Dopo il giro per il mondo della scorsa settimana, passato tra Giappone, Cina, Canada e Australia (vedi report a fondo articolo), si ritorna in Europa dove tanto ci si aspettava dai “British Swimming Championships” di Glasgow, validi come qualificazione olimpica per Rio.
Erano alte le aspettative della Nazionale Britannica, che nell’ultimo quadriennio è diventata una vera e propria potenza del nuoto mondiale, confermandosi anche in estate ai Mondiali di Kazan con cinque medaglie d’oro e il quarto posto nel medagliere alle spalle di USA, Australia e Cina.
Il bilancio dopo sei giorni di gare però non è straordinario, con al momento solo nove qualificati certi e tanti atleti che non hanno “spaccato” come ci si aspettava. I tempi limite erano bassi, solo il primo (se nuotava tempo uguale o più basso di quel limite) volava a Rio mentre per il secondo era ancora più dura, essendo il secondo tempo di riferimento ancora più veloce (ma con la regola del 2% di approssimazione che li alzava leggermente). Toccherà alla Federazione britannica completare la squadra con i nomi mancanti e questo avverrà entro il 22 aprile (regolamento qualificazione a Rio nei “LINK utili”).
Giorno 1
Chi non ha problemi nel staccare il biglietto per Rio è una delle sorprese del Mondiale di Kazan, ovvero James Guy. Il ventenne vicecampione del mondo in carica dei 400 stile domina dalla prima vasca, chiudendo con il secondo crono mondiale dell’anno di 3’43”84 vicino a quel 3’43”75 che gli portò l’argento in estate e il record nazionale. Prova a stargli dietro Stephen Milne, che si ferma però sul 3’46”53, comunque sesto crono mondiale dell’anno.
Il pomeriggio prosegue con la vittoria di Jazmin Carlin nei 200 stile, lontana dal tempo limite con 1’57”62, mentre si riaccende quando in acqua entra l’altro fenomeno britannico, Adam Peaty. Il re della rana si conferma subito, prendendosi il miglior crono mondiale dell’anno grazie ad un 58”41 spaventoso. Partito male, come spesso gli accade, rimonta nel giro di pochi metri e ai 50 è già davanti con 27”21 per poi chiudere davanti a Ross Murdoch, secondo in 59”31 (terzo crono mondiale dell’anno). Entrambi voleranno a Rio, con Peaty che sembra davvero imbattibile.
La prima giornata di finali si chiude con Hannah Miley protagonista nei 400 misti. La primatista britannica della distanza chiude in 4’33”40, secondo tempo mondiale del 2016 dietro solo a Katinka Hosszú assicurandosi un posto per Rio. Bene anche Aimee Willmott, che non replica il 4’34”82 nuotato alla Flanders Cup a fine gennaio, chiudendo in 4’35”52 che dovrebbe permetterle comunque di essere ripescata per i Giochi.
Giorno 2
Pomeriggio meno ricco di emozioni e soprattutto di pass olimpici: aprono la giornata i 100 dorso donne, vinti da Georgia Davies in 59”64 ottavo crono mondiale dell’anno ma non abbastanza veloce per volare diretta a Rio. Dovrebbe essere comunque presa in considerazione, oltre che per la gara singola, anche per la staffetta.
Ancora peggio i 200 farfalla maschili, prova che non sarà rappresentata da nessun britannico alle Olimpiadi: vince Adam Mallet in 1’58”02 davanti a Mark Szaranek con 1’58”20. Troppo lenti anche per un eventuale ripescaggio.
Chi invece sorprende, ed è l’unica nota positiva del pomeriggio, è la rana femminile grazie in particolare a due giovani, Chloe Tutton e Molly Renshaw. La prima vince cancellando il primato nazionale della seconda di 2’23”82 nuotato nel 2014. Con 2’22”34 si prende il terzo crono mondiale dell’anno e pur non nuotando sotto il limite richiesto dalla federazione è quasi certo che verrà convocata. Anche la Renshaw sarà probabilmente in Brasile, grazie al crono di 2’23”56 che è anche il settimo tempo al mondo nel 2016.
Christopher Walker-Hebborn chiude il pomeriggio con un deludente 53”73 nei 100 dorso maschili, lontano dal tempo per Rio ma con qualche minima speranza di andare ai Giochi, giusto per prendere parte alla 4×100 mista.
Giorno 3
La prima finale è vinta da Jazmin Carlin, che si aggiudica ancora senza brillare e senza pass olimpico gli 800 stile in 8’27”49. Delusione ancor maggiore arriva poco dopo, quando in acqua scende Benjamin Proud nei 100 stile libero. In tanti si aspettavano da lui grandi cose, sperando nel salto di qualità del velocista allenato da Jon Rudd. Lo sprinter ventunenne invece stecca chiudendo secondo in 48”72 alle spalle di Duncan Scott, primo con 48”66. Nessuno dei due sarà protagonista nella gara regina a Rio.
Non meglio i 200 farfalla donne, dove ritroviamo Aimee Willmott. Se nei 400 misti probabilmente è riuscita a ottenere la qualificazione olimpica, in questa prova dovrà invece rinunciare nonostante la vittoria in 2’08”82 di soli cinque centesimi più veloce di Alys Thomas, seconda con 2’08”87.
A riportare aria verde-oro a Glasgow ci pensa Max Litchfield vincendo i 400 misti maschili. Il britannico quarto agli Europei di Berlino 2014 beffa il più esperto e primatista nazionale Roberto Pavoni vincendo in 4’12”05 ottenendo il terzo crono mondiale dell’anno e volando a Rio per soli tre centesimi. Alle sue spalle proprio Pavoni, che in quella stessa finale di Berlino fu secondo (davanti al nostro Federico Turrini) ma che qui tocca in 4’14”31 che difficilmente lo porterà alle Olimpiadi.
Chi non fa il tempo ma ci arriva molto vicino e dunque dovrebbe partecipare ai Giochi è Francesca Halsall, che nei 50 stile vince in 24”48, due decimi abbondanti più lenta del 24”23 nuotato a Marsiglia un mese prima.
Giorno 4
Dopo Guy e Peaty è Andrew Willis il grande protagonista di questi Campionati Britannici. Finalista a Londra 2012 nei 200 rana, Willis ritrova lo smalto di quei giorni vincendo in 2’08’’08, secondo crono mondiale annuale e suo nuovo personale (cancellato il 2’08″47 proprio dei Giochi) oltre che tempo per Rio nel cassetto. Secondo Craig Benson in 2’09″07, tempo che dovrebbe permettergli di essere ripescato, mentre non gareggerà in questa prova il primatista nazionale Ross Murdoch, terzo in 2’09″16. Da segnalare la gara folle di Adam Peaty, che passa in 27’’73 ai 50, 1’00’’68 al 100 per poi crollare dopo poche bracciate e chiudere in 2’11″71.
Il pomeriggio scorre poi senza colpi di scena clamorosi, esclusa forse la mancata qualificazione nei 100 stile per Francesca Halsall. La primatista nazionale è seconda in 54’’53 dietro a Siobhan-Marie O’Connor che chiude con 54″18. Nessuna delle due trova il tempo limite.
Pass che manca anche nella farfalla maschile: dopo il fallimento dei 200 non basta James Guy per portare un delfinista di livello a Rio. Il primatista britannico di 200 e 400 stile vince con il record personale di 52″15 (nel 2014 nuotò 52’’55) davanti ad Anthony James con 52″31 con il tempo limite a 51″24.
Nulla da fare nemmeno per Elizabeth Simmonds nei 200 dorso, nonostante l’undicesimo crono al mondo di 2’09″24. Tempo limite ancora lontano e per il momento è esclusa dai Giochi.
Giorno 5
Lo stile libero fa da padrone nella prima parte di questo pomeriggio di finali: Timothy Shuttleworth vince i 1500 stile in 14’55″23, settimo crono mondiale dell’anno a circa dieci secondi dal record britannico che dura da Atene 2004 (David Davies 14’44″95). Questo tempo gli permette di essere preso in considerazione per Rio pur non avendo ottenuto il tempo limite A. Niente da fare per un opaco Stephen Milne, secondo in 14’59″10.
Chi si riscatta dopo due gare deludenti è Jazmin Carlin, che nella sua distanza sfodera il meglio di sé: vince i 400 stile in 4’04″33, quarto crono mondiale dell’anno e tempo limite per Rio. Non altrettanto bene si può dire di Roberto Pavoni, che riscatta sì l’argento dei 400 misti ma continua a rimanere lontanissimo dalle Olimpiadi. Nei 200 misti tocca primo in 1’59″20 ancora parecchio distante dal tempo limite.
Chi invece riesce ad andarci è Siobhan-Marie O’Connor, grazie ad una brillante prova nei 200 misti. Vittoria in 2’09″66, secondo crono mondiale dell’anno e qualificazione in tasca, mentre Hannah Miley non riesce nella doppietta chiudendo seconda in 2’12″02.
Se di riscatti vogliamo parlare, chi riesce nell’impresa maggiore è Benjamin Proud: dopo la delusione dei 100 il velocista britannico spazza via le insicurezze già dalle batterie della mezza distanza, nuotando il nuovo primato nazionale di 21″65 (migliorando il suo 21″76 dei Giochi del Commonwealth del 2014) e trovando il terzo crono mondiale del 2016. In finale poi si conferma su quei tempi, chiudendo in 21″73 e conquistando il pass olimpico.
Giorno 6
Nell’ultima sessione di gare bisognerà aspettare i minuti finali per rivedere le “scintille” in acqua!
Prima Siobhan-Marie O’Connor vince i 100 rana in 1’07″15 con Chloe Tutton e Molly Renshaw terza e quarte, lontane da quanto fatto nei 200 (rispettivamente 1’07″61 e 1’08″34). Dopo di loro in acqua i 200 dorso uomini, vinti da Luke Greenbank in 1’57″79 e i 100 farfalla donne, dove a spuntarla è Alys Thomas con 58″66. Nessuno di questi ottiene il tempo limite per Rio.
A chiudere questi “British Swimming Championships” ci pensa James Guy. Da campione iridato in carica si va a prendere il primo tempo mondiale dell’anno nei 200 stile, in 1’45’’19, a cinque centesimi dal suo record britannico nuotato a Kazan. Con un passaggio in 51″00 Guy smorza i tentativi di impresa di Stephen Milne (secondo in 1’47″15), Robert Renwick (terzo in 1’47″23) e soprattutto Duncan Scott, classe 1997 che in mattinata aveva toccato davanti a tutti in 1’47″28. Tempo quasi ripetuto in finale (1’47″31) che potrebbe portarlo comunque a Rio insieme agli altri tre per una brillante 4×200 stile, di cui i britannici sono campioni mondiali in carica.
Se ai Giochi di Londra avevamo visto nascere la Nazionale del futuro, a Rio il frutto di quel lavoro dovrà essere per forza di cose raccolto. Gli ultimi ori olimpici li ha portati Rebecca Adlington nel 2008 (400 e 800 stile libero) ma mentre quelli erano frutto di un grande e singolo talento, sembra che questa Nazionale nasca da un bel lavoro alle spalle. Vedremo come si arricchirà nei prossimi giorni, ma già la presenza di Guy e Peaty promette medaglie e spettacolo. Manca il fenomeno a livello femminile, anche se qualche sorpresa non è da scartare.