Per il nuoto olimpico italiano, quella di Sydney 2000 è un’edizione di molte prime volte.

Dopo i primi quattro giorni di gara, c’è il primo oro, con Domenico Fioravanti nei 100 rana, il primo uomo capace di due medaglie nella stessa edizione, Massimiliano Rosolino, oltre a ben tre medaglie di legno: Emiliano Brembilla nei 400 stile (per 1 centesimo), Alessio Boggiatto nei 400 misti (per 60 centesimi) e la 4×200 stile (per 21 centesimi).

Al quinto giorno di gare, la finale dei 200 rana maschili ci regalerà altre prime volte.

Gli iscritti nei 200 rana maschili a Sydney sono due e per motivi diversi non sono attesi come protagonisti assoluti della gara.

C’è innanzitutto Domenico Fioravanti, che non ha mai nascosto di non amare molto la doppia distanza e che, con l’oro al collo dei 100 vinto poche ore prima, ha provato a convincere coach Castagnetti a non partecipare alla gara (trovando la lungimirante opposizione netta del commissario tecnico).

C’è poi Davide Rummolo, che in fase di qualificazione non ha ottenuto il tempo limite e che in Australia ci è andato grazie ad una wild card; un corposo miglioramento sembra l’obiettivo massimo della sua Olimpiade.

I Giochi del 2000, però, sono attraversati da un’atmosfera particolare, elettrizzante, e la Nazionale italiana di nuoto sembra in stato di grazia.

Succede quindi che la voglia di dimostrare di non essere in viaggio premio spinge Rummolo a nuotare una batteria sensazionale, da primo tempo assoluto e primato italiano, portato a 2’12”75. Il più vicino, il ceco Malek, è a più di un secondo, mentre Fioravanti si qualifica per la semifinale con un tranquillo nono tempo, 2’15”04.

Il pomeriggio, la prima semifinale vede l’americano Salyards imporsi in 2’13”38, ed è chiaro che con un tempo simile ci si qualifica agilmente per la finalissima. Nella seconda semifinale, Rummolo è alla 4 e Fioravanti alla 2. L’orgoglio del novarese è secondo solo al suo stato di forma, e così Fioravanti vince la semi con uno spettacolare 2’12”37, riprendendosi il record italiano e mettendosi dietro Rummolo, secondo in 2’13”23.

All’orizzonte si intravede un’impresa eccezionale.

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Il pomeriggio del 20 settembre Fioravanti e Rummolo partono uno accanto all’altro, corsia 4 e corsia 5, per nuotare il più famoso 200 rana della storia del nuoto italiano.

Per quanto sia più forte di tutti, l’oro di Fioravanti non è mai in discussione. La sua è una gara di testa, dominata dall’inizio alla fine, nuotata con una rana stilisticamente ed esteticamente perfetta, semplicemente di un altro livello. Il suo tempo, 2’10”87, è record europeo, a soli 71 centesimi dal record del mondo; dietro di lui, la lotta per il podio è molto accesa.

Diversi atleti sono sulla stessa linea e fino ai 150 non sembra staccarsi nessuno per prendere un vantaggio consistente. A 25 metri dalla fine, è il sudafricano Terence Parkin a dare la prima scossa guadagnando qualche centimetro sul resto del gruppo. Rummolo resta dietro, ed insieme a lui ci sono almeno altri tre nuotatori che possono sperare nel bronzo.

Ma le ultime tre bracciate del napoletano hanno una grinta fuori da comune, ed il suo allungo finale gli vale un bronzo tanto inatteso quanto meritato, a 23 centesimi dall’argento di Parkin.

Come detto, è l’Olimpiade delle prime volte: per la prima volta un uomo vince i 100 ed i 200 rana nella stessa edizione, per la prima volta un italiano vince due ori alle Olimpiadi e per la prima volta due italiani salgono insieme sul podio olimpico.

Mentre Fioravanti e Rummolo si stringono intorno allo stesso tricolore e cantano l’inno di Mameli, per l’Italia del nuoto è già un’Olimpiade da record.