“RESPIRAZIONE e PERFORMANCE” è un seminario che rappresenta l’ultimo appuntamento del 1° ciclo di incontri, dedicato ad atleti master e genitori, organizzato da Gonzaga Sport Academy.
Gonzaga Sport Academy è una società parallela a Gonzaga Sport Club, nata da un’idea che io, Erich e Simona, abbiamo avuto dopo questi 2 anni di pandemia, consolidata dopo le ultime olimpiadi di Tokyo, nelle quale è emerso un lato dello sport che si conosceva poco.
Lo sportivo da sempre immaginato come invincibile e infallibile, è parso invece “fragile”. Ci si è accorti che non basta solo la preparazione fisica, ma sono necessarie ad oggi tutta una serie di figure di supporto.
“L’obbiettivo dell’Academy – rilancia l’ideatore friulano – è formare gli atleti agonisti, sin da giovani, insegnano loro i fondamenti dello sport che saranno necessari non solo per una crescita sportiva, ma per affrontare al meglio le sfide della vita. Ecco che con questo percorso, potremmo avere così degli atleti maturi, in grado di affrontare al meglio lo sport di alto livello, superando anche le difficoltà più piccole della vita quotidiana.
L’Academy – suggerisce Nicola – pone il focus anche verso atleti master e soprattutto genitori che sono un pilastro fondamentale nella crescita dei propri figli. Ricordo il motto – Allenati nello Sport, Allenati nella vita”.
C’è un silenzio nel palazzetto quasi magico. È il momento di presentare il protagonista della giornata, il relatore, quello che noi osiamo definire il “guru” della respirazione.
“Con grande piacere e immensa stima – ci dice un emozionato Mascherin – vi presento il dott. Mike Maric, docente universitario, campione del mondo di Apnea nel 2004, allenatore ed insegnante di tecniche di respirazione, che ha seguito e segue moltissimi atleti tra i quali: Filippo Magnini, Federica Pellegrini, Luca Dotto e Federico Morlacchi nel nuoto, Igor Cassina nella ginnastica artistica, Sara Cardin nel karatè, le nazionali di pallanuoto e rugby, il team Trek-Segafredo nel ciclismo, Arianna Errigo nella scherma e molti altri. Mike è autore di libri, tradotti anche in inglese, tra i quali citiamo “La scienza del respiro” e “Il potere antistress del respiro”, e ultimamente è stato insignito dal Coni con la “Palma di Bronzo”.
Mike prende la parola con uno sguardo sinceramente stupito per la presenza tutta quella gente.
Il potere dell’apnea, il meraviglioso controllo della respirazione, non lo scopri quando diventi campione del mondo, ne tantomeno quando sei consapevole di riuscire a trattenere il fiato per più di 6 minuti sentendoti acquaman; lo rivaluti, lo assapori, lo accarezzi, solo quando prendi consapevolezza di come l’allenamento della respirazione può realmente cambiarti la vita.
Diciamo che come inizio non c’è male; che Mike fosse un personaggio non lo scopriamo di certo adesso.
“Prima di farvi vedere delle esercitazioni pratiche che, se consolidate, vi cambieranno davvero lo stile di vita, non solo la performance sportiva – continua Mike – vorrei sottolineare quanto sia stata importante per me la famiglia. Aiutare i vostri figli in questo percorso sarà meraviglioso”.
Il seminario scorre dolcemente, come se all’interno del palazzetto ci fosse caduta addosso una nuvola; la sensazione di quiete ci pervade. Si parla del “Ciclo della Prestazione”, rappresentato da un triangolo immaginario, dove ai lati e sulle punte ci sono i 6 punti cardine del “risultato”:
– ALLENAMENTO: capacità di fare fatica.
– NUTRIZIONE: noi siamo ciò che mangiamo; dobbiamo vivere per nutrienti non per alimenti.
– MENTE: la motivazione parte dall’atleta.
– RECUPERO: non è importante quanto dormiamo ma come.
– NUTROUCETICA: giusta integrazione
– TECNICA DI RESPIRAZIONE: come controllare il proprio respiro.
“Spesso, sia durante la prestazione sportiva, ma anche nella nostra quotidianità, siamo sopraffatti dalle paure, dalle ansie, che ci bloccano, ci portano in uno stato di agitazione e confusione che ci destabilizza – ci dice Mike Maric in uno dei suoi tanti esempi – ecco che è fondamentale rilassarsi, porre l’attenzione sul respiro e non sulle suggestioni esterne, abbassare la frequenza cardiaca. Così diminuiscono i battiti e conseguentemente la pressione arteriosa. Imparare a respirare in maniera DIVERSA deve essere un obbiettivo fondamentale”.
Pazzesco come ci si possa isolare dal mondo ascoltando noi stessi e la nostra respirazione. Durante una delle tante esercitazioni ho avuto la netta sensazione di essere da un’altra parte.
Poi ci sono stati i numeri, 3-6, 4-8, 3-6-5, che non sono degli schemi calcistici alla Oronzo Canà, ma tutta una serie di esercitazioni pratiche per “allenare” la respirazione.
“Il mediatore della fatica è senza dubbio il respiro – conclude il Prof. Maric – bisogna spostare in continuazione l’asticella per poter influire in maniera decisiva sul “marginal game” che la respirazione può fornire alla performance sportiva”.
Guru, umano, simpatico, ma anche genio aggiungerei.
Non potevamo farcelo scappare alla fine dell’evento, per scambiare qualche battuta.
Hai collaborato con tanti campioni dello sport, di qualcuno hai un ricordo particolare? Chi è il più forte mentalmente?
Tutti i ragazzi di alto livello con cui ho collaborato, dal nuoto, alla pallanuoto, il triathlon, li ricordo tutti perchè c’è un legame affettivo. Devo dire che veramente con tutti c’è stima e affetto reciproco.
Mi è piaciuto molto lavorare con Filippo Magnini perché è passato da atleta a fine carriera, a utilizzare quello che facevo io nel dopo carriera per la gestione dei problemi che ha avuto come l’insonnia, per poi ritornare a lavorare in acqua nuovamente quando è rientrato pur sapendo dei limiti dell’età. Inoltre ha saputo anche trarre beneficio dagli esercizi sulla respirazione quando ha contratto il covid. Lui rappresenta proprio la mentalità di quello che non molla mai.
In generale se ti applichi i beneifici li hai, ho preso come esempio Filippo perchè ha ormai 40 anni, per dire che se ci lavori hai margine, ma si può iniziare anche da giovani.
E per chiudere una curiosità più tecnica, si può quantificare il miglioramento della prestazione, in termini cronometrici, grazie ai benifici della respirazione diaframmatica?
Ci sono tanti fattori che possono influenzare la prestazione oltre al livello dell’atleta, l’età, il costume, la cuffia, la vasca, l’allenamento, ecc.. quello che posso dire è che la respirazione condiziona la perfomance fino al 2% perchè è in grado di ridurre il costo energetico.
Foto copertina: Action Agency