I 100 dorso fanno parte del programma Olimpico fin dagli albori dei giochi, cioè dal 1908 per i maschi e dal 1924 per le femmine, con l’unica eccezione di Tokyo 1964, quando gli uomini non li disputarono a favore dei 200.

Si tratta di una distanza ampiamente dominata dagli statunitensi, che per tradizione hanno quasi sempre avuto grandi specialisti in grado sia di primeggiare da singoli che di aprire la staffetta mista con una frazione di altissimo livello. Questa egemonia, che deriva da un preciso intento programmatico, si traduce nel conteggio totale del medagliere Olimpico, che vede assegnati agli USA 26 dei 48 ori disponibili, 15 maschili ed 11 femminili. La rivale più vicina è la defunta DDR a quota 5 ori totali, mentre l’Australia è salita a 3 dopo la vittoria di Kaylee Mckeown a Tokyo.

L’Italia ha sfiorato il podio proprio a Tokyo, con il quarto posto di Thomas Ceccon a 11 centesimi dal bronzo, mentre in precedenza i piazzamenti migliori erano stati di Manuela Carosi, ottava nel 1980, e Emanuele Merisi, sesto ad Atlanta 1996.

Le gare di nuoto delle Olimpiadi del 1908 furono le prima a disputarsi in uno stadio e non in acque libere: il White City di Londra fu costruito appositamente per l’occasione e la piscina era lunga 100 metri. In questo scenario, il tedesco Arno Bieberstein è stato in grado di vincere con il tempo di 1’24”6, diventando così il primo campione Olimpico dei 100 dorso.

Il primo grande personaggio della specialità fu invece Warren Kealoha, americano di origine hawaiana, campione nel ‘20 e nel ‘24. Gli altri atleti che si possono fregiare del titolo di bi-campione dei 100 dorso sono l’australiano David Theile, l’americano Aaron Peirsol ed il tedesco della DDR Roland Matthes. Il record olimpico (51”97) è di Ryan Murphy, mentre con la vittoria a Tokyo 2021, Evgenij Rylov ha interrotto la striscia di imbattibilità USA che durava dal 1996.

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Nel 1924 si gareggiò per la prima volta in vasca da 50 metri, e la prima campionessa olimpica dei 100 dorso fu proprio una statunitense, Sybil Bauer.

A Rio 2016, Katinka Hosszú ha interrotto la striscia USA di tre ori consecutivi, riportando il titolo in Ungheria dopo la storica vittoria a Barcellona 1992 di Krisztina Egerszegi. Questa estate, l’australiana Kaylee McKeown potrebbe diventare la seconda donna a bissare l’oro Olimpico dopo Natalie Coughlin, che vinse ad Atene 2004 confermandosi poi a Pechino quattro anni più tardi.

La Curiosità

C’è un titolo che non è ufficiale, ma è ufficialmente condiviso nel mondo del nuoto, ovvero quello di più grande dorsista di tutti i tempi: quel titolo è idealmente al collo di Roland Matthes. L’atleta della DDR rimase imbattuto nelle grandi competizioni dal 1966 al 1974, totalizzando un’incredibile striscia di 187 vittorie consecutive in gare a dorso.

Il suo regno iniziò proprio ad un’Olimpiade, quella di Città del Messico 1968, quando diede due secondi al secondo classificato nei 100 dorso vincendo il primo titolo Olimpico. Si dice che Matthes, soprannominato “sughero” per le straordinarie capacità di galleggiamento in acqua, fosse in grado di dosare le proprie forze per migliorare i suoi record del mondo poco alla volta così da incassare ripetutamente i premi che la DDR elargiva ai propri atleti. Alla fine della sua carriera, il palmares è di 16 i record del mondo, 4 ori Olimpici e 3 Mondiali.

Parigi 2024

Alla data attuale, i Trials americani ed australiani sono ancora da disputarsi e quindi non conosciamo i nomi dei qualificati delle due nazioni; tuttavia possiamo prevederli. Come possiamo prevedere che Kaylee McKeown, favorita assoluta e forse dorsista più forte e completa di sempre, potrà essere impensierita solo da sé stessa e dalla miglior versione possibile di Regan Smith. Per il resto, Katharine Berkoff e Claire Curzan si giocheranno ai Trials USA il secondo posto consapevoli che potrebbe voler dire medaglia di bronzo a Parigi. Per l’Italia, purtroppo, non sembra esserci all’orizzonte una specialista in grado di dire la sua in chiave Olimpica, e questo potrebbe essere un bel problema anche per la staffetta mista.

Anche tra gli uomini c’è un favorito assoluto ed è Thomas Ceccon. Senza scadere in inutili scaramanzie, i fatti ci dicono che l’oro Olimpico è alla portata del veneto, che negli ultimi anni ha prima innalzato e poi confermato il suo status da outsider a dominatore della distanza. Mancheranno i russi Rylov e Kolesnikov, che sulla carta sono i rivali più temibili, ma bisognerà comunque centrare la gara perfetta per avere la meglio di Ryan Murphy e Xu Jiayu, probabili contendenti all’unico podio che Ceccon non ha ancora scalato.

Parigi 2024 - Approfondimenti gara per gara

Foto: Fabio Cetti | Corsia4