Secondo alcune ricerche di mercato i buoni propositi fioriscono in ben individuati periodi dell’anno. Per la maggioranza degli intervistati in coincidenza con la fine delle festività natalizie, per altri, è settembre il mese propizio per iniziar a migliorare la propria qualità della vita. Personalmente aderisco a quest’ultima linea di pensiero e vi spiego il perché.

Motivazioni di carattere essenzialmente nostalgico mi inducono a trascorrere almeno un giorno d’estate in mezzo ai bassi fondali sabbiosi del litorale sud di Catania, meglio noto come “a Playa”. Preferisco di giorno feriale, prima dell’apertura ufficiale al pubblico degli stabilimenti balneari, quando la spiaggia è ancora orfana di ombrelloni, lettini, docce e animatori.

Quando i prolungati silenzi del mare vengono improvvisamente squarciati dal soave frastuono di mezzi cingolati pulisci-spiaggia, o ancor più dall’udire, libere nell’area, espressioni di stupore di chiara provenienza nordica, rivolte dagli operai monta cabine ai pochi fortunati stesi al sole: “… au m’bare a fai a megghiu vita ! …” (per in non residenti in Sicilia: ehi, te la passi proprio bene!).

E’ anche vero che trascorso il primo quarto d’ora immobile ed impassibile modalità geco (da non confondere Dzeko Edin giocatore bosniaco della Roma) assale la noia e per dirla alla Montale si cerca qualsiasi espediente pur di «ammazzare il tempo». Ed allora che fare? Semplice, osservare i comportamenti della fauna marina esibirsi sul palcoscenico naturale chiamato bagnasciuga (termine improprio per indicare quella zona di spiaggia che si bagna e asciuga per effetto del moto ondoso, ma nel significato così attribuito dal celebre ed ultimo discorso del Duce agli italiani datato 24.6.1943).

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Lo spettacolo di quella mattina è messo in scena da un commando di umani di età anagrafica indefinita che vedo incedere a passo spavaldo tra le zone più remote della spiaggia. Fanno parte della stessa parrocchia, perché tutti muniti di borsone nuoto con scritta FIN nuoto masters stampata in ambo i lati. Fonte Wikipedia, scopro che Masters è un termine utilizzato nello sport per definire una particolare categoria di atleti di età pari o superiore ai 25 anni collocati in fasce di leva formate da soggetti nati nell’arco di 5 anni. Per esempio,  le prime tre categorie comprendono gli atleti dai 25 ai 29 anni, dai 30 ai 34, dai 35 ai 39 e così via sino ad arrivare all’ultima categoria che aggrega tutti gli over 100.

Con fare indifferente mi avvicino nei pressi dell’accampamento occupato dal branco degli acquatici clorati, per scorgerne con più chiarezza le singole figure e non solo. Che i nuotatori agonisti sfoggino, in genere, una forma fisica invidiabile non è certo una notizia da prima pagina, ciò che invece stuzzica la curiosità del cronista è quella di quantificare con una certa approssimazione il numero di primavere che ognuno di essi regge sulle spalle (peraltro larghe). Perché, ad occhio nudo, il margine di oscillazione varia da 40 a 60. E qualche indizio non tarda a sopraggiungere inatteso.

Continua…

(Foto copertina: Fabio Cetti | Corsia4)

Giornalista, pubblicista, appassionato di sport & scrittura

Antonio Romano