Niente Mondiali nel 2022
Nel momento in cui sto scrivendo, l’ufficialità ancora non esiste. Ci sono molte voci che lo confermerebbero in giro per il mondo, dalla Russia agli Stati Uniti, ma la FINA non ha ancora confermato lo spostamento ufficiale dei Mondiali di Fukuoka al 2023. Lo scenario che si prospetta è completamente inedito: assisteremmo ad un triennio intero senza Campionati Mondiali e ad un 2024 con Mondiali ad inizio anno e Olimpiadi in estate.
Il clou del 2022, di conseguenza, sarebbe tutto tra luglio e settembre, con gli Europei di nuoto a Roma, i Giochi del Commonwealth a Birmingham e i Giochi Asiatici ad Hangzhou come eventi forti per la finalizzazione della preparazione. Nonostante fossero dei Mondiali di passaggio, molti atleti via social hanno espresso il loro malumore come prima reazione alla possibile ulteriore posticipazione dell’evento di Fukuoka.
Ne deriva un calendario di emergenza che potrebbe avere come cause ed effetto anche dei contraccolpi economici. Il Giappone ha già affrontato le Olimpiadi senza pubblico, limitando i danni a livello di costi ma ricavandone molto meno di quanto sperato. Un altro evento a porte chiuse potrebbe essere pesante da assorbire sia per gli organizzatori che per la FINA, e forse è proprio questo uno dei motivi che per ora stoppano la comunicazione ufficiale.
Ancora sugli atleti transgender
Ne abbiamo parlato qualche settimana fa, ed ora c’è un piccolo aggiornamento.
USA Swimming ha confermato tramite nota ufficiale il proprio sostegno alla politica di inclusività nel nuoto, comunicando che sta lavorando con la FINA affinché si arrivi ad una nuova regolamentazione per gli atleti élite che cambiano sesso.
Attendiamo quindi sviluppi ufficiali della questione con i prossimi meeting che dovrebbero svolgersi a corollario delle Olimpiadi invernali: come già detto, la questione è complicata e sarà dura mettere tutti d’accordo, ma già solo il fatto che se ne discuta in una direzione che renda lo sport più accessibile è cosa buona.
Il Caso Agnel
Ne hanno parlato tutti e, come spesso accade in questi casi, in molti lo hanno fatto a sproposito. I fatti sono questi: Jannick Agnel, campione Olimpico a Londra 2012 e attualmente nel team di commento della tv francese, è stato arrestato con l’accusa di abuso di minore. I fatti risalgono al 2016, quando l’ex nuotatore avrebbe avuto una relazione con una ragazza ben più giovane di lui, ai tempi neanche quattordicenne, che nuotava nel suo stesso club. Agnel ha ammesso di aver avuto rapporti sessuali con la ragazza, che ora starebbe soffrendo di una grave forma di depressione.
Tra Agnel e Horter, papà della ragazza e suo ex coach, i rapporti si erano incrinati già in precedenza, a causa di un contenzioso economico per dei premi non versati al nuotatore, che per questo ha ottenuto un risarcimento di 60mila euro. Stando a quanto dice il procuratore che sta gestendo il caso di abuso, le due vicende non sarebbero connesse, anche se diversi media francesi hanno avanzato il dubbio che si possa trattare di una sorta di “vendetta” da parte degli Horter nei confronti di Agnel. Il nuotatore ora si trova in custodia preventiva in attesa del giudizio.
Rūta Meilutytė
Una notizia positiva, in mezzo a molte non proprio buone, è il ritorno ad un raduno della nazionale Lituana di Rūta Meilutytė. La ranista campionessa Olimpica a Londra 2012 si è unita al gruppo in collegiale a Tenerife in quello che sembra essere un primo passo verso un graduale ritorno alle competizioni internazionali. Per quanto possano sembrare secoli dal suo esordio, Rūta compirà a marzo venticinque anni ed è quindi possibile che abbia a disposizione ancora qualche buon anno di carriera.
Ma la notizia più bella, personalmente, è quella che la vede sulla strada giusta per superare i problemi psicologici che, purtroppo, l’avevano colpita subito dopo i grandi trionfi avvenuti nei primissimi anni della sua carriera. Facciamo tutti il tifo per lei.See you later!