Dopo il Principato e la tappa di Canet, il “Mare Nostrum” sbarca a Barcellona, con il carico di stelle che si porta dietro fin dal week end scorso. Qualcuno si è perso per strada, altri come Hosszú e Le Clos non mancano mai e nuovi nomi si affacciano giusto per la tappa conclusiva.
Dire nuovi è relativo, se i due big chiamati in causa sono Adam Peaty e Sarah Sjöström.
Senza nulla togliere a chi questa edizione 2016 del Mare Nostrum l’ha presa sul serio dal primo giorno, come l’Iron Lady o l’arci-nemico sudafricano di Michael Phelps, sono proprio il britannico e la svedese a vestire i panni del torero e fare carne da macello degli avversari nella “corrida” della vasca “Sant Andreu”.
Peaty non incrocia il suo cammino con Cameron van der Burgh, assente dopo le prove di Canet, ma rischia di rimanere incornato dal brasiliano Felipe da Silva. Ci vuole un 59” basso all’inglese per matare il sudamericano, che con 59”26 nuota il terzo crono mondiale dell’anno.
Sfida riproposta il giorno dopo nei 50, dove Peaty avvicina il tempo nuotato a Londra e con 26”68 tiene a bada oltre a Felipe da Silva, anch’egli sotto i 27” , anche l’altro carioca João Luiz Gomes, che vanta il secondo crono mondiale attualmente nei 100. Conferme, se ce ne fosse stato bisogno, per l’inglese, che a Rio dovrà comunque guardarsi dai padroni di casa.
L’altra stella al primo giro in barca nella capitale della Catalunya era la Sjöström: pungolata dalle prestazioni super della Hosszú e dalle giovani rivali Ikee e Oleksiak, la scandinava regola tutte: prima con l’accoppiata 50 farfalla e 50 stile, e poi con il successo dei 100 farfalla, frantumando il record della manifestazione con un 56”96 inavvicinabile per le altre. Sono proprio le due classe 2000 a salire sul podio con lei, con la Ikee a un secondo circa e la Oleksiak ancor più staccata. Si replica anche nella gara regina, con la Sjöström che nuota otto centesimi sotto il muro dei 54” mentre le giovani rivali restano di poco sopra questa barriera.
La lotta per la regina d’Europa è ardua, perché al tavolo cerca spazio anche Rūta Meilutytė : la lituana si beve la concorrenza come fosse sangria, sia nei 50, dove è l’unica sotto i 30” che nei 100, grazie al crono di 1’06”00 vicino al suo best stagionale.
Sarà soddisfatto coach Jon Rudd, a Barcellona anche con lo sprinter britannico Proud che come ci ha abituato sfreccia nei 50, secondo in 21” 8 solo al solito Govorov (21”61 con nuovo primato personale e della manifestazione strappato a Nathan Adrian) mentre è disastroso nei 100, nuotati addirittura quasi in 50” e vinti per la cronaca da Shioura.
Non mi sono dimenticato di Katinka, ma il problema è che non fa nemmeno più notizia! Sempre in acqua, sempre con l’oro al collo, ma in Spagna regala anche un 400 misti da paura, vinto in 4’30”75, a meno di un secondo dal suo primato europeo nuotato a marzo. Non paga, si riempe la bacheca anche con gli ori nei 200 misti e nei 200 dorso, mentre deve rinunciare alla vittoria nei 200 stile. Se a Monaco e Canet è stata la Bonnet a guastarle la festa, qui ci pensa Veronika Popova a darle una ripassata mica da ridere: 1’55”97, nono mondiale all’anno e avviso alle naviganti che almeno per una finale a cinque cerchi c’è anche lei.
Se il maschio alpha è stato in questi due giorni Adam Peaty, i tre tenori che confermano le prove delle tappe precedenti sono James Guy, Chad Le Clos e Kosuke Hagino. In rigoroso ordine d’arrivo dei 200 stile, prova dall’alto tasso tecnico vinta dal britannico in 1’46”91, nuovo primato della manifestazione che gli basta a riprendersi dall’ennesima sconfitta nei 400 e a toccare davanti a Le Clos.
Il sudafricano sta bene e si schioda dall’1’54”alto nei 200 farfalla, nuotando la quinta prestazione mondiale annuale con 1’54”42, mentre nei 100 entra in acqua solo in batteria. Il campione olimpico in carica continuerà il suo viaggio verso Rio anche attraverso alcune tappe italiane, e la settimana europea lo ha rilanciato agli occhi di tutto il mondo.
Infine Hagino: i misti sono una formalità, vinti senza strafare sia i 200 che i 400, dove torna sopra il 4’10”.
Koch e Watanabe vincono i 200 rana, mentre a dorso Glania, Guido Guilherme e Walker-Hebborn sono chiusi in un decimo, con il tedesco primo in 54”42 e gli altri due pari merito in 54”52.
Si ferma così il pullman che in una settimana ha sostato in tre piscine, tre nazioni e tre città, ma soprattutto ha portato tante stelle da tante nazioni in acqua alla ricerca di conferme olimpiche. Qualcuno va sempre forte, qualcuno sta arrivando alla forma migliore, comunque i più veloci non si sono tirati indietro.
Dai casinò alle corride, passando per il mare di Canet, è mancato giusto il tricolore azzurro, con i nostri impegnati in collegiale e pronti per il Sette Colli che tra quindici giorni ci dirà quale sarà la squadra italiana impegnata ai Giochi!
(foto copertina: from LEN e-news free licence | Deepbluemedia)