Qualche giorno fa, mentre ero completamente assorta nelle mie attività lavorative, mi sono fermata un secondo. Intorno a me ho percepito il tempo fermarsi e mi sono ritrovata ad osservare ciò che stava accadendo con lucidità e consapevolezza.
Non sempre siamo in grado di comprendere realmente cosa stiamo facendo distinguendo le azioni che compiamo in modo meccanico ma qualunque sia il nostro lavoro, qualsiasi sia l’attività a cui ci dedichiamo, c’è una costante di cui ci lamentiamo incessantemente: la mancanza di tempo, quel tempo che non possiamo dedicare ad osservarci.
A scorrere via dalle nostre giornate non è soltanto il tempo a lavoro o quello in cui siamo impegnati con i nostri hobby ma anche quello degli allenamenti, che spesso e volentieri sacrifichiamo.
Ma se la nostra mancanza di tempo non fosse reale? Se si trattasse piuttosto di una percezione sbagliata dei momenti che possiamo dedicarci?
Una volta, chiacchierando con una collega al caffè mi disse: “hai mai pensato che dopo le 8 ore di lavoro e dopo le 8 ore di sonno rimangono comunque 8 ore per completare la giornata?”.
Feci un rapido calcolo ed iniziai a chiedermi dove finissero giorno dopo giorno quelle ore che avanzavano ogni settimana.
La maggior parte dei nuotatori occasionali destina al proprio allenamento 45 minuti, un’infinità se pensiamo che molti di noi non sono neppure in grado di regalarsi 15 minuti al giorno interamente per se stessi.
La sensazione di trascorrere il proprio tempo in maniera inconcludente è forse solo una questione di percezioni, un liquidare la nostra stanchezza e la nostra pigrizia con un banale “non ho abbastanza tempo”.
Ma il tempo c’è, ed è proprio lì di fronte a noi, a nostra disposizione.
O forse semplicemente non siamo in grado di considerarlo per ciò che è realmente: un’enorme risorsa a nostra disposizione per fare ciò che ci rende più felici: nuotare.
(Foto copertina: Fabio Cetti | Corsia4.it )