Il mondo del nuoto è sempre più giovane.  Talmente giovane da rischiare di diventare “Vietato ai Maggiori di anni 18 ”

Un esempio è Rūta Meilutytė, venuta alla ribalta alla ultime Olimpiadi di Londra 2012 e da allora dominatrice assoluta della rana veloce. La giovane lituana (appena 17enne) ai recenti campionati britannici a Glasgow con il tempo di 29.92 ha infranto il muro dei 30 secondi nei 50 rana riprendendosi così la prima posizione del ranking mondiale. Quel ranking che la vede come l’unica nuotatrice sotto i 30 secondi. Non contenta si è anche ripresa la prima posizione nella doppia distanza (1.05.63). Questi responsi cronometrici e l’assenza della sua più grande rivale Yulia Efimova, squalificata per doping, hanno fatto già intendere che sarà lei la protagonista della rana veloce ai prossimi europei.

Ma non solo in Europa sbocciano o si confermano nuovi talenti. Primo tra tutti il il “teen” australiano Kyle Chalmers che, ad appena 15 anni, infrange il muro dei 50 secondi nei 100 stile libero. Con il tempo di 49”68 (che gli sarebbe valso il 6° posto agli Assoluti di Riccione) diventa il giovane più veloce di sempre a scendere sotto il muro dei 50 secondi. Per intenderci: lo Zar Alexander Popov a 15 anni nuotava in 51.88 e l’altro mostro sacro Australiano, il connazionale Ian Thorpe,  “girava” attorno al 50 alto.

E in Italia? Bella domanda. Nel Bel Paese i talenti ci sono eccome, basta guardare come in questi ultimi Italiani si sia abbassata l’eta’ media dei partecipanti. Numerosi i volti nuovi che si stanno affacciando prepotentemente alla ribalta nazionale e non solo: dalla ranista Arianna Castiglioni, al velocista Niccolò Bonacchi, all’italiano d’America Andrea Mitchell D’arrigo  ed ai gemelli del mezzofondo Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti. Scendendo ancora di età ci sono Lorenzo Glessi, classe 1998, e Emanuel Fava, classe 1999, giovanissimi talenti imbattuti ai Criteria giovanili con tempi che fanno ben sperare.

Il vero problema del nostro movimento è far fare il vero salto, trasformare i talenti in veri campioni. Basti guardare come il livello delle prestazioni cali quando si arriva nella categoria cadetti. Fascia d’età in cui si ha il maggior numero di abbandoni delle corsie buttando cosi’ in acqua tutte le aspettative e le potenzialità messe in evidenza. Assicurare un cambio generazionale in tempo breve è la sfida che federazione e società si devono probabilmente porre. Una sfida ardua.

Se la rotta sarà ancora questa, si prevedono tempi duri. Si spera che i nostri timonieri riescano ad invertirla trasformando una nave da crociera di mezza età, una Love Boat per intenderci,  in un veliero di giovani ed agguerriti pirati.