Via col venti, sperando non sia tardi

Gennaio mese di corsi e ricorsi. Da quando ci siamo sentiti, l’abuso di alimenti iperglicemici tipici delle festività ha lasciato strascichi fisici anche mentali a lento smaltimento. I momenti di picco si susseguono agli improvvisi momenti down che neanche un cocainomane…. Ma meno euforia, stessa stanchezza. L’aggressività lascia spazio al cerebrale.

Più Garfield e meno Darkpool. È solo un peccato che la strategia suggerita da una mia amica polacca per superare le sbornie da vodka serali, consista nel fare colazione ancora a base di vodka.

Attualmente sono e resto sobrio, ma spalmato sul divano.

DEVO – Live 1980

La nebbia ed il freddo fanno il resto, mi scende la catena ed elucubro. 26, 27, 28, 29…

Se nella fase successiva all’abbandono c’è quella di imbruttimento, l’effetto collaterale della deflagrazione post-alimentare mi trasforma in filosofo. Io non muto fisicamente come vale per il resto della popolazione che ingrassa, la variazione glicemica mi trasforma solo cerebralmente.

Spiegherò in altre occasioni quando mi si scatena l’ormone e divento una macchina del sesso.

 

Dal mio divano, senza nessun viaggio astrale or OOBE, ho creduto che il mio io si stesse ricongiungendo con Giambattista Vico alla ricerca di una risposta alla teoria della storia umana con il suo ripetersi di cicli predeterminati ma non casuali.

Il 28 gennaio ricorreva l’anniversario della tragedia aerea di Brema con gli azzurri del nuoto periti in quel tremendo schianto in fase di atterraggio.

Un mesetto fa, il 23 dicembre per l’esattezza, è invece deceduta per morte naturale Vesna Vulović. I nostri ragazzi come il tecnico federale e il giornalista Rai che facevano parte della spedizione azzurra persero la vita per aver cambiato l’aereo e salendo di rimedio sul Convair maledetto.

Vesna all’epoca hostess sul volo 367 del 26 gennaio 1972 con altre 27 persone tra passeggeri e equipaggio, sul DC9 della JAT, la compagnia aerea jugoslava, non avrebbe dovuto neppure salirci. Aveva sostituito una collega.

L’aereo della Lufthansa precipitò a Brema nel 1966, durante la fase di atterraggio non lasciando scampo a nessuno dei 46 passeggeri e i nostri sono ricordati ogni anno con la manifestazione che li ricorda e assegna lo scudetto.

Vesna Vulović finì sul libro del Guinness dei primati premiata nel 1985 da Paul McCartney non tanto per essersi salvata dall’esplosione dell’aereo, quanto per essere precipitata da quota 33.000 piedi, che tradotto in metri sono 10.160 (praticamente a 60° sottozero), senza paracadute.

Unico punto in comune tra i due fatti sta nel fatto che si parla di territorio tedesco e ultimi giorni di gennaio…

Per i primi solo lutti, per i secondi anche, meno 1.

Miracolosamente, Vesna sopravvisse e si riprese. Le ferite e i traumi riportati non avevano provocato danni permanenti, e l’allora giovane assistente di volo potè riprendere una vita quasi regolare.

Con la fortuna di non ricordare nulla.

Il non voler ricordare nulla è un plus che a volte vorremmo regalarci, ma potrebbe anche essere sufficiente dimenticare e concentrarsi al massimo (tra i tre teorizzati da Vico), sullo stadio “Divino”in cui la società viene dominata dai sensi e dall’immaginazione.

La gestione dell’Orgone, quella specie di energia teorizzata da Wilhelm Reich, potrebbe essere la soluzione.

Se come sostenuto da Reich noi siamo invasi e pervasi da questa energia che è alla base del nostro benessere psicofisico, si renderebbe necessario trovare il modo per evitare che questa venga dissipata.

Se in origine pensavano di utilizzare strani aggeggi di plastica e metallo che potevano sembrare dei coni per evitare la fuga di Orgone, occorre ammodernarsi senza costruire cabine tipo sauna.

Nel 1968 alla Kent State University il professor Hoffman vide alcuni studenti particolarmente interessati a sviluppare idee, propongono musica e scrittura, e prova ad introdurli all’argomento:

“Quello che è considerato inaccettabile in una data epoca, può diventare necessario in un’altra”

era il suo motto e nel 1973 Gerald, Bob e Mark lo fanno loro. Il concetto di De-evoluzione oltre a sviluppare un nuovo modo di scrittura, li porta ad indossare gli energy domes, cappelli protettivi per evitare che il famoso Orgone di Reich possa disperdersi. Non più conici ma rossi e a forma di ziggurat perché l’energia vitale che sale su fino in testa e dalla testa si irradia possa venir riciclata consentendoci di vivere meglio, più forti e più a lungo.
Un oggetto iconico che nel frattempo ha virato anche nella gamma cromatica, che ha portato il prof Hoffman a lasciare questa terra a 102 anni nonostante la teoria fosse stata relegata a pseudo-scienza da ciarlatani.

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Se un nuotatore resta tanto tempo con la testa nel copricapo gommoso, non altrettanto iconico ma certamente idoneo alla funzione richiesta, anche se inappropriato per il tempo libero, potrebbe essere il motivo per cui si parla di evoluzione e/o de-evoluzione come dichiarato dal gruppo anche per un nuotatore?

Le vacanze di Natale hanno per svariati motivi modificato la condizione degli atleti. Pranzi, vacanze o collegiali hanno congelato l’agonismo di un certo livello per un mese abbondante e dire che alla ripresa delle manifestazioni ci sia stato modo di rivedere qualcosa di interessante, sono parole grosse. Energia immagazzinata di certo parecchia.

Nell’incessante rincorrersi dei cicli disegnati secondo il “preciso disegno stilato della divina provvidenza” di Vico, il gruppetto italico spedito in avanscoperta non avendo inteso di parlare in altura con il linguaggio anglosassone, è stato presentato all’Euromeet in Lussemburgo.

Uno degli angoli più benestanti d’Europa ha elaborato un prodotto che come qualità mi richiama una mensa scolastica al giudizio di Cracco. La cosa certamente più interessante era il gadget finanziario del meeting, offerto come omaggio tecnico nella busta assieme ai fiori delle premiazioni. Modesto tutto il resto. Non si cercava certamente il botto ma nell’omogeneità atletica del momento, qualcosina… dal bigonzo, lo si auspicava. Come, o meglio cosa, ho visto dalle finali…

Marco “Mr. Tortellino” Orsi è come il tempo quando non piove, non tira il terremoto o non nevica: è stabile.

Stabile il galleggiamento, stabile il rendimento, stabile l’umore, stabile la relazione.

Tutt’occhei e niente a posto – Voto 6

Il drago che tra le qualifiche e la finale trova quel“quid” per fare la differenza sono stati gli atleti della perfida Albione come Ben Proud, ma come anche Lichtfield.

Gli inglesi in area denuclearizzata sono risultati i più efficaci.

Probabilmente anche dealcoolizzati – Voto 7

Martina “micio miao” Carraro fa la sua parte.

Vivace, graffia ma non fa sanguinare. Languida anche sotto sforzo, conquista.

Chissà se ha la coda… Felina – Voto 6,5

Lady Rust Katinka è l’affannata mestierante. Sicuramente spaccata più dalla ghisa che dai pranzi, ai blocchi non è parsa tonica.

Nei 400 mx dei morti viventi, all’arrivo non gigioneggia, nasconde il viso per riprender fiato neanche l’avesse fatto in apnea. Nei 200 delfo viene suonata come un tamburo. L’ufficio amministrativo dell’iron nation non ha avanzato richieste esagerate. 500 euro di rimborso spese per la pizza bastano.

Non è wonder, non è fast, non è sexy. Sembra separata dalla nascita dal mio idraulico afghano. Lui ha i baffi e forse più humor. Per ulteriori info citofonare Petronio.

Relax, fai più sesso – Voto 4,5

Luca “chi?” Mencarini occupa un posto sul volo in direzione Lussemburgo che avrei riservato più volentieri al commissario Rex. Sarà protagonista nella nuova fiction FIN “L’involuzione di un talento”.

E’ la storia di una giovane promessa che dall’aprile 2015 subisce un invecchiamento precoce e lo trasforma in (vecchia) cariatide. Rumors che lo davano diretto in USA, lo dicono bloccato dall’emendamento Trump. Sembra che all’interno del veto firmato esista una voce “ad personam” (oltre al discusso atto contro le 7 nazioni avverse), in quanto preoccupati sia possibile il contagio. C’è un terapista con la cura adatta a Vergate sul Membro.

La sua quotazione attuale vale le Canistracci Oil privilegiate – sospesa per eccesso di ribasso

Cristopher “Er mejo fico der bigonzo” Ciccarese sta qua. L’unico che si scuote e scuote. Infilati gli stivali di gomma dell’ironia, sembra uscito dalla pozzanghera che gli aveva allagato la testa.

L’ultimo delle pippe è trasformato. Unico vincente all’Euromeet, ha la possibilità di passare alla cassa e riscuotere. Non solo metaforicamente. La scossa c’è, l’energia scorre, la forza è con lui. La simpatia pure. Esigiamo il duecentista che ci aveva fatto venire l’acquolina in bocca.

VOGLIO VEDERE il tempo. Una risata ci seppellirà – Voto 7

Non presente nella piazza rossa delle piscine europee, in contemporanea ma a 9 ore di fuso orario in anticipo, durante la più orientale Kosuke Kitajima Cup che si è svolto guarda caso il 28 e 29 gennaio a Tokyo, Ippei Watanabe già detentore del record mondiale junior ha stabilito con lo strepitoso 2’06”67 il nuovo primato del mondo dei 200 rana abbattendo per primo la barriera dei 2’07”, migliorando il precedente limite che direi appartesse ad un altro jappo, tal Akihiro Yamaguchi (2’07”01 e che poi oltre a sto tempo non ha combinato un cazzo) .

Spettacolare – Voto 9

 

Che abbia trovato il modo per incanalare l’energia giusta dopo la mega semifinale e la figura di merda sfoderata nella finale olimpica?

Qualcosa è cambiato. Abbiamo le prove.

 

Vi saluta con la mano la mia amica Veronica.
Torno a dormire? Ma anche no.

Sotto c’è l’iban per il bonifico.

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