In questa nuova rubrica proponiamo un’interessante analisi proveniente dal nostro Forum a cura di Nuotofan.

Innanzitutto sì, il Forum di Corsia4 è ancora vivo ed al suo interno potete trovare thread di discussione molto interessanti ed approfonditi, curati da utenti che oltre alla passione per il nuoto hanno anche una preparazione elevatissima. In un mondo dominato dai social, ci sentiamo di consigliarvi questa isola felice, fatta di educazione e competenza.

Nuotofan vi racconta, gara per gara, le più interessanti variazioni dei record del mondo, facendo un’analisi storica e numerica che passa attraverso i nomi più importanti della nostra disciplina.

Buona lettura!

Partiamo dal 1976, in cui il record maschile era di Jonty Skinner in 23.86 mentre quello femminile restava il 26.99 con cui Kornelia Ender aveva vinto il titolo ai Mondiali di Cali 1975. Quindi, differenza di 3″13 pari al 13,1%.

Il 1980 è un anno in cui gli sprinter USA – che non possono partecipare all’Olimpiade di Mosca – si scatenano, portando il WR dal 23.66 di Cavanaugh, ottenuto ad inizio anno, al 22.71 di Bottom. Nel corso di quell’incredibile 1980 sono stati primatisti mondiali anche Gaines e Stahl.

Anche in campo femminile si assiste a vari miglioramenti in quel 1980, protagoniste la Woodhead, la Asplund e, infine, più volte Jill Sterkel. Il 25.96 della Sterkel dista 3″25 dal primato di Joe Bottom, pari al 14,3%.

Nel 1985 accadono altri fatti rilevanti per il WR maschile. Lo svizzero Dano Halsall interrompe l’egemonia USA e diventa primatista mondiale nuotando 22.52. La risposta statunitense non si fa attendere e porta alla ribalta Tom Jager (22.40 nel dicembre 1985) che migliorerà poi il WR altre 5 volte (quindi 6 volte in totale).

In campo femminile è la Torres a migliorare tre volte il WR fino a nuotare 25.61 nel 1984, che resta anche nel 1985. Quindi, nel 1985 la differenza è di 3″09 (13,8%).

Nel 1986 Matt Biondi diventa primatista con 22.33 e inizia la saga dei suoi duelli con Jager, che conoscerà l’apice nel 1990, quando Jager infrangerà prima la barriera dei 22″ (21.98), per poi fissare il limite ad uno stratosferico 21.81 il 24/3/1990. Considerati i tempi e le nozioni tecniche su partenza, potenza da imprimere in acqua etc etc, oltre ovviamente a costumi e piscine, quel 21.81 ha un valore enorme.

In campo femminile è la romena Tamara Costache a migliorare per ben 4 volte il WR nel 1986, fino al 25.28 nuotato ai Mondiali di Madrid. Due anni dopo è la cinese Yang Wenji a scendere sotto la barriera dei 25″ (24.98 ). Quindi nel 1990 il gap tra record maschile e femminile è di 3″17 (14,5%).

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Che il 21.81 di Jager fosse un super-crono lo dimostra il fatto che per vederlo migliorato occorre aspettare 10 anni e lo Zar delle piscine, Alexander Popov, che alle selezioni russe del 2000 nuota un grandissimo 21.64.

Anche in campo femminile il 2000 è da ricordare per i 4 WR consecutivi di Inge De Bruijn (come la Costache nel 1986) autrice prima di un 24.51 che eguaglia il discusso crono di Le Jingyi ai Mondiali di Roma 1994, e poi di un 24.48, di un 24.39 fino al 24.13 all’Olimpiade di Sydney che costituisce un balzo nel futuro simile al 21.81 di Jager del 1990.

Quell’incredibile 2000 della De Bruijn ha contribuito a ridurre il gap tra record maschile e femminile a 2″49 e all’11,5%.

I crono di Popov e della De Bruijn sono di tale valore che serviranno 8 anni e il contributo dei costumi gommati per migliorarli.

Ad inizio 2008 è Eamonn Sullivan a nuotare 21.56, prima che Bernard nuoti 21.50 alle selezioni francesi. Ma alle selezioni australiane Sullivan si riprende il WR nuotando prima 21.41 e poi un 21.28 che reggerà anche all’oro Olimpico di Cielo (21.30 a Pechino).
Molto dinamismo anche in campo femminile con la Veldhuis a cancellare, con 24.09, il WR della connazionale De Bruijn agli Europei di Eindhoven di marzo e poi la Trickett a scendere sotto i 24″ (23.97 alle selezioni australiane).

A fine 2008, quindi, il gap si attesta a 2″69 (12,6%).

Di solito l’anno post-olimpico ha meno sussulti, ma nel 2009 continuò la saga dei costumi con l’avvento dei gommati integrali, che permisero a Bousquet di scendere sotto i 21″ (20.94 alle selezioni francesi), prima che Cielo conquistasse titolo mondiale e WR a Roma 2009 con quel 20.91 che resta ancora oggi il WR maschile.

Discorso simile in campo femminile con prima il WR della Veldhuis (23.96) e poi il limite della Steffen, vincitrice del titolo mondiale in 23.73 (da notare come la Steffen avesse vinto il titolo olimpico l’anno prima in 24.06 utilizzando un costume che a detta di molti osservatori era meno performante rispetto a quelli delle competitors).

Da quel 2009 c’è da registrare una sola variazione,. e cioè il WR femminile di 23.67 nuotato da Sarah Sjostrom ai Mondiali 2017 di Budapest.

Quindi, l’attuale delta è di 2″76 corrispondente al 13,2%.Si notano i picchi di Tom Jager nel 1990 e di Inge De Bruijn nel 2000 che corrispondono, rispettivamente, ai momenti di massimo e minimo della differenza tra WR maschile e femminile.

Foto: Fabio Cetti | Corsia4