“Un altro pezzo si aggiunge al puzzle!”

Rubo un commento della nostra Crissy per commentare l’ennesima impresa del re dei mari, anzi dei 7 mari, Luca Estrada Pozzi.

Torinese di nascita e californiano d’adozione, Luca ha aggiunto un tassello alla sua collezione di grandi imprese oceaniche, conquistando dopo 11 ore e 52 minuti il grande classico delle traversate, ovvero lo Stretto della Manica.

Finalmente la Manica! Raccontaci tutto!

Già, ho avuto paura di non riuscire a partire. Quando siamo arrivati il pilota della barca (Paul Foreman) ci ha avvisati che ci sarebbe stato vento tutta la settimana. Addirittura si è parlato di possibile partenza a inizio di quella successiva (lunedì 5) ma fortunatamente venerdì mattina alle 9.00 arriva il messaggio tanto atteso. Si parte!

Un’avventura che non fai da solo. Chi è sempre con te in queste traversate?

Ci sono sempre i miei genitori e mia moglie, presenti sulla barca anche questa volta. Ed è stato insolito rispetto alle altre imprese, perché in questa occasione sono partito di pomeriggio, alle 14, nuotando quindi per qualche ora con il sole per poi sprofondare nel buio più profondo. Meno male che avevo loro sulla barca a farmi luce!

Come è andata? È stata dura?

In realtà le condizioni erano ideali. Temperatura dell’acqua a 20°- 21°, mare calmo, decisamente meglio rispetto al North Channel dello scorso anno, quando l’acqua era otto gradi meno e il mare mosso. Ho avuto qualche problema con gli occhialini, e davvero per un lungo periodo ho fatica a vedere qualcosa, ma c’erano sempre qualche piccola medusa o chissà cos’altro che mi toccavano le gambe. Bene perché mi hanno aiutato a rimanere concentrato.

Luca affronta queste prove senza costumi o mute particolari, ma semplicemente in slip, cuffia, occhialini e crema solare protettiva, oltre una crema allo zinco su collo e ascelle per evitare le abrasioni.

Alla fine ti puoi ritenere soddisfatto?

Sì, per come si era messa sicuro. Speravo in un tempo migliore, ma il già esserci è stata una soddisfazione. Dovevo venire qui nel 2020 ma è saltato tutto a causa della pandemia. Quest’anno avevo programmato allenamenti leggermente differenti, con più piscina per la velocità e meno acqua fredda, ma prima il Covid poi un infortunio alla caviglia a luglio in vacanza in Italia mi hanno messo a dura prova, oltre al cambio di lavoro che comunque ci ha messo del suo. In più l’incertezza finale sulla partenza, e di fatti il miglior momento di questa Manica è stato proprio l’attimo in cui sono partito!

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Adesso per Luca testa al prossimo impegno: la caccia ai Oceans Seven è aperta, ne mancano solo tre all’appello.

I Sette Oceani sono infatti le traversate in mare più dure al mondo e comprendono l’English Channel (33 chilometri), Catalina Channel (32.3 chilometri), Strait of Gibraltar (14,4 chilometri), North Channel (34,5 chilometri), Kaiwi Channel (42 chilometri), Cook Strait (22,5 chilometri) e Tsugaru Strait (19,5 chilometri).

Luca ha già portato a casa oltre alla Manica, anche il canale del Nord (che unisce l’Irlanda del Nord alla Scozia) nel 2021 riuscendoci come primo italiano, lo stretto di Catalina (dalle coste californiane all’isola di Catalina) primo squillo nel 2017 e italiano più veloce di sempre e il temibile Stretto di Tsugaru (che unisce l’isola di Honshu a quella di Hokkaido in Giappone) anche qui spuntandola come primo azzurro a compiere l’impresa.

Ora Luca quale sarà la prossima tappa?

Intanto con la Manica ho chiuso il Triple Crown, che si compone anche del Canale di Catalina e della circumnavigazione dell’isola di Manhattan a New York. Mi mancano tre maratone tra gli Ocean Seven: Gibilterra ha una lista d’attesa incredibile e sto ancora aspettando una risposta, la Nuova Zelanda (Cook Strait) è prenotata per il 2023 ma temo slitterà più avanti. Probabilmente dunque il prossimo anno sarà quello delle Hawaii, per me comode a sole sei ore di volo, quindi più abbordabili. La traversata sarà la più lunga in assoluto e con ’acqua calda, particolare che non gradisco affatto, abituato a nuotare nella baia di San Francisco che si aggira sempre sui 18°. In più la fauna oceanica non è delle più tenere, quindi bisogna fare in fretta e sperare che i padroni di casa siano altrove. Tra inverno e primavera dovrei riuscire.

Tre imprese alla gloria. Saresti il primo e unico italiano a riuscirci!

Sì, vediamo, tutti gli inconvenienti di quest’anno mi hanno ridato un po’ di fame, di voglia di fare. Ancora qualche giorno di meritato riposo in quel di Londra, poi si torna negli States e si riprende!

Lasciamo allora Luca tra le onde dell’Oceano, in attesa dell’ennesima impresa!

Foto: Luca Estrada Pozzi