Olympic’s Trials time

Adelaide e Omaha, così distanti ma mai così vicine in questi giorni di qualificazioni olimpiche.

Concentriamoci oggi sui Trials Aussie, che si preannunciavano spettacolari e così sono stati (per quelli USA non perdetevi il recap di Luca, ma un assaggio lo trovate già tra le sue righe di Fatti di Nuoto!

World Record, primati nazionali e migliori prestazioni mondiali, pass olimpici ma anche clamorose esclusioni, il tutto in diretta su Prime Video, per chi non avesse voluto perdersi nemmeno un metro dei canguri australiani, accompagnati come di consueto, anche dai Trials per gli atleti paralimpici!

​Il Mondo a pancia in su!

È quello che vede Kaylee McKeown. Cos’ha di diverso dalle altre dorsiste di tutto il mondo? Che le guarda anche tutte dall’alto. Già perché la classe 2001 timbra il meritato World Record nei 100 dorso, dopo averlo avvicinato solo pochi mesi prima.

57’’45 è una nuova realtà per il dorso! Saluti e baci a Regan Smith, che già aveva portato la disciplina su un altro pianeta solamente due anni prima a Gwangju. La lotta tra giovanissime sarà una delle sfide più attese dei Giochi. Per la Mckeown, oltre nuovo WR è anche ovviamente record oceanico, australiano, all comers e del Commonwealth, tutto in una volta e tutto in due vasche!

Non finisce qua però: la rinuncia ai 400 misti, dove aveva il miglior crono mondiale stagionale fa storcere il naso, ma la prova dei 200 misti ci fa ricredere: 2’08’’19 migliora di 4 centesimi il tempo nuotato a inizio anno confermandosi best time al mondo in stagione, 8° all-time oltre a nuovo record all-comers!

Pochi centesimi migliorati anche nei 200 dorso, con 2’04’’28 che le vale ovviamente nuovo personale, primati australiano e oceanico, all-comers e del Commonwealth! Sarà bello vederla ai Giochi!

​Caccia al WR!

Non si dica che Ariarne Titmus non ci ha provato! Doppio spavento per due icone del nuoto mondiale. Prima trema Katie Ledecky, che vede la manina (forse meglio manona) della baby cangura davanti alla linea del suo WR per 350 nei 400 stile libero. L’australiana infine chiude in 3’56’’90, nuovo record oceanico, australiano e del Commonwealth che spazza via il suo personal best di 3’58’’76 dei mondiali di Gwangju, oltre allo scontato pass olimpico. Alla Ledecky porta via il record all-comers, che deteneva in 3’58’’37 dai Pan Pac del 2014. Ovviamente il crono dell’australiana è il primo mondiale stagionale e il secondo all-time!

Fine? Manco per idea. Come per la Mckeown la festa era solo iniziata: 200 stile, questa volta se la vede brutta la nostra Federica Pellegrini. Trainata da un primo cento power della McKeon, la Titmus ingrana la marcia e nuota al limite del WR targato mondiali di Roma. Anche quando sembra scontato che nell’ultimo 50 ci sia un calo rispetto alla prestazione della Divina gommata, l’australiana tiene banco chiudendo a soli 11 centesimi da quello storico primato. 1’53’’09, record australiano, oceanico, all-comers, del Commonwealth, secondo all-time e primo quest’anno!

Chiude con l’800 in 8’15’’57, migliorando il suo primato oceanico e australiano di un decimo e rotti, in quelle che delle tre sembra la sua gara più debole, nonostante sia comunque la seconda prestazione mondiale stagionale!

Se il gentil sesso è grande protagonista, anche i ragazzi vogliono dire la loro. A far la voce grossa è Zac StubbletyCook, classe 1999 che nel suo palmarès vede un argento ai Pan Pac del 2018 nei 200 rana. Dopo un 100 abbastanza deludente nuotato sotto 60’’ ma lontano dal tempo limite, ecco la zampata nella doppia distanza. E che zampata! Il WR di Chupkov rischia di sgretolarsi con il buon Zac che nuota 2’06’’28, un crono pazzesco che cancella il primato nazionale, australiano e del Commonwealth di Matthew Wilson (ahi ahi Matt, per te spazio più avanti) datato mondiali 2019 in 2’06’’67, crono che gli aveva garantito la medaglia d’argento iridata. Con questo crono, a un passo dal 2’06’’12 del russo, Stubblety-Cook firma anche record all-comers, seconda prestazione all-time e prima in stagione!

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​Il sogno infranto.

Dietro ad un grande risultato, c’è sempre qualcuno che ne esce sconfitto. Capita sempre ed è capitato anche quest’anno. Certo vedere il campione olimpico in carica dei 400 stile Mack Horton fuori dai qualificati per Tokyo fa scalpore, ma l’Aussie è arrivato a questi Giochi decisamente poco in forma, e la concorrenza non ha avuto pietà.

Nella sua gara Winnington e McLoughlin gli han messo la mano davanti, rispettivamente con un sontuoso 3’42’’65 (9° all-time e miglior al mondo quest’anno) e 3’43’’58, al quale Horton ha risposto comunque con un 3’43’’92 che nuotano in pochi al mondo ma in troppi in Australia.

Per il Clark Kent dei nuotatori male anche i 200, in finale ma lontano anche dai quattro della 4×200, per non parlare degli 800, chiusi in 8’00’’72 crono che non gli vale nemmeno il tempo limite.

Avanti con le esclusioni doc: Minna Atherhon non ha il palmares di Horton, ma ha avuto un WR in corta nei 100 dorso e un paio di medaglie mondiali. Poi è arrivata la Mckeown e ciao ciao sogni di gloria. Mettici pure una Seebohm mai doma, e la giovane australiana dice addio al sogno olimpico. Ma l’età è dalla sua, avrà altre occasioni.

Altro ko piuttosto fragoroso è quello di Matthew Wilson: argento ai mondiali di Gwangju nei 200 rana, si prende una bella scoppola nello scontro diretto con Stubblety-Cook. Sì, ha la meglio nei 100 vinti in 59’’69 ma lontano quattro decimi dal tempo limite, ma crolla malamente nella sua distanza, toccando secondo in 2’08’’52 mancando il TL di circa due decimi. Che ne sarà di lui? Ripescato per la staffetta? Probabile. Le sue speranze sono tutte lì.

Ah e di Bronte Campbell? Ok, da qualche anno non è più quella dell’oro mondiale del 2015, ma il suo è un nome pesante, soprattutto in chiave staffetta. Ma quest’anno sarà solo la sorella più grande a volare a Giochi, con Bronte che chiude quinta nei 100 stile in 53’’08 (ce la prestate? Ne faremmo buon uso!) rimanendo la prima della escluse e terza nei 50 in 24’’46, sotto al TL ma anche qui beffata dalla concorrenza interna!

Staffette da sogno!

Che le squadre australiane fossero forti lo si sapeva ma quel che viene fuori da questi Trials conferma ancora di più il livello pazzesco e la potenzialità delle loro staffette.

La 4×200 stile donne è la primatista mondiale in carica e rispetto al 2019 le ragazze van ancora più forte. Con una Titmus da quasi WR, la McKeon da 1’54’’7 più Wilson e Neale a ridosso dell’1’56’’, la medaglia d’oro sembra quasi una certezza. E la mista? Hanno la miglior dorsista, la Campbell a stile e la McKeon a farfalla, con il buco della rana parzialmente coperto da una Hodges che non sarà da oro ma da finale, le cangure possono dire la loro anche qui. Per non parlare della 4×100 stile, con un poker di ragazze sotto al 53’’! Ma di che parliamo?

I maschietti invece faticano un po’ di più: anche qui la 4×200 è competitiva, con quattro atleti sotto l’1’46’’ ma senza una punta vera e propria, così come nella veloce, dove solo Chalmers sembra a livello dei migliori al mondo al momento.

La mista zoppica, manca un ranista da sotto 58’’ (e ormai va così) e anche se a farfalla hanno trovato in Matthew Temple una piacevole sorpresa con 50’’45 e nuovo record australiano e oceanico, cancellato al gommato di Andrew Laurestain del 2009 oltre che all-comers scippato a Le Clos del 2018 (ah, 7° all-time), la lotta per l’oro resta comunque molto difficile.

ATLETI QUALIFICATI TOKYO 2020

Emma McKeon 100 fa – 50 – 100 stile – 200 sl
Brendon Smith 400 mx
Se-Bom Lee 400 mx
Jenna Forrester 400 mx
Elijah Winnington 200 sl – 400 sl
Jack McLoughlin 400 sl – 800 sl – 1500 sl
Kaylee McKeown 100 do – 200 do – 200 mx
Emily Seebohm 100 do – 200 do
Ariarne Titmus 200 sl – 400 sl
Tasmin Cook 400 sl
Chelsea Hodges 100 ra
Jessican Hansen 100 ra
Mitch Larkin 100 do – 200 mx
Kyle Chalmers 100 sl – 200 sl
Matthew Temple 100 fa – 200 fa – 100 sl
David Morgan 100 fa –200 fa
Brianna Throssell 200 fa
Madelein Gough 1500 sl
Jenna Strauch 200 ra
Abbey Harkin 200 ra
Tristan Hollard 200 do
Cate Campbell 50 sl – 100 sl

Foto: Australian Dolphins Swim Team | Facebook