A 100 giorni esatti dai Giochi di Parigi, Fatti di nuoto weekly va alla ricerca dello spirito Olimpico, quell’impalpabile essenza che ci fa sentire sempre più vicini alle due settimane più belle per ogni sportivo che si rispetti.
Pronti?
Ancora abusi nel nuoto
Prima però abbiamo il dovere di parlare, per l’ennesima volta, di abusi sessuali nel mondo del nuoto. Stavolta siamo all’Università del Kentucky, e ad essere accusato è l’ex coach Lars Jorgensen, assistente del team una decina di anni fa, verso il quale ci sono indagini in corso partite dalle accuse di due ex atlete. Jorgensen, intervistato da The Athletic, si difende negando tutto, l’Università si nasconde dietro a un “no comment”, visto che l’allenatore non fa più parte del suo organico, e la sensazione generale è quella di una storia sentita e risentita, che solo con il tempo, che lenisce i dolori e da coraggio, viene a galla.
Spiace dover parlare ancora di argomenti che lo sport ce lo fanno amare un pò di meno, e che di sicuro non incarnano lo spirito Olimpico, ma dare risalto a queste storie – e non tacerle, come spesso si è fatto in passato – potrebbe finalmente portare verso una soluzione definitiva del problema. O almeno lo speriamo.
Tedofori
C’è qualcosa che, al contrario, rappresenta di più lo spirito Decoubertiano della fiamma Olimpica? Una fiamma che non si spegne mai, ma che passa di atleta in atleta, di edizione in edizione, tramandando una tradizione che spesso ha saputo oltrepassare tutti i sentimenti negativi, innalzando lo sport al di spora di tutto. Per la Francia paese ospitante, chi meglio poteva avere l’onore di inaugurare il viaggio della torcia verso Parigi di un’alteta che proprio in Grecia, ad Atene 2004, ha vissuto l’apice della carriera come Laure Manaudou?
La prima tedofora è proprio lei: corsa un pò impacciata (d’altronde è pur sempre una nuotatrice) e sorriso dei bei tempi, Laure ci riporta alla mente un nuoto di ormai vent’anni fa, fatto di grandi rivalità ma anche di grandi sentimenti. Stefanos Ntouskos – canottiere greco campione a Tokyo – le ha passato la fiamma dando idealmente inizio al conto alla rovescia verso le due settimane più belle del quadriennio. Nelle quali, tuttavia, non tutti ci saranno.
Russi
Tipo gli atleti russi, che saranno assenti per i ben noti motivi politici della guerra in Ucraina. In mancanza di una precisa scelta di neutralità – niente bandiera, niente inno – campioni del calibro di Rylov e Kolesnikov (solo parlando del nuoto) rimarranno a casa, e il loro umore da atleti, al netto di tutte le idee politiche, in questi giorni deve essere particolarmente nero. Talmente nero che ai campionati nazionali le loro prestazioni nei 100 dorso sono decisamente sottotono, superate in slancio da Miron Lifintsev, ragazzo del 2006 che ha nuotato un 52.34 di grande spessore, record mondiale junior e terza prestazione dell’anno dietro Xu e Ceccon.
Lo vedremo a Los Angeles 2028? Per diversi motivi, non tutti sportivi, si spera proprio di sì.
Il resto del mondo
Lo spirito Olimpico si sta lentamente ed inesorabilmente risvegliando sia negli States che in Ungheria che in Canada, e presto lo farà anche in Cina e Australia, anche se le selezioni vere e proprie saranno più avanti. Scegliere un nome per ognuna di queste nazioni è un duro lavoro, ma qualcuno dovrà pur farlo.
E allora Fatti di nuoto dice:
1) Caeleb Dressel, perché rivederlo nuotare col sorriso vale più di qualsiasi oro, titolo o record che può venire. Magari non sarà il Dressel di Tokyo, ma ho la sensazione che vivrà meglio questa esperienza e magari ci stupirà ancora.
2) Kristóf Milák, nella speranza di rivederlo, quel sorriso, che per ora non ha ancora mentre nuota. Il pensiero che qualcuno lo abbia gentilmente spinto a tornare, e in fretta, rimane come un’ombra su tutte le sue gare.
3) Summer McIntosh, perché potrebbe essere già la sua Olimpiade, quella in cui dovrà sfidare rivali mostruose (nel senso buono) come Ledecky, Titmus, O’Callaghan, e provare a portare tutto a un livello superiore.
4) Xu Jiayu, un nome un pò controcorrente ma che mi sta molto a cuore, perché nuota un dorso sublime, perché lo vedo come grande rivale di Ceccon e perché è fondamentale anche per la staffetta mista cinese. Se gira lui potrebbero girare tutti, e sarebbero dolori per tanti.
5) Cody Simpson, che magari non si qualificherà nemmeno, che sicuramente non è tra i più forti australiani ma che comunque rappresenta qualcosa di speciale, uno che non ha mollato nessuno dei suoi sogni ed è a tanto così dal realizzarli tutti. Un’ispirazione impagabile.
(Nel frattempo, a proposito di spirito Olimpico, tifiamo tutti per Gregorio Paltrinieri portabandiera)
See you later!
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Foto: Fabio Cetti | Corsia4