Alla vigilia era stato definito un Campionato Italiano Assoluto “diverso”. Alcuni lo avevano addirittura accostato al modello americano dei TRIALS.
Di certo, i tempi limite imposti della federazione per poter partecipare ai mondiali di Budapest, sono sembrati sin da subito molto selettivi, vicinissimi ai record italiani. La tensione, palpabile dalle tribune, ha dato l’idea che molti atleti si stiano giocando il tutto per tutto.
Un dato di fatto è che molti giovani che sono andati forti agli scorsi Campionati Italiani giovanili, continuano ad andare forte anche qui a Riccione.
Cosa dicono i protagonisti? Quali sono le sensazioni degli atleti e allenatori?
“Secondo il mio punto di vista – ci confida Matteo Giunta, tecnico di Federica Pellegrini – la scelta della federazione è giusta. Creare una selezione alzando l’asticella verso l’altro personalmente credo possa giovare a tutto il movimento.
Penso ad un giovane che si affaccia ad un importante competizione internazionale per la prima volta. Che senso ha fargli o farle fare solo una batteria del mattino, se non ha nemmeno modo di puntare, come minimo, ad una semifinale? Paradossalmente credo che questo sia un modo non per fargli fare esperienza, ma per bruciarli, senza per altro fare nessun riferimento specifico, parlo in generale.
Con questo “nuovo” criterio, secondo me – conclude Matteo – si manda un messaggio forte ai giovani; ragazzi, le gare internazionali non perdonano, cerchiamo di migliorare tutti insieme per farle da protagonisti”.
Ed ecco che dopo un breve riscaldamento nella vasca corta dietro i blocchi di partenza, intercettiamo Federico Turrini, fresco campione italiano dei 400 misti.
Fede, tu che sei un veterano ormai, cosa pensi di questi tempi limite e soprattutto come ti sei sentito nel dover necessariamente centrare il pass mondiale in un unico appuntamento?
“Guarda, francamente non ho sentito molto la tensione, anche perché personalmente ciò che contava di più era partecipare alla olimpiade di Rio e lì si che centrare la qualificazione è stato molto dispendioso a livello fisico e mentale. Qui mi sono detto, va bene il tempo basso, se lo faccio bene, sono contentissimo, altrimenti pazienza.
Poi, certo, se questa è la strada e servirà ad aumentare il livello delle nazionali, non posso che far altro di essere favorevole.
Vedremo nei casi “limite”, dove alcuni atleti non hanno centrato il pass mondiale per pochi centesimi, ma che nei prossimi appuntamenti dimostreranno di valere la competizione iridata, cosa decideranno i vertici e quali tipo di responsabilità si prenderanno”.
Foto articolo: Fabio Cetti | Corsia4