Dal 3 al 12 giugno, arena sfida i nuotatori di tutto il mondo a completare 4 km in 10 giorni su Strava. In cambio di ogni sfida completata, arena e Sea Shepherd si impegnano a pulire dai nostri oceani l’equivalente di 200 sacchetti di plastica monouso di reti, palangari e FAD (Fish Aggregating Devices) illegali dai nostri oceani.
Peter Graschi, CEO di arena, ha commentato:
Che sia in piscina, al lago o nell’oceano, incoraggiamo tutti e i loro amici ad affrontare la sfida ‘Swim 4 the Seas’ su Strava e ad aiutare a ripulire i nostri oceani una bracciata alla volta. Vogliamo raggiungere 5.000 persone in tutto il mondo completando i 4 km di nuoto in dieci giorni in modo da poter rimuovere l’equivalente di 1 milione di sacchetti di plastica per celebrare la Giornata mondiale degli oceani di quest’anno. Avendo a cuore il nostro pianeta con passione, arena è orgogliosa di impegnarsi a collaborare con Sea Shepherd per attivarsi nel proteggere la nostra risorsa naturale più preziosa. Fatti strada verso oceani più puliti e aiutaci ad avere un impatto positivo. Gli oceani stanno soffocando per la plastica, quindi nuotiamo!
Swim 4 The Sea
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Per gli utenti Strava in Europa e negli Stati Uniti, al completamento della sfida verrà sbloccato un premio bonus.
L’unica missione di Sea Shepherd è proteggere e conservare gli oceani e la fauna marina del mondo. I FAD sono alcuni degli attrezzi da pesca più letali nell’oceano. Questi dispositivi di galleggiamento, destinati ad attirare i pesci, sono spesso realizzati in plastica e altri materiali non biodegradabili, inclusa una lunga cima di propilene per ancorare il FAD al fondale marino. I pescatori quindi circondano il FAD con le loro reti, catturando tutto ciò che incontra sul suo cammino. Ciò si traduce nella cattura non intenzionale – o cattura accessoria – di novellame e altre specie, comprese le tartarughe marine in via di estinzione e i mammiferi marini, che possono rimanere aggrovigliati, feriti e annegati dalla lenza di propilene. E peggio, si stima che il 60% dei FAD si perda o venga abbandonato in mare come “equipaggiamento fantasma” che inquina l’oceano. Un altro esempio di equipaggiamento fantasma sono le reti da posta derivanti dalle spadare illegali, veri e propri muri della morte che vengono spesso abbandonati in mare, intrappolando e uccidendo indiscriminatamente la fauna marina come tartarughe, delfini, capodogli, balenottere comuni e squali per decenni se non recuperati.
Foto e Comunicato Arena