Domenica 25 settembre Phelps è stato da Fazio, essendo in Italia per questioni di sponsor. impegnato ad aiutare mia moglie nell’apprendimento della tecnologia (uso della videocamera digitale), non ho visto l’intervista subito.
Il giorno dopo parlando con il mio collega Gimmi (spunto per i miei interventi, e che saluto) gli ho chiesto se l’avesse vista. “Niente di speciale”, mi ha detto.
Ebbene sì, niente di speciale. Cosa vi può dire un atleta che ha fatto 30 finali olimpiche perdendone solo sette… e solo due volte senza medaglia? Poco.
Quello che un atleta, il più grande nuotatore di sempre (e forse il più grande atleta di sempre, ma non possiamo paragonare il nuoto ad altri sport), deve dimostrare lo dice coi fatti.
Solo che Phelps è il paradigma di tutti questi fatti.
“Ho fame di non perdere”… a chi piace perdere?… e mima coi gesti che vuole superare tutti, anche da ragazzino, anche i più grandi.
“Non so come faccio a fare quello che faccio: mi dicevano di farlo e io lo facevo”. E chi non vorrebbe? Solo che ad alcuni riesce di far sembrare facile ciò che non lo è. Un grande campione sa fare questo, l’impossibile con naturalezza.
“Per fare bene una cosa devi rifarla 10,000 volte”. Già… ma solo un grande talento rifà le stesse cose 10.000 volte e tutte uguali, e l’arrivo in cui sembra quarto lo vede primo o massimo secondo.
“So mangiare (e tanto), bere e nuotare”. Insomma, a un genio della matematica chiedi di risolvere problemi, a un diplomatico di risolvere crisi mondiali. A un campione, chiedi di vincere. Non può raccontarti come fa, non può spiegarti. Può mostrarlo, perchè è così.
E nella sua umanità, capisci che lo fa nel suo elemento, dove si trova meglio di tutti, dove nessuno gli chiede se era ipercinetico da piccolo, se lo prendevano in giro perchè aveva le orecchie a sventola, dove può sentirsi solo con se stesso.
E chi lo sa, magari ama stare travestito da uomo comune, senza costume, in giro per Milano dove nessuno lo conosce, o nella sua MP Foundation a seguire il programma IM.
Perchè così può essere uno normale, il papà che porta il figlio a scuola; e se al bimbo chiedono il mestiere del genitore risponde: “il campione“… perchè, che altro serve?