Dopo una breve ma intensa edizione degli Assoluti Invernali, eccoci a cercare di fare chiarezza con i numeri, per vedere se le sensazioni che abbiamo avuto sul piano vasca di Riccione corrispondano o meno alla realtà dei fatti.

Società, Atleti e Presenze gara

Partiamo dalle cose semplici, ovvero i numeri di presenza degli Assoluti. Non dimentichiamoci che si tratta pur sempre di un’edizione invernale (anche se in vasca lunga e con le qualifiche in palio), che ha avuto numeri paragonabili a quelle primaverili. Eccoli:

⇒ 1638 presenze gara
⇒ 165 società
⇒ 762 atleti

Cesare Butini: “Quando la Federazione alza l’asticella, gli atleti spesso rispondono allo stimolo e le loro prestazioni di conseguenza.”

È vero? Questi alcuni numeri:

  • 2 record Italiani: entrambi di Alberto Razzetti, nei 200 (1.56.21) e 400 misti (4.09.29)
  • 6 pass per Parigi 2024
    Gregorio Paltrinieri 1500 stile libero
    Alberto Razzetti 200 – 400 misti
    Thomas Ceccon 100 dorso
    Benedetta Pilato 100 rana
    Alessandro Miressi 100 stile libero
  • 5 pass per Doha 2024 (ai quali si aggiungono i già qualificati)
    Lorenzo Mora 200 dorso
    Michele Lamberti 100 dorso
    Ludovico Blu Art Viberti 100 rana
    Alessandro Miressi 100 stile libero
    Simone Cerasuolo 50 rana

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Eccovi servito il vero ed unico confronto tra le ultime dieci edizioni degli Assoluti in vasca lunga, con evidenziate in blu le migliori prestazioni gara per gara.

È lampante che ci sia uno squilibrio tra il settore maschile e quello femminile: gli uomini hanno prodotto quest’anno ben sei migliori prestazioni, con tempi che per valore assoluto sono tra i migliori al mondo di questo inizio stagione.

Complici anche alcune assenze ed un quadro generale in pieno ricambio generazionale, il settore femminile ha invece avuto un picco di prestazioni meno elevato, ma ha comunque presentato diverse novità e molte giovani che si affacciano al panorama assoluto con due prime vittorie della carriera.

L’Età media dei finalisti

A conferma di quanto sopra, si verifica che l’età media delle finali al femminile (21,49) è inferiore a quella delle finali al maschile (23,04), mentre le finali più giovani sono quasi appaiate (800 stile maschi e 200 misti donne) ed anche quelle più vecchie si distanziano di solo un anno (100 farfalla uomini e donne). Ai Primaverili 2023 l’età media dei finalisti era 23,5 sia tra gli uomini che tra le donne.

Detto tutto ciò, possiamo dire che i freddi numeri siano la realtà? In un certo senso, sì, perché il nuoto è indubbiamente uno sport di prestazione, nel quale il tempo conta più di ogni altra cosa. Ma le sensazioni sono altrettanto importanti, e il fatto che il nuoto italiano si stia evolvendo è indubbio.

Per rubare le parole di Cesare Butini alla RAI direi che “bisogna prevedere il ricambio generazionale” cercando comunque di valorizzare quanto di buono abbiamo già in casa. Probabilmente questa è una delle sintesi di questi Assoluti Invernali.

Foto: Fabio Cetti | Corsia4