La primavera è una stagione straordinaria, forse la più bella. Più dell’inverno, che sa essere romantico ma anche rigido; più dell’autunno, che con i suoi colori è affascinante ma malinconico; più dell’estate, eccitante ma insopportabile nei suoi eccessi.

Oggi, in Fatti di nuoto Weekly, parliamo della stagione preferita di Summer McIntosh, una stagione che per certi versi non esiste più: la primavera.

La primavera è la stagione dei fiori e dei colori, la stagione in cui la speranza nel futuro è finalmente ritrovata, così come le belle giornate di sole tiepido e avvolgente, di profumi e sapori nuovi e antichi. Il vigore che ci da la primavera è insostituibile.

Sembra proprio che la stagione preferita di Summer McIntosh sia la primavera, un momento in cui tutto è possibile ma in cui tutto può anche cambiare repentinamente per trasformarsi in altro, compresi i risultati in vasca.

L’anno scorso, ai campionati canadesi, Summer aveva stabilito due record del mondo e tre record junior, chiudendo la settimana con un ruolino di marcia di questo tipo: 3:56.08 nei 400 stile (WR), 2:06.89 nei 200 misti (WRJ), 2:04.07 nei 200 farfalla (WRJ), 4:25.87 nei 400 misti (WR), 1.53.91 nei 200 stile (WRJ). Aveva già fatto una finale Olimpica e vinto due ori mondiali, ma leggere quei risultati è stato qualcosa di francamente impressionante.

Talmente impressionante da portare l’opinione generale verso l’idea che a Fukuoka, ai Mondiali 2023, avrebbe fatto qualcosa di ancor più eclatante, qualcosa di Phelphsiano. Non è andata così.

A livello di medagliere, a Fukuoka 2023 (2 ori e 2 bronzi) McInotosh è andata leggermente peggio del Mondiale che l’ha messa sulla cartina del nuoto internazionale, Budapest 2022 (2 ori, 1 argento e 1 bronzo), e i tempi che la canadese ha messo in vasca in Giappone sono stati meno impressionanti di quelli della settimana primaverile in patria.

Nei 400 misti, sua gara di punta che ha comunque vinto, ha nuotato 4.27.11 (4.25.87 ai nazionali), mentre nei 400 stile è finita quarta in 3.59.94, vedendosi migliorare il WR da Ariarne Titmus. Nei 200 farfalla, altro oro iridato, ha nuotato 2.04.06, 1 centesimo meglio che in patria, e ha migliorato anche nei 200 stile, dove è giunta terza in 1.54.65, dietro però a Mollie O’Callaghan e Ariarne Titmus, entrambe sotto quel record del mondo che ad aprile sembrava alla sua portata. Nessun fraintendimento: Mondiale ottimo, ma con qualcosa da migliorare.

Primavera più bella dell’estate.

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Veniamo quindi ai trials Olimpici di pochi giorni fa, palcoscenico perfetto per sbocciare di nuovo sotto il sole della primavera. Nel day 1, Summer McIntosh si è buttata in vasca nei 400 stile, gara che è un suo pallino anche (e probabilmente soprattutto) per la potenziale sfida con Ledecky e Titmus, una sorta di livello finale da videogioco, e ha nuotato “solo” 3.59.06, dicendosi delusa per il risultato ottenuto. E qui va fatta una premessa: non è affatto detto che McIntosh abbia scaricato per i trials, non essendo per nulla a rischio una sua qualificazione in tutte le gare – considerato lo standard delle sue prestazioni – ma è possibile che la preparazione sia stata almeno un pochino finalizzata per competere ad alti livelli, perlomeno per avere un riscontro significativo a circa due mesi da Parigi. Dovessi dare una percentuale, direi 75-80%.

Qualche indizio in più ce lo dà il tempo messo a segno il giorno dopo nei 200 stile, 1.53.69, a 4 centesimi dal personale di Fukuoka e pochi decimi dal crono di un anno fa ai nazionali, condito da un’espressione a metà tra il disappunto e la noncuranza, molto adolescenziale, molto Summer McIntosh. Essendo i 200 stile gara significativa sia in chiave staffetta (il Canada è in profumo di medaglia), sia per un’eventuale anche se meno probabile ennesima sfida con Ledeky e Titmus (più O’Callaghan), si può dedurre che McIntosh abbia preparato i trials per benino, e che forse il vero colpo ce l’avesse ancora in canna. E infatti, due giorni dopo, arrivano i 400 misti, la riviera ligure della primavera di Summer McIntosh.

4.24.38, record del mondo migliorato di un secondo e mezzo, gara spaziale – così suddivisa: 59.18 a delfino, 1.07.12 a dorso, 1.17.13 a rana (quasi 2 secondi meglio del tempo dell’anno scorso), 1.00.95 a stile – e finalmente un bel “It was awesome!” pronunciato col sorriso stampato sul giovane e ancora acerbo viso. Primavera finalmente arrivata.

Nei giorni successivi, la fioritura di Summer è stata bella ma meno esplosiva di un anno fa, quasi a ricalcare la primavera che stiamo vivendo dalle nostre parti, così inoltrata da essere troppo vicina all’estate. Nei 200 farfalla ha nuotato un ottimo 2.04.33, tempo secondo solo a quello di Fukuoka è comunque migliore dei trials 2023, mentre nei 200 misti ha chiuso in 2.07.06, messa in seria difficoltà da Sydney Pickrem e, forse, dalla stanchezza.

A Parigi avrà una settimana intensa e affascinante, nella quale proverà a confermare i due ori cardine del suo programma, 400 misti e 200 farfalla, tentando di venire a capo dei 200 misti, gara che sembra non imbroccare ancora alla perfezione, e provando un nuovo assalto ai complicati 400 stile (senza trascurare le staffette).

Il tentativo di trasformare l’estate in una bella primavera, per Summer McIntosh, è partito.

See you later!

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Foto: Fabio Cetti | Corsia4