È stata una settimana di nuoto piena di emozioni e di grandi prestazioni: gli Europei in vasca corta di Kazan non ci hanno deluso, ed il merito va soprattutto agli atleti azzurri impegnati in Russia.

Iniziamo la nostra analisi statistica della manifestazione con i risultati individuali, turno per turno, dei 39 nuotatori italiani.

È stata un’edizione storica per l’Italia, che vince il trofeo per Nazioni per la quarta volta consecutiva e che arriva terza nel medagliere, ma è prima per numero totale di medaglie.

Gli azzurri totalizzano:

  • 78 primati personali,
  • 23 record italiani
  • 2 record europei
  • 1 record del mondo
  • 63 volte in finale e 35 salgono sul podio.

È record assoluto per una nostra spedizione continentale.

Mai l’Italia aveva vinto così tante medaglie (35) e ma così tante con il settore maschile (21), mentre le donne ne vincono due in meno dell’edizione di Glasgow 2019 (12 vs 14).

Il bottino dell’Italia è il secondo per quantità in tutta la storia degli Europei in vasca corta, preceduto solo dalla spedizione tedesca del 1996.

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Se valutiamo invece la percentuale di medaglie vinte rispetto alle medaglie in palio, la spedizione italiana è la sesta di sempre: l’Italia ha vinto 35 medaglie su un totale di 126, ovvero il 28%, un dato impressionante.

Meglio di noi le spedizioni della Germania degli anni ’90, un periodo in cui la vasca corta era da considerarsi il regno dei tedeschi.

Se c’è una classifica che dominiamo è quella degli argenti: mai nessuna spedizione nella storia di questa competizione era arrivata alla quota pazzesca di 18 secondi posti.

Si tratta di un primato dalla doppia interpretazione, che ci rende felici ma che, con qualche oro in più e qualche argento in meno, ci avrebbe fatto sorridere ancora di più.

Un dato che colpisce rispetto alla spedizione italiana è la grande completezza e trasversalità dei nostri atleti: abbiamo schierato in finale ragazzi del 1988 e del 2005, riuscendo a vincere medaglie con nuotatori di tre generazioni differenti. iamo entrati in finale in tutte le gare, eccezion fatta per i 200 rana uomini (nessun azzurro in gara) e i 200 stile donne (batterie per Sara Franceschi), uniche specialità che ci vedono in forte carenza di talenti

In un mondo del nuoto che registra una sempre più ampia forbice di età tra atleti in vasca, l’Italia ha avuto il finalista meno giovane (Fabio Scozzoli, classe 1988), mentre non appartiene a Benedetta Pilato (2005) la palma di finalista più giovane. Sono ben tre le finaliste nate nel 2006: Lana Pudar (Bosnia ed Erzegovina), nei 100 e 200 farfalla, Nikoletta Padar (Ungheria), nei 200 stile, e la più giovane di tutte, Eneli Jefimova (Estonia), finalista dei 100 rana e nata il 27 dicembre.

Questa la media anni di nascita per gara: la distanza più vecchia sono i 50 stile uomini (quasi 24 anni), la più giovane a pari merito i 1500 ed i 200 stile donne (meno di 16 anni).

Foto: Fabio Cetti | Corsia4