Un argento, un bronzo e due quarti posti.

Questo è quanto ci regala l’ultimo giorno di gare sul Lago Balaton. Anche se il termine “regalare” non è realistico: le medaglie sono state conquistate con le unghie, serrando i denti, cercando di tenere a bada i crampi e le fatiche di oltre 5 ore di gara.

Matteo Furlan è argento: migliora così il risultato di Kazan che lo aveva visto sul terzo gradino del podio e conferma il risultato dello scorso anno agli Europei di Hoorn. Bronzo invece per Arianna Bridi, che bissa la medaglia della 10 km anche su questa lunga ed estenuante distanza.

Sul quarto gradino del podio troviamo l’ex campione del mondo Simone Ruffini e Martina Grimaldi.

Due gare diverse, partite a pochi minuti di distanza l’una dall’altra, alle 8.30 gli uomini e alle 8.45 le donne.

Tra gli uomini, all’ultimo giro il francese Axel Reymond guidava il gruppo di testa, alle sue spalle e sulla sua scia un determinato Simone Ruffini, seguito dal russo Evgenyi Drattcev e da Matteo Furlan.

Nel rush finale la situazione si fa confusa e convulsa. Il francese è sembrato cedere e Ruffini ne ha approfittato per tentare un sorpasso che non è riuscito. Le energie dell’azzurro, campione a Kazan, vengono a mancare proprio nel finale, dopo una gara estenuante che ti graffia le gambe dal dolore. Nell’imbuto, nella lotta tra lui e il russo Drattcev, col colpi al limite del regolamento, ne approfitta l’altro azzurro Furlan, tesserato per la Marina Militare e per il Team Veneto, che va a prendersi proprio l’argento.

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Alla fine è proprio la brasiliana, maestra nella tattica e nella lettura della gara, che va a vincere l’oro, il suo terzo consecutivo su questa distanza. Mentre alle spalle del trio da podio tocca quarta la Grimaldi.

L’Italfondo chiude così con 5 medaglie, due d’argento e tre di bronzo, e con tanti posizionamenti tutti all’interno dei primi 10, una spedizione veramente forte, omogenea, giovane anche che ha saputo distinguersi tra i grandi.

Manca l’acuto, la medaglia d’oro che c’era stata a Kazan. Ma non è certo un rammarico, quanto uno stimolo per metterla a segno fra due anni.