emersi gli incidenti che si sarebbero verificati all’interno delle squadre, alcuni dei quali francamente al limite dell’umano, sicuramente ben oltre la semplice goliardia.

È tutto abbastanza incredibile e quindi non mi spingerò oltre, se non nell’invito a chi è vittima di questo genere di violenze (perché di ciò si tratta) di non esitare a denunciare il tutto alle autorità. Se provate paura o vergogna è comprensibile ed umano: apritevi con qualcuno, è il primo passo per superare la cosa e guardare avanti.

Russia

Da non commentare, perché abbastanza scontata, anche la risposta della Federazione Russa, che reagisce alla decisione di World Aquatics di ammettere gli atleti che si dichiareranno neutrali ai prossimi Mondiali e, presumibilmente, alle Olimpiadi, dichiarando che le posizioni non sono cambiate di molto e che l’apertura, in questo caso, non sarà così semplice.

Anche Rylov stesso, uno degli atleti più forti e anche schierati tra le fila della Russia, ha confermato che non intende firmare nessun accordo e che vuole gareggiare da atleta russo e non neutrale, come invece pretenderebbe World Aquatics. Si va verso una clamorosa chiusura: vedremo.

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Un po’ di risultati

Dei Giochi Asiatici parleremo meglio a gare finite (mamma mia i cinesi, per ora), ma intanto è iniziata anche la stagione dei College americana, come sempre indicativa di una fetta di atleti che poi rivedremo anche alle gare internazionali.

Particolarmente interessante l’esordio di Arizona State, l’Università di Bob Bowman, per la quale ha nuotato per la prima volta il diciottenne Ilya Kharun: 1.24.52 nei 150 m delfino e 19.51 nei 50 y delfino, 41.93 nei 100 y stile in staffetta. Il nuovo rampollo dell’allenatore di Marchand (ed ex di Phelps) ha una storia curiosa: figlio di due acrobati del Circ du Soleil, Kharun è di nazionalità canadese perché i genitori giravano il mondo per gli spettacoli e si trovavano a Montreal nel momento della sua nascita. Ora si è appena trasferito in Arizona dopo aver vissuto tutta la vita in Nevada, a Las Vegas, ma non ha il passaporto americano.

Aperture

L’autorevole sito americano Swimming World Magazine e USA Swimming hanno stretto un accordo che rende la storica testata partner ufficiale della Federazione statunitense, con l’intento di promuovere meglio il nuoto e le storie degli atleti americani, anche attraverso le pubblicazioni della rivista. Ci saranno interviste esclusive, reportage e copertura mediatica curati da John Lohn e dal suo staff.

Non conosco la situazione negli USA e le dinamiche che hanno portato a questo accordo, ma mi limito a registrare con positività il fatto che una Federazione si apra anche a canali ed occhi esterni per raccontarsi e, magari, per rendersi più vicina a chi la segue e la sostiene.

Perché, se ci pensate bene, lo sport non è solo prestazione e risultati, ma anche emozioni, e raccontarle è un (bel) lavoro… e noi siamo qui per questo 😉

See you later!

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Foto: Fabio Cetti | Corsia4