La strada del “Mare Nostrum” porta tutti a Canet-en-Roussillon ma più che la seconda tappa di questo prestigioso meeting è sembrato un Mondiale in miniatura.
Colori e bandiere da tutto il mondo, con l’invasione nipponica e l’arrivo dal Sudafrica anche di Cameron van der Burgh, oltre alle stelle canadesi e ai padroni di casa della Francia, ancora carenti a livello numerico. A Barcellona arriverà anche Adam Peaty, nel frattempo qualche britannico ha fatto capolino, come i ranisti e James Guy che non ha vinto i 400 stile ma almeno ha riscattato la figuraccia europea.
Oltre a qualche australiano e cinese qua e là sono i tempi nuotati a confermare la mia tesi di “minimondiale”. Parecchi dei protagonisti dei recenti Europei hanno avvicinato i loro crono di Londra e tra Hosszú e Hagino abbiamo assistito a prestazioni da finale olimpica.
Ma a farsi beffa di questi campioni affermati è la quasi sedicenne Penelope Oleksiak, che stampa l’ennesimo primato Mondiale Junior nei 50 farfalla. Avanti, il futuro è tuo!
Con 25”93 migliora il 25”97 nuotato un mese prima a Charlotte, ma non le basta per vincere: le vecchie volpone Ottesen e Alshammar la precedono nuotando qualche decimo in meno. Sono ben 23 gli anni di differenza tra la svedese e la giovane canadese, gli stessi che la separano dall’altro talento in erba Rikako Ikee. Le due si trovano contro nei 50 stile, vinti sempre dalla Ottesen in 24”64, con mamma Therese che resta sotto il muro dei 25” beffando la nipponica. Il gioco delle coppie si ripropone sia nei 100 farfalla che nei 100 stile, con Ottesen e nuovamente Oleksiak protagoniste: la danese chiude avanti nel delfino in 57”40 con soli quattro centesimi su Penelope che la beffa a stile vincendo in 53”49!
Per continuare a parlare di giovani dobbiamo arrivare ai 200 rana maschili: Anton Čupkov non è proprio alle prime armi, ma con i suoi 19 anni è il più giovane ad imporsi qui a Canet (il coetaneo Wellbrock vince i 1500 ma senza clamori). Già perché beffa con 2’08”53 Marco Koch alla seconda sconfitta dopo Londra. Indietro i due britannici Willis e Benson, che voleranno a Rio in questa prova al posto di Murdoch (ridici su, Ross!).
Chi deve iniziare a preoccuparsi è van der Burgh. Già lo scorso anno aveva provato sulla sua pelle il ciclone Peaty e l’inglese visto a Londra sembra volersi ripetere. Cameron non è certo in condizioni ideali e prende paga da Felipe da Silva, sia nei 50 che nei 100, nuotati da entrambi appena sopra il minuto.
Se si parla di rana, Rikke Møller Pedersen trova la doppietta 100/200 senza strafare, ma mettendo a cuccia le varie Watanabe e Kierra Smith. Un po’ come fatto da Jaz Carlin nei 400 e negli 800 stile, vinti in 4’04”67 e 8’25”23 rispettivamente meglio e poco più di quanto fatto agli Europei. Anche Govorov è in forma mondiale, stampa il primato della manifestazione nei 50 farfalla nuotando in solitaria sotto il 23” e vola anche nei 50 stile, migliorando il suo crono londinese con 21”73.
Ma arriviamo ai big: Katinka Hosszú sveste i panni da giocatrice d’azzardo per indossare quelli da Wonder Woman. Quattro successi e due secondi posti, con il 2’06”68 nei 200 dorso che è il terzo crono mondiale annuale oltre a essere molto vicino al suo personale. Ma anche nei 200 misti non scherza, vincendo in 2’08” alto con record del Mare Nostrum e un saluto alla concorrenza. Nei 200 stile la Bonnet la batte ancora, ma sente il fiato sul collo della magiara che le rimane dietro per un solo centesimo, stabilmente sotto al muro dell’ 1’57”.
Al maschile Yannick Agnel si toglie la soddisfazione di vincere in 1’47”28 mentre il Superman lo fa Hagino: usa la superforza per dominare 200 e 400 misti, poi si mette in gioco anche nei 200 dorso vinti con lo stesso tempo circa impiegato per arrendersi nei 200 farfalla a Chad Le Clos.
Il sudafricano è l’ultima stella a brillare: replica quanto fatto a Monaco, di poco più veloce nei 100 (51”56) di poco più lento nei 200 (1’54”82).
Sabato e domenica si vola a Barcellona. Adiós!
(foto copertina: Giorgio Scala | Deepbluemedia)