I 1500 stile libero, specialità storica del nuoto soprattutto al maschile, è una delle distanze più affascinanti dell’intero programma.

Nel corso degli anni è passata da essere una distanza a se stante, anche un po’ noiosa, e frequentata da soli specialisti, ad evento tra i più attesi, nel quale si sfidano personaggi con un ruolo sempre più centrale nel mondo del nuoto (come il nostro Gregorio Paltrinieri). Basti pensare alla grande dinastia degli australiani, che da sempre considerano il “miglio in vasca” come la vera gara regina, ma anche al regno russo di Salnikov ed al più recente cinese di Sun Yang.

Tra le donne, che da Tokyo disputano la gara anche ai Giochi, impossibile non associare la distanza a Katie Ledecky, semplicemente la miglior mezzofondista di sempre.

Tutti questi nomi, e molto altro, nella nostra analisi della storia dei record!

di Nuotofan

Valgono, rovesciate, le stesse considerazioni fatte per gli 800 stile libero, dato che i 1500 stile libero femminili sono stati inseriti nel programma mondiale solo ai Campionati Mondiali di Fukuoka 2001, e nel programma Olimpico a Tokyo 2021.

L’anno di inizio delle comparazioni è il 1964, quando Roy Saari scende sotto i 17′ nuotando 16.58.7 e il WR femminile appartiene a Patrica Carreto con 18.30.5: siamo al 9,0% di differenza percentuale.

Nel 1968 Mike Burton porta il WR maschile a 16.08.5 e la connazionale Debbie Meyer quello femminile a 17.31.2: il delta scende all’8,5%.

Il 1970 va ricordato perché John Kinsella è il primo nuotatore a scendere sotto i 16′: 15.57.1 il suo crono, ma nel 1972 olimpico sono i connazionali Rick Demont e (ancora una volta) Mike Burton a ritoccare il WR fino al 15.52.58 con cui Burton bissa il titolo olimpico di Città del Messico.

Gli australiani si fanno sentire nel 1973, quando Stephen Holland stabilisce il suo primo WR con 15.31.85, quindi con un netto incremento rispetto al crono con cui Burton aveva vinto il titolo olimpico l’anno prima, nonostante nella finale mondiale di Belgrado lui e Demont, secondo classificato, abbiano nuotato ben 100 metri in più prima di essere finalmente avvisati della conclusione della gara. 

In quello stesso 1973 la straordinaria Shane Gould aggiunge il WR dei 1500 stile alla sua collezione di WR in tutte le distanze dello stile libero, scendendo anche sotto i 17′ (16.56.9).

L’anno seguente la connazionale Jennifer Turrall è artefice di un notevole progresso nuotando 16.33.94, ma – negli anni che portano all’Olimpiade di Montreal 1976 – l’attenzione degli appassionati è attirata dal settore maschile, che vede un confronto ad altissimo livello tra il citato Stephen Holland e gli statunitensi Brian Goodell, Bobby Hackett e Tim Shaw.

Il WR viene migliorato a più riprese, e nel 1976 prima lo batte Stephan Holland ai trials australiani realizzando un crono di 15.10.89, poi Brian Goodell a quelli USA nuotando 15.06.66.
Il confronto diretto all’Olimpiade di Montreal è uno dei più attesi di quell’Olimpiade memorabile e la finale dei 1500 stile libero è davvero di livello stellare: la vince Brian Goodell con il nuovo WR di 15.02.40, ma fanno meglio del precedente primato anche il secondo arrivato Bobby Hackett (15.03.91) ed il terzo, Stephen Holland (15.04.66).

Il valore del record di Goodell è attestato da un delta che si impenna al massimo della nostra serie, il 10,1%.

Ho citato più volte lo straordinario 1978 in campo femminile, anche a proposito dei crono di Tracey Wickham nel mezzofondo. La formidabile nuotatrice australiana imprime il suo sigillo anche nei 1500 nuotando un 16.14.93 che poi migliora ulteriormente a 16.06.63 nel 1979, crono impressionante ma limato nello stesso anno da Kim Linehan, altra grande specialista statunitense di quel densissimo periodo storico, che lo porta a 16.04.49.

Si è detto del 1976 in campo maschile, e il formidabile trio di Montreal ha un unico erede, Vladimir Salnikov, che nell’Olimpiade di casa diventa il primo uomo a scendere sotto i 15′, con 14.58.27. Il delta con il WR della Linehan si attesta al 7,4% (1980).

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Salnikov migliora il WR anche nel 1982 e 1983, portandolo a 14.54.76, mentre il record della Linehan viene battuto dopo ben 8 anni da una eccezionale specialista del mezzofondo come Janet Evans.

Viene da chiedersi che crono avrebbe nuotato la Evans se i 1500 stile libero fossero stati disputati nei grandi eventi, ma anche così, senza prepararli nello specifico, la Evans ha prima nuotato 16.00.72 nel 1987, e poi ha abbattuto la barriera dei 16′ (18 anni dopo Kinsella) nel 1988 con un eccezionale 15.52.10 che rimarrà imbattuto per 19 anni (come il suo WR negli 800 stile libero).

Il delta rispetto al WR di Salnikov si riduce al 6,4%.

In campo maschile è il tedesco Jorg Hoffmann a diventare campione e primatista mondiale a Perth 1991 nuotando 14.50.36, prima che si apra, con Kieren Perkins, l’era australiana nei 1500 stile libero.
Perkins nuota prima 14.43.48 alle Olimpiadi di Barcellona 1992 e poi 14.41.66 ai Giochi del Commonwealth 1994, e questo crono resisterà fino ai Mondiali di Fukuoka 2001 dove Hackett (in uno dei momenti migliori della sua grande carriera) lo abbasserà fino ad uno stratosferico 14.34.56.

Solo nel 2007 Kate Ziegler, peraltro in un meeting estivo dopo i Mondiali di Melbourne, migliorerà, con 15.42.54, lo storico limite di Janet Evans, per cui, prima del biennio 2008-09, il delta percentuale è del 7,8%.

Nemmeno i costumi gommati saranno sufficienti per migliorare i WR dei 1500 stile libero, a testimonianza del loro valore intrinseco, ma nella finale di Roma 2009 si mette in evidenza un giovane nuotatore cinese, Sun Yang, che due anni dopo, ai Campionati Mondiali di Shanghai 2011, ritoccherà di qualche decimo il crono di Hackett: 14.34.14 è il nuovo limite mondiale.

Sun, all’apice della sua controversa carriera, vincerà poi l’oro Olimpico a Londra 2012 con il crono di 14.31.02 che resiste ancora oggi negli annali.

In campo femminile è Katie Ledecky, con 15.36.53, a superare il WR della Ziegler nella finale dei Campionati Mondiali 2013 a Barcellona, per poi migliorarsi a 15.28.36 nel 2014 e 15.25.48 ai Campionati Mondiali 2015 di Kazan.

L’ultima fiammata della Ledecky arriva nel 2018, in un meeting in-season, quando nuota quel 15.20.48 che resiste tuttora.

Il differenziale tra i due WR attuali è quindi del 5,7%.

Foto: Fabio Cetti | Corsia4