Ultimo approfondimento Olimpico del nuoto in vasca con 10 numeri da ricordare direttamente da Parigi 2024.
Le medaglie totali alle Olimpiadi di Caeleb Dressel
Dressel l’atleta con il quale mi piace iniziare questa analisi. Da Parigi porta a casa 3 medaglie, gli ori nella 4×100 stile (47.53, il meno veloce dei suoi) e nella 4×100 mista-mista (nella quale ha nuotato la solo batteria), e l’argento della 4×100 mista, prima sconfitta USA nella storia di questa gara alle Olimpiadi, alle quali si aggiungono un sesto posto nei 50 stile e la mancata finale nei 100 farfalla.
Non esattamente la sua migliore settimana di gare… o forse sì? Dressel neanche ci doveva essere, a Parigi, per quello che ha passato, e di sicuro non era costretto a intaccare la sua aura di imbattibilità con prestazioni che, fino a poco tempo fa, non gli appartenevano. Quindi onore a lui e attenzione, il 49.41 nella frazione a delfino con cui ha spinto la staffetta 4×100 mista è un bel segnale per il futuro.
Gli ori Olimpici totali di Katie Ledecky
Sono 8 individuali e 1 staffetta, Ledecky: la donna più vincente della storia dei Giochi.
Dopo averne vinto 1 a Londra, 4 a Rio e 2 a Tokyo, a Parigi ha solidificato la sua legacy con la doppietta (mai scontata) 800-1500 e con un bronzo nei 400 che le fa onore: non era costretta a fare la gara, ma una come lei non si tira mai indietro. Infatti sembra che a Los Angeles 2028 ci sarà.
Gli ori degli Stati Uniti
Sono 3 in meno di Tokyo 2020ne e la metà di quelli di Rio 2016 (c’era ancora Phelps). Il dato che fa preoccupare è sul settore maschile: l’oro individuale è arrivato solo all’ultimo giorno con Bobby Finke, che si è aggiunto a quello inaugurale nella 4×100 stile. Sono mancati gli acuti di Dressel, certo, ma nessun atleta è andato a medaglia nella velocità a stile e nella farfalla, mentre dorsista e ranista sono stati battuti (entrambi da un italiano), caso strano di una generazione che non sta rispondendo con il giusto ricambio ai fasti del passato.
La squadra femminile ha performato decisamente meglio (17 medaglie su 28 totali), con l’eterna Ledecky, la riscoperta di Torri Huske e Kate Douglass oro nella rana e argento nei misti. Deluse, ma pur sempre sul podio, Regan Smith e Gretchen Walsh, che ai trials si erano spinte al world record mentre a Parigi sono state meno performanti. In generale, il medagliere dice che gli USA sono ancora la potenza del nuoto, ma l’Australia ha fatto solo un oro in meno: la vittoria della 4×100 mista femminile, all’ultima gara, ha evitato un altro caso Fukuoka 2023.
Gli ori dell’Australia
Sono 2 in meno di Tokyo 2020ne, 1 in meno dei rivali USA. Tra gli uomini l’unico titolo individuale è di Cameron McEvoy nei 50 stile (anche a Tokyo fu 1, Stubblety-Cook nei 200 rana), mentre tra le donne è mancato l’apporto di Emma McKeon, che a Tokyo fece doppietta 50-100 stile.
Titmus e O’Callaghan portano a casa un oro a testa, e forse se ne aspettavano uno in più (quello dei 100 stile, a occhio), mentre è confermato il dominio nelle staffette. In generale, l’Australia è la seconda potenza, anche per medaglie totali, dietro gli USA ma davanti alla Cina.
I centesimi che hanno diviso Leon Marchand dal WR
Quel 1.54.00 di Ryan Lochte nei 200 misti nuotato a i Mondiali di Shanghai del 2011 rimane al suo posto.
Sarebbe stata la ciliegina sulla torta di un’Olimpiade cucita su misura per lui, dal programma gare alle scelte fatte con Bob Bowman, fino ovviamente ai risultati, 5 medaglie di cui 4 d’oro. La Francia ha il suo nuovo idolo sportivo.
Le medaglie dell’Italia
Sono una in meno di Tokyo 2020ne, quando però non ci fu nemmeno un oro. Tre i quarti posti, due di Simona Quadarella uno di Benedetta Pilato, e un solo grande rimpianto, la 4×100 mista uomini, che probabilmente avrebbe lottato per il podio.
Per medagliere, un’Olimpiade che è seconda solo a Sydney 2000, e per numero di finali solo a Tokyo 2020ne (14 contro 19).
I record del Mondo battuti
Nonostante la vasca “lenta” de La Défense Arena (a Tokyo furono 6), questi i primati battuti: 100 e 1500 stile maschi, 4×100 mista mista e 4×100 mista donne.
Oltre a questi, sono stati abbassati 13 record Olimpici, a Tokyo furono 11. Alla fine la vasca non era poi così tanto lenta, anche se va detto che in Giappone le finali si svolgevano al mattino.
Gli ori individuali di Summer McIntosh
La canadese in queste Olimpiadi ha consacrato la sua crescita personale con grande caparbietà. Dopo essersi fermata all’argento nei 400 stile, dietro l’imprendibile Titmus, ha fatto filotto con 200 farfalla, 200 e 400 misti, mettendo in mostra un’ampia varietà di qualità stilistiche e mentali.
Compirà 18 anni il 18 agosto: credo che la rivedremo ancora a lungo.
Gli ori di Sarah Sjöström
I successi arrivano nei 50 e 100 stile libero, che portano a 97 il numero delle medaglie internazionali vinte dalla svedese. Fino a Parigi, aveva vinto un solo oro Olimpico, nei 100 farfalla a Rio 2016, e accumulato una piccola serie di delusioni in occasioni che la vedevano spesso super favorita.
A Parigi non andava col pronostico dalla sua parte, sia per l’età (31 anni il 17 agosto) che per alcune sue scelte (ad esempio, non nuotare i 100 delfino), ma chi si stupisce dei suoi successi forse non la conosce così bene. Potrebbe ritirarsi all’apice o continuare ancora: in entrambi i casi resterà una delle più grandi di sempre.
Il record italiano migliorato a Parigi
In questi Giochi Simona Quadarella migliora il suo crono negli 800 stile, che resisteva da Gwangju 2019.
Sei sono stati i primati personali degli italiani che, al netto della difficoltà incontrate da tutti gli atleti, dalla vasca lenta alla scomodità logistica all’accoglienza non proprio top level, sono un buon numero in una manifestazione come le Olimpiadi dove ciò che conta è (quasi) solo il piazzamento finale.
I titoli Olimpici di alcuni favoriti
Alcuni grandi favoriti della vigilia sono rimasti a zero titoli individuali: Qin e Peaty (che ha ventilato il ritiro), le sorelle Walsh, Meilutytė e Tang.
Le Olimpiadi danno e tolgo: alcuni di loro saranno comunque soddisfatti altri un po’ meno…
Foto: Simone Castrovillari per Corsia4