Il primo di essi avviene con noi stessi quando ci mettiamo alla prova non soltanto in gara ma anche in allenamento; ma c’è un altro confronto che in misura ancora maggiore può metterci in difficoltà, quello con i nostri compagni di squadra.
Talvolta sono gli stessi amici, che con voi condividono la corsia a dubitare delle vostre capacità e della possibilità che poteste definirvi con il termine “atleti”.
Atleta… chi era costui?
La prima volta che ciò mi è capitato mi sono soffermata a lungo a riflettere ciò che definisse la parola stessa atleta: chi è che si può forgiare di questo nome?
Forse chi ha partecipato ad almeno una competizione? Chi si è cimentato in una specifica distanza? O ancora, chi in passato era un agonista?
Questione di prestazione?
Ci sono nuotatori che trovano difficile definirsi atleti perché pensano che la propria prestazione non sia soddisfacente a sufficienza, e ci sono poi quelli che, per la stessa ragione, giudicano negativamente chi si definisce tale.
Eppure tutti noi ci alleniamo duramente, lottiamo per raggiungere i nostri obiettivi e sacrifichiamo il nostro tempo e le nostre forze per il nuoto. Ognuno lo fa a suo modo e in diversa misura, ma tutti con egual impegno e dedizione.
Il mio essere atleta
Non saprei dire con certezza cosa definisca un atleta, ma una cosa è certa, se dovessi dare una personale risposta direi che atleta è chi, con la fatica e la determinazione, prova ogni giorno a tagliare il traguardo sperato.
Chi con i muscoli ancora doloranti, torna in vasca il giorno successivo all’allenamento e soprattutto chi non si preoccupa delle definizioni ma si sforza soltanto di dare il meglio perché al di là delle parole, nei fatti, senza la piscina non potrebbe proprio stare!