Cala il sipario sulla World Aquatics Swimming World Cup, meglio conosciuta come Coppa del Mondo di nuoto!
L’edizione 2023, svoltasi tutta in vasca da 50, verrà ricordata come una delle più veloci degli ultimi anni, con atleti e prestazioni di gran lunga al di sopra delle aspettative di inizio stagione.
Mancava la ciliegina sulla torta di un record mondiale e Budapest dove sennò, ce lo ha regalato (e non solo uno!).
World Record McKeown!
È ancora l’australiana a prendersi i titoli di questa Coppa del Mondo. In forma strabiliante già da Berlino, la primatista mondiale di 100 e 200 dorso è andata migliorando ogni volta che è scesa in acqua e in ogni gara. Il record del mondo lo aveva messo nel mirino già ad Atene e finalmente se lo è preso in quel di Budapest. Con 26’’86 abbassa di dodici centesimi il vecchio primato mondiale dei 50 dorso di Liu Xiang del 2018, completando così il treble di record nel dorso, attualmente l’unica al mondo a detenere tre primati in tre distanze differenti dello stesso stile, lunga e corta compresa!
Sembra un disco rotto perché ovviamente non è finita qua: day 2, secondo WR! Questa volta nei 100, dove cancella il suo primato nuotato nel 2021 di 57’’45 portandolo a 57’’33! Devastante!
Il colpaccio le manca nei 200, dove però ritocca e di tanto il suo record di coppa. Nuota 2’04’’81 più di un secondo meglio di quanto fatto ad Atene. La strada è ancora lunga ma insomma, possiamo sbilanciarci dicendo che sarà “leggermente” la favorita a Parigi.
Pattuglia azzurra
Dopo che Ceccon e Martinenghi hanno “tirato” la carretta per le prime due tappe, Budapest ospita anche altri azzurri in cerca della condizione migliore con obbiettivo a breve distanza del Mondiale di Doha.
Thomas è però su tutti l’atleta copertina in casa azzurra e lo dimostra anche questa volta: apre con il “solito” 200 dorso, chiuso per un centesimo al secondo posto in 1’56’’97 alle spalle di Roman Mityukov, con un passaggio al 100 un po’ forzato a 56’’91. Prove generali per la doppia distanza a Parigi, o opterà per la gara regina? Bello poter scegliere.
Nel frattempo si prende la corona del “Triple Crown”, ovvero del vincitore della medesima prova in tutte e tre le tappe proprio nei 100 stile. Vince anche qui, soffrendo e piazzando la zampata al tocco finale con il crono di 48’’41 di un soffio davanti a Dylan Carter.
Stesso discorso nei 100 dorso: il primatista mondiale vince questa prova per la terza volta su tre, qui in 52’’58 chiarendo di essere l’uomo da battere e rifilando più di un secondo all’argento Christou. Unica pecca non essersi preso anche il record di Coppa, ma bisognava scendere a 52’’ bassissimo. Non facile. Enorme Ceccon!
Capitolo Martinenghi: rispetto a Ceccon la forma migliore è ancora lontana, ma in Tete si vedono tutte le altre doti che lo hanno fatto salire sul podio olimpico e vincere il titolo mondiale. Garra e caparbietà non gli mancano e in un 100 dove Qin Haiyang fa quello che vuole, lui resta nel gruppone a sgomitare. 58’’68 gli vale il quinto posto e un ulteriore miglioramento rispetto alle prime due uscite. Non replica poi nei 50, dove deve passare al dentro-fuori degli spareggi perso contro l’olandese Koen de Groot per squalifica. Nei 200 chiude sesto in 2’12’’16.
In acqua con lui anche Federico Poggio: nei 100 tocca settimo in 1’00’’18, mentre nei 50 è fuori dalla finale per pochi decimi, toccando in 27’’54.
Nutrita poi la truppa dei velocisti: Leonardo Deplano, Lorenzo Zazzeri, Manuel Frigo e Alessandro Miressi sono secondi nella 4×100 stile, chiusa in 3’18’’53 alle spalle dell’Australia. Gli azzurri si sono poi distinti anche a livello individuale: Zazzerri ha fatto finale nei 50 stile, chiusa al settimo posto in 22’’28, mentre Miressi è salito sul podio dei 100 stile insieme a Ceccon, chiudendo terzo in 48’’62.
C’è anche una tinta di rosa a questo giro in quel di Budapest: merito di Benedetta Pilato che debutta in Coppa con il nuovo World cup record dei 100 rana. Già al mattino, come suo solito, grazie all’1’05’’75 con il quale cancella il vecchio record di Alia Atkinson di 1’05’’93 del 2015. Niente male per Benny, che si avvicina al primato italiano di Arianna Castiglioni e fa sperare bene per la nuova stagione. Ah in finale vince, peggiorando leggermente (1’05’’83) regolando Tes Shouten e Mona McSharry. Peccato per l’assenza della Meilutytė, sarebbe stata una bella sfida. La rivedremo!
Assenza che si ripete nei 50, dove Benny replica quanto visto nei 100. 29’’87 al mattino che fa tremare il primato di Coppa della Meilutytė, 30’’04 che le basta per vincere in finale. Due gare, due vittorie e tanta fiducia in camera in vista della stagione.
Triple Crown Champions!
Obbiettivo restare imbattuti: tre tappe e tre vittorie, impresa non semplice ma non impossibile, e per chi ci è riuscito, oltre alla soddisfazione personale, i punti e il premio in denaro, anche la simpatica proclamazione con tanto di corona. Chi ci è riuscito? Ecco la lista:
• Kaylee McKeown nei 50, 100 e 200 dorso
• Sarah Sjöström nei 50 stile e 50 farfalla
• Siobhan Haughey nei 100 e 200 stile
• Erika Fairweather nei 400 stile
• Tes Shouten nei 200 rana
• Zhang Yufei nei 100 e 200 farfalla
• Thomas Ceccon nei 100 stile e 100 dorso
• Qin Haiyang nei 50, 100 e 200 rana
• Michael Andrew nei 50 dorso
• Matthew Sates nei 200 farfalla e 200 misti
Oltre alla tripletta da segnare anche i nuovi World cup record fatti registrare da Siobhan Haughey nei 200 stile, dove ha portato il primato a 1’54’’08, quasi un secondo meglio di quanto nuotato ad Atene, Tes Shouten, che nei 200 rana chiude in 2’21’’52 mezzo secondo circa rispetto al primato che aveva stabilito alla prima tappa a Berlino e Zhang Yufei, che al terzo tentavo sigla quello nei 200 farfalla, vincendo in 2’05’’65, migliorando il crono di 2’06’’33 che Cammile Adams aveva fatto registrare nel 2015.
Infine una sorta di Triple Crown la compie anche Lana Pallister. La fondista neozelandese vince infatti i 1500 in programma ad Atene e gli 800 in scena a Berlino e nell’ultima tappa di Budapest. In tutte le occasioni ha fatto registrare il World cup record, anche qui in Ungheria dove ha abbassato quello dell’800 a 8’15’’11 timbrando il settimo crono mondiale all-time.
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Chi esce con lo scettro in mano quest’anno?
In campo femminile era già scritto, e due record del mondo hanno rafforzato ulteriormente la classifica già statuaria di Kaylee McKeown. Con 59.7 punti vince anche la terza tappa portando il totale a 177.4 davanti a Haughey e Zhang. Primo successo per lei che diventa la quarta australiana regina da quando il vincitore è un unico (2001-2002) dopo Guerher, Campbell e McKeon.
Nessuna sorpresa anche al maschile: Qin Haiyang vince la generale grazie ai nove successi infilati nelle tre prove della rana, coronati inoltre con tempi tali da garantirgli punteggi sempre elevati. Chiude tra l’altro con l’ennesimo world cup record, ancora nei 200 rana, portato a 2’07’’32, più di un decimo meglio di quanto nuotato a Berlino. Anche ai piedi del Danubio è quello che ha fatto registrare più punti, 58.7 per un totale di 175.4. Secondo il nostro Thomas Ceccon con 167.9 punti, terzo Sates. Qin è il primo cinese e il primo asiatico a vincere la Coppa del Mondo di nuoto.