Vediamo come.
La World Cup è noiosa
La seconda tappa della World Cup 2022 si è svolta a Toronto, ed è saltata agli onori della cronaca principalmente per la demolizione del world record dei 1500 stile da parte di Katie Ledecky. Non solo l’americana, comunque, ha nuotato a ritmi interessanti: ottima anche Summer McIntosh, che ha siglato due record mondiali junior, ed altre buone prestazioni, qua e là.
Il mio punto di vista, comunque, rimane lo stesso di sette giorni fa: la World Cup è una bellissima prova tempi, che fa notizia solo se si abbatte un record o se ci si va vicino, non per la competizione in se.
Per esempio, chi saprebbe dirmi i due leader della classifica a punti? Chi saprebbe poi indicarmi come si stila questa classifica a punti? Ecco, appunto.
La Coppa Brema era più bella prima
Penso che essere d’accordo non sarà così difficile. Già è complicato appassionarsi al nuoto quando si gareggia, figuriamoci se la classifica viene stilata addirittura senza nemmeno entrare in acqua.
La Coppa Brema di quest’anno, infatti, verrà assegnata senza la classica fase finale in vasca corta che si svolgeva in coda all’Assoluto primaverile e che determinava l’assegnazione dello scudetto del nuoto. Ok che vinceva sempre l’Aniene, ma almeno c’era una gara e spesso non era neanche così male, con i nuotatori che beneficiavano dello slancio di forma dell’Assoluto per prendersi qualche soddisfazione in vasca da 25.
Non più.
In Cina sono tutti forti
Ogni anno siamo qui a commentare grandi tempi, spesso incredibili, messi a segno dagli atleti cinesi nelle loro gare nazionali.
Anche quest’anno non ha fatto da eccezione: Li Bingjie si è addirittura spinta al record del mondo nei 400 stile, migliorando di più di due secondi il precedente primato.
Oltre al tempone della mezzofondista, ci sono stati molti altri primati nazionali e continentali, che ci fanno pensare a una nazionale cinese in forma e pronta per il Mondiale australiano (13/18 dicembre).
Staremo a vedere: non sempre i cinesi si confermano così brillanti anche lontano dai loro confini nazionali.
I reality show sono morti
La prima edizione del Grande Fratello, in Italia, è datata settembre 2000. Da allora, il prolificare dei reality show sul nostro territorio è stato quasi epidemico, con un filo rosso che tende a caratterizzare più o meno tutte le produzioni di quel genere: l’accumularsi delle stagioni è inversamente proporzionale all’interesse che destano. Questione di gusti, chiaramente, ma anche di originalità, di idee, di comunicazione. Tuttavia, se programmi di questo genere continuano a intasare le prime serate della TV generalista, un motivo ci sarà, e dubito fortemente che chi mette i soldi continui a farlo senza un adeguato ritorno numerico ed economico.
Detto questo, devo essere sincero e rimanere della mia opinione: sono anni che non guardo nemmeno un minuto di un reality, e il mio interesse rimane nullo anche per Pechino Express 2022, nonostante Federica Pellegrini e Matteo Giunta [“i #novellisposi” NdR 😁] siano nel cast di questa edizione.
See you later!
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Foto: Fabio Cetti | Corsia4