CAMPIONATI MONDIALI!!!
Vincerli, vuol dire diventare Campione del Mondo! Già, come lo sono stati in altri sport Valentino Rossi, Alberto Tomba, Valentina Vezzali tanto per rimanere in Italia e senza ricordare le Nazionali azzurre di calcio campioni, per citare solo il recente passato, in Spagna ’82 e Germania ’06.
Eppure questo mondiale in vasca corta, tanto Mondiale non lo sembra. Non è una novità che la vasca corta attiri meno gli interessi dei big della piscina, soprattutto se arriva dopo le fatiche del quadriennio olimpico.
A leggere le formazioni delle squadre presenti, è una vera e propria ecatombe: due numeri giusto per capire cosa vedremo!
Ovvero il numero di neocampioni olimpici presenti in Canada: tra gli uomini c’è solamente Gregorio Paltrinieri, oltre a Miller campione con la 4×100 mista USA. Tra le donne presenti Lilly King, Katinka Hosszú , Penny Oleksiak e Mireia Belmonte García, Leah Smith oro con la 4×200 stile statunitense e Brittany Elmslie prima con la 4×100 stile australiana. Diventano 9 se contiamo anche la campionessa olimpica della 10 km Sharon van Rouwendaal che gareggerà nelle distanze più lunghe disponibili in vasca.
Come i campioni olimpici, individuali e di staffetta, che non saranno presenti a Windsor: tra i nomi eccellenti ovviamente i ritirati Phelps e DiRado, lo squalificato Lochte, ma anche Ledecky, Manuel, Ervin, Murphy, tra gli statunitensi.
Fuori dai giochi anche tanti big orientali come Sun e Schooling e i giapponesi Hagino e Kanetō, oltre ai canguri Horton e Chalmers e il trio europe Sjöström – Peaty – Balandin. Per equità, facciamo 29 considerando anche l’assenza dell’oro di Rio della 10km Ferry Weertman che però, a differenza della connazionale, non si fa mai vedere tra le corsie strette della vasca.
E noi??? Siamo pochi e lo sappiamo, ma va bene così (il nostro pensiero lo abbiamo già espresso nel nostro redazionale, QUI). Di buono c’è che siamo una delle poche Nazioni che non tiene a casa i suoi medagliati olimpici, affamati ancora di vittorie e bracciate internazionali.
Uscita la start-list, vediamo quali sono al momento le possibilità azzurre di medaglia, considerando tutte le prove in cui i nostri sono iscritti, la competizione iridata di Doha del 2014 e il ranking mondiale di questa stagione.
CERTEZZE
Si parte subito con il botto! Gabriele Detti scende in acqua per primo nei 400 stile e forte del bronzo di Rio punta a qualcosa di più di una finale che tra Istanbul e Doha non ha trovato. Assente a sorpresa quello che poteva essere l’avversario più ostico, ovvero l’ucraino Mykhailo Romanchuk, a Gabriele toccherà nuotare molto meglio del 3’40’’90 di Massarosa, dato che tra i rivali più accreditati rimane il campione uscente Peter Bernek, oro a Doha in 3’34”32. Attenzione alla mina vagante Park Tae-hwan, già veloce ai Campionati Asiatici di Tokyo (QUI i tutti i podi ) e al norvegese Christiansen.
Sembrano più scontati i 1500: senza Romanchuk, Detti e Paltrinieri sembrano avere la strada spianata per la doppietta. Il campione olimpico, “derubato” del record di World Cup dall’ucraino cercherà di confermare l’oro di Doha, arrivato con quello che allora fu il record Europeo, poi migliorato con il Mondiale di Netanya. Una doppietta che non pare in discussione, per un ultimo giorno di Campionato che dovrebbe essere come al solito ricco per i colori azzurri.
Sapete che Federica Pellegrini non ha vinto proprio tutto quello che c’era da vincere in carriera? Già perché le manca l’oro in vasca corta, sfiorato ma mai raggiunto. A Windsor ci proverà nei 200 stile, gara che nel 2014 fu vinta dalla Sjöström con il WR di 1’50’’78. Senza la svedese e la Ledecky, ma anche la McKeon bronzo di Rio, Federica avrà solo, si fa per dire, Katinka Hosszú come rivale più pericolosa. La magiara arriverà alla finale con poche fatiche alle spalle (anche se al mattino dovrebbe gareggiare oltre che nelle batterie dei 200 stile anche in quelle dei 400 misti e dei 100 dorso) e forte del miglior crono mondiale annuale.
Pellegrini iscritta anche ai 100, dove inizierà quel percorso che la porterà alla velocità entro Tokyo 2020. Sembra che Federica punti molto su questa prova, ma sia la vasca corta che il livello delle avversarie difficilmente le permetteranno di giocarsi una medaglia: Ottesen, Kromowidjojo, Oleksiak e Ikee sono tutte al momento più specialiste della distanza, ma mai dire mai.
Incognita invece sui 400? È iscritta ma chissà se davvero scenderà in acqua. A tutti noi piacerebbe vederla, così come nei 200 dorso, ripresi dopo la pausa per preparare i Giochi. Perché se volesse, Federica sarebbe competitiva in ben più di una sola gara!
SPERANZE
Della spedizione canadese l’altro azzurro che può vantarsi di esser stato campione del mondo in vasca corta è Fabio Scozzoli. Il ranista romagnolo è salito sul gradino più alto del podio dei 100 rana a Istanbul. Da lì in poi una lenta discesa, culminata con l’assenza di Rio, ma in questo inizio di stagione Fabio sta bene (ascolta QUI la sua intervista a Corsia4).
Non sarà facile tornare sul podio, ma le possibilità ci sono. Sia nei 50 che nei 100 Fabio è intorno alla decima posizione del ranking mondiale stagionale, con la sfortuna di ritrovarsi tutti presenti i big della specialità. Manca il numero uno – Peaty – ma ci sarà Cameron van der Burgh, la sorpresa Vladimir Morozov (se gareggerà a rana) e i brasiliani Felipe França da Silva, campione in carica di 50 e 100, e Felipe Lima, in spolvero in World Cup.
A Scozzoli servirà scendere ancora rispetto a quanto visto finora, e le possibilità che ci riesca sono tante. Due anni fa la medaglia si vinceva nuotando rispettivamente sotto i 26’’ e i 57’’. Dura ma non impossibile!
E gli altri? Luca Dotto non è apparso finora in buona forma, anche perché sicuro di volare in Canada grazie all’oro vinto a Londra nei 100 stile. Dopo un’Olimpiade in ombra, lo sprinter azzurro riparte da Windsor con l’obbiettivo di tornare a brillare a livello mondiale e conquistare una medaglia individuale che a livello internazionale in corta ancora gli manca, dopo l’argento della 4×100 di Istanbul e il bronzo della 4×50 di Doha.
Iscritto anche nei 200 stile, che potrebbero fungere da “rompi-ghiaccio” per le sue gare di punta, 50 e 100 vedono un parco partenti di qualità non eccelsa ma numeroso. Vladimir Morozov non dovrebbe aver problemi a vincere tutte e due le prove, e Dotto, se in condizione, potrebbe lottare per un podio in entrambe le gare. A Doha si viaggiò fortissimo ma non mancavano i calibri da novanta, Manaudou e Cielo su tutti, qui con un po’ di fortuna si può sperare in una medaglia.
Metalli che spesso sono arrivati in casa Italia con le staffette. La rosa corta di quest’anno ci priverà probabilmente di qualche medaglia, anche se le due 4×100 femminili potrebbero dire la loro, soprattutto quella a stile, che due anni fa salì sul podio. Sarà possibile vedere in acqua anche la 4×50 mista-mista, bronzo a Doha 2014, e la 4×50 stile libero femminile, campione continentale a Netanya.
SORPRESE?
L’uomo delle sorprese non può che essere Giacomo Carini. Dopo il primato italiano in vasca lunga nuotato a Roma in estate, si è avvicinato anche a quello in vasca corta proprio a Massarosa. All’Europeo di Londra aveva stupito centrando la finale con serietà e spensieratezza, e se l’atteggiamento rimane quello visto fino ad ora, l’atleta piacentino può farci sognare.
Non nei 100 farfalla, che non sono decisamente la sua gara, ma nei 200, dove attualmente ha il tredicesimo crono mondiale stagionale. Guardando il podio di due anni fa (bronzo a Korzeniowski in 1’50’’21) la finale sembra l’obbiettivo massimo, ma il ragazzo ha dimostrato di saperci stupire. Chissà che non compia il miracolo proprio in Canada!
Più difficile infine sognare per tutti gli altri. È vero, anche Silvia Scalia, alla prima convocazione in nazionale assoluta, ha il 13° crono mondiale in stagione nei 100 dorso, ma lo squillo di Massarosa è ancora troppo poco per farci credere all’impresa mondiale.
Di sicuro lei, Di Pietro e Ferraioli (già finaliste a Doha), Carraro e Pezzato non voleranno in Canada solo per far scorta di sciroppo d’acero, ma tutte avranno concrete possibilità di finale, così come richiesto in partenza dal CT Butini.
Sarà un’Italia con la coperta corta, ma il freddo canadese rispetto alla Zika brasiliana non può farci paura. Prepariamoci ad altre notti davanti alla TV (finali in programma alle 00.30), ci sarà comunque da divertirsi!
(foto copertina: Erika Ferraioli | Facebook)