Decidete voi se la ricorrenza più importante è la Festa della Repubblica o Fatti di nuoto Weekly, ma la risposta già la sapete (joking 🃏).
-51 a TOKYO
Alla luce di quanto visto a Budapest, dirvi che a Tokyo l’Italia farà dieci medaglie è assolutamente, e forse oltremodo, ottimistico. Non dobbiamo dimenticare che un podio europeo, per quanto prestigioso e dal valore assoluto elevato, in alcuni casi potrebbe non essere nemmeno garanzia di finale Olimpica. A voler rimanere larghi, mancano americani, cinesi ed australiani, che in quasi tutte le gare hanno almeno un atleta da piazzare nella lotta per le posizioni che contano.
Alla data attuale, le medaglie più probabili per l’Italia vengono da Paltrinieri e Quadarella, entrambi con alte possibilità di ritrovarsi nel giro del podio nelle rispettive specialità.
GREG & SIMO
Dopo Budapest, su Greg abbiamo le idee abbastanza chiare: con le condizioni giuste, sognare tre podi – 800, 1500 e 10 km – non è affatto fuori dal mondo. Nel suo caso, i rivali europei sono i più temibili, sia nel fondo in acque libere che nel mezzofondo in vasca. Ci si aspetta un Wellbrock in forma e competitivo, un Romanchuk su livelli eccellenti, probabilmente anche un Gabriele Detti più insidioso negli 800, gara in cui terrei d’occhio anche Christiansen e Aubök. Tutto può succedere, soprattutto nelle open water, ma sarebbe strano non vederlo perlomeno giocarsela.
Nel caso di Simona, si lotta per due gradini del podio anziché tre, perché voglio dare per assunto che Katie Ledecky – nonostante dovrà affrontare un’Olimpiade impegnativa dal punto di vista della quantità di gare da nuotare – sia ancora imbattibile sia negli 800 che nei 1500. Quadarella troverà diversi ostacoli, dalla russa Kirpichnikova alla cinese Wang, da Sarah Kohler alle possibili sorprese come l’emergente canadese Summer McIntosh. Una lotta dura, forse durissima, ma che sembra pane per i denti della romana.
ALTRO?
Aggiungerei Margherita Panziera che col suo personal best – da ripetere nell’occasione che conta, anche per riscattare la finale di Gwangju – si gioca il podio dei 200 dorso dietro all’imprendibile Regan Smith. Federico Burdisso ha già un quarto posto mondiale nei 200 farfalla nel suo palmarès, ma l’Olimpiade è tutt’altra cosa, talmente un’altra cosa che non escludo la grande sorpresa.
Alessandro Miressi ha dato prova di poter entrare in finale nei 100 stile, dove tutto può succedere, ma non mi spingerei troppo in là, anche per scaramanzia. Dressel e Chalmers sembrano imprendibili, Kolesnikov è in rampa di lancio, per il podio è durissima.
Sarebbe lecito attendersi una grande prova dalle raniste nei 100, Martina Carraro e Benedetta Pilato, possibilmente un doppio ingresso in finale, per poi giocarsi tutto e sognare in grande. Scontata la vittoria di Lilly King, ci sarà una bella bagarre.
Discorso analogo per Nicolò Martinenghi nei 100 rana al maschile: la finale è l’obiettivo minimo, Peaty è imbattibile ma guardando tempi e potenzialità potrebbe saltare fuori un bronzo. Io non ho detto niente.
DENSITÀ
Per il resto mi aspetto molte finali, una presenza il più possibile ampia in tutto il programma, e già sarebbe un successone. Di Liddo nei 100 farfalla, Razzetti nei misti, De Tullio nei 400 stile, Caramignoli nel mezzofondo: per loro un ingresso negli otto alimenterebbe il sogno e darebbe continuità al movimento. Così come anche le staffette, per le quali una presenza da protagonisti tra i primi otto è il risultato più realista possibile.
Infine, il Detti visto a Budapest è al massimo da finale, ma non voglio credere che arrivi a Tokyo così: se torna sui suoi livelli il podio nei 400 è alla portata. Altro discorso per Federica Pellegrini: me la aspetto in finale, dove ha già dimostrato che tutto può succedere, ma non vorrei che si facesse l’errore di essere troppo duri con lei.
Sognare, invece, quello non costa niente.
See you later!