Anteprima dei Giochi dalla terra dei canguri! A cosa abbiamo assistito in questi sei giorni australiani?

Livello fuori dal comune quello visto a Brisbane, pari ormai a quello che possiamo trovare nei Trials USA, che fanno dell’Australia la seconda potenzia mondiale del nuoto al momento, e in certi stili decisamente la numero uno!

World Record e quasi-WR!

La domanda che si fanno tutti è: ma se già adesso nuotano questi tempi, a Parigi cosa combineranno?

Parliamo di Ariarne Titmus e Kaylee McKeown, le due stelle indiscusse del nuoto australiano. Entrambe già campionesse olimpiche e primatiste mondiali, le due ragazze sembrano non avere limiti.

Titmus mette subito in chiaro le cose già dalla prima gara, i 400 stile, dove arriva a un soffio dal suo primato. Con 3’55’’44 vede a soli sei centesimi il suo primato mondiale nuotato lo scorso anno, mandando un segnale importante alle rivali più accreditate, Ledecky e McIntosh.

Dopo di loro, avvisata e come anche la compagna Mollie O’Callaghan: è nei 200 stile infatti che Titmus fa l’impresa, in una gara dal livello fuori dal mondo. 1’52’’23, polverizzato proprio il world record della O’Callaghan, anche lei sotto il suo precedente primato con 1’52’’48. Che dire? Devastanti!

PS: Titmus vince anche negli 800 con il crono di 8’14’’06, terza al mondo in stagione!

L’altra stella Aussie è Kaylee McKeown: ha due titoli da confermare ed al momento tutto ci dice che lo farà.

Va vicino ben due volte a limare i suoi record del mondo, prima nei 100 vinti in 57’’41 e ancor più nei 200, chiusi in 2’03’’30 a soli 16 centesimi dal suo primato.

Parigi la vedrà in acqua anche nei 200 misti, vinti con pass e filotto di primati: 2’06’’63 le vale il nuovo record australiano, oceanico e all-comers che le appartenevano in 2’06’’99 e del Commonwealth, che era di Siobhan Marie O’Connors in 2’06’’88. Crono pazzesco che la mette in testa al ranking mondiale stagionale e al terzo posto all-time!

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Roster di qualità e tante certezze

Tolti gli exploit delle ragazze terribili, la squadra australiana si compone via via con le solite certezze confermando una profondità di alta qualità.

I velocisti stanno bene, non al massimo ma sono sicuramente competitivi: Kyle Chalmers domina una gara regina dove gli avversari diretti non fanno paura. Con 47’’75 è l’unico sotto il tempo limite e a Parigi cercherà di riprendersi il titolo dopo otto anni. Cercherà anche di trascinare la 4×100, che a meno di colpi di scena non partirà con i favori del pronostico. Sui 50 bene Cameron McEvoy, oro e pass in 21’’35 in compagnia di Ben Armbruster qualificato con 21’’84 ai suoi primi Giochi.

Al femminile bellissimo il livello medio nei 100, dove manca però il tempone visto nei 200 e 400: forse ci hanno abituato bene, ma non stupisce troppo il 52’’33 di Mollie O’Callaghan o il 52’’72 di Shayna Jack. Entrambe volano a Parigi, insieme a Meg Harris e Bronte Campbell qualificate per la staffetta. Sono invece ben in sette a scendere sotto il tempo limite per i Giochi (53’’61) e tra queste anche Cate Campbell, che saluta la nazionale dopo anni da assoluta protagonista e la campionessa olimpica in carica Emma McKeon, out con 53’’33 (a Parigi porterà però i 100 farfalla).

Nella vasca secca sono sei a stare sotto il tempo limite, ma il pass se lo prendono Jack con 23’’99 e Harris in 24’’26.

Meno brillanti i mezzofondisti: Elijah Winnington e Sam Short sono un po’più lenti rispetto al mese scorso nei 400 stile, vinti dal primo in 3’43’’26 davanti a Short con 3’43’’90 che non conclude al meglio però i suoi campionati causa un malessere fisico. Infatti oltre a mancare il pass negli 800, vinti da Winnington con qualifica a 7’44’’90 da forfait anche nei 1500.

In questa Australia sorride anche la rana specialmente al maschile. Se nei 200 Zac Stubblety-Cook è una certezza (oro in 2’07’’40) sorprende nei 100 Sam Williamson che si prende il biglietto per Parigi con un perentorio 58’’80, nuovo record all-comers, strappato a un certo Adam Peaty che nel 2018 nuotò 58’’84.

Qualche zona buia!

Una squadra così può avere qualche punto debole? Dai Trials qualcosa si evidenzia: il dorso maschile si difende nei 200 con Bradley Woodward, oro e pass in 1’56’’22 ma fatica nei 100, dove nessuno strappa il tempo limite individuale. Ci sarà un problema nella 4×100 mista.

Anche la farfalla degli uomini ha luci e ombre: se Matthew Temple garantisce un 51’’ basso nei 100, nessuno si prende il crono utile per i Giochi nei 200, così come fa strano non vedere un grande nome nel mezzofondo maschile dei 1500 qualificato per Parigi.

Occhi anche ai 100 rana donne: né Jenna Strauch né Ella Ramsay riescono solamente ad avvicinare il tempo limite nuotando appena sotto al minuto e zero sette. Nonostante altre tre frazioni devastanti questo può essere un problema per la mista. Ramsay che a diciannove anni si regala come la capitale francese grazie a un buon 200 in 2’22’’87.

I qualificati per Parigi 2024

Abbey Connor
Alexandria Perkins
Ariarne Titmus
Ben Armbruster
Bradley Woodward
Brendon Smith
Brianna Throssell
Bronte Campbell
Cam McEvoy
Elijah Winnington
Elizabeth Dekkers
Ella Ramsay
Emma McKeon
Flynn Southam
Iona Anderson
Isaac Cooper
Jack Cartwright
Jaclyn Barclay
Jamie Perkins
Jenna Forrester
Jenna Strauch
Joshua Yong
Kai Taylor
Kaylee McKeown
Kyle Chalmers
Lani Pallister
Matthew Temple
Maximillian Giuliani
Meg Harris
Mollie O’Callaghan
Olivia Wunsch
Sam Short
Sam Williamson
Se-Bom Lee
Shayna Jack
Thomas Neill
William Petric
William Yang
Zac Incerti
Zac Stubblety-Cook
Moesha Johnson

Chelsea Gubecka (acque libere)
Kyle Lee (acque libere)
Nicholas Sloman (acque libere)

Foto: Fabio Cetti | Corsia4